Cinzia rabusin



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CXL


350Christo 1357


E deno avere ritenemo a Manfredi Farolfini / et a conpagni folio LXXXII dietro_______________________________

I libra





Disertto da Cinghollo folio 82_______________________

I libra





Brettone et Pavollino da Bologna folio 83______________

I libra





Franciescho Malamama folio 83______________________

I libra





Ganobino folio 83_________________________________

I libra





Pietro et Pillo folio 84______________________________

I libra





Tome di Pavollo Gualandi folio 84____________________

I libra





Cristofano di Piero di ser Tura folio 85________________

I libra





Giovani del maestro Vani et l conpagni folio 85_________

I libra





Andrea di Popo Saracini folio 85_____________________

I libra





Angnollo d’Andreoccio et Pavolino folio 85____________

I libra





Iachopo da Pionbino et conpagni folio 86______________

I libra





Bolgharuccio folio 86______________________________

I libra





Bartallo Mandi et Nicollo di ser Tino folio 86___________

I libra





Rabuia da Firenze folio 87__________________________

I libra






Churado da Poffendolf folio 89______________________

I fiorino
X soldi oro





Mateo Guazalloti folio 90___________________________

I fiorino
X soldi oro





Farssotto et Ciscrana folio 91________________________

I libra





Francino di Vanni et Macione folio LXXXXI___________

I libra





Soma XVII libre pice / e III fiorini di denari








351





C

Christo MIIILVII




Le ferme deno avere ritenemo / a Andrea Guntini da Pistoia indietro folio 92__________________________________

I libra





Toschetto et Vinciguera folio 92______________________

II libre





Andrenollo da Ieci folio 93__________________________

I fiorino
X soldi oro





Andreucio da Fabriano folio 94______________________

I fiorino
X soldi oro





Soma III libre pice / e III fiorini di denari








Soma per tuto LXXXXI libre XII soldi IIII denari / e XLVII fiorini di denari










Paghono a 69 soldi fiorini___________________________

LXXIII fiorini
XXXVIII soldi
4 (denari)





352






1 Vedi Guida generale degli Archivi di Stato italiani, dir. P. D’Angiolini, C. Pavone, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici, Roma, 1981-86, vol.II, p. 282. Per una trattazione generale sulla produzione documentaria senese dalla metà del XII alla metà del XIV secolo, v. O. Redon, Lo spazio di una città. Siena e la Toscana meridionale, Nuova Immagine Editrice–Viella, Siena–Roma, 1999, pp. 25-60.

2 L’Archivio fiorentino ne possiede quattro i quali s’inseriscono in un arco di tempo molto ampio, dal 1337 al 1530, mentre quello pisano ne custodisce uno e di non definita datazione, ma sicuramente risalente al XV secolo.

3 Il termine condotta fu usato, a quei tempi, in tutta Italia per esprimere il legame contrattuale di un professionista (medici, insegnanti, …) con il Comune.

4 Vedi S. Moscadelli, Apparato burocratico e finanze nel Comune di Siena sotto i Dodici (1355-1368), in “Bullettino Senese di Storia Patria”, LXXXIX (1982), pp. 29-118.

5 Vedi A. Molho, Lo Stato e la finanza pubblica. Un’ipotesi basata sulla storia tardomedioevale di Firenze, in Origini dello Stato. Processi di formazione statale in Italia fra medioevo ed età moderna, Società editrice il Mulino, Bologna,, pp. 225-280.

6 Si potrebbe anche inserire tale fatto in una forte tendenza all’accentramento del potere già messo in evidenza dai Dodici in altri ambiti ed occasioni.

7 Il camerlingo, di solito, era un monaco cistercense proveniente dall’abbazia di S.Galgano poiché si riteneva che gli uomini di Chiesa fossero meno influenzabili dal potere del denaro e quindi più affadabili a tale compito; v. M. Ascheri, Siena e la città-Stato del Medioevo italiano, Betti ed., Siena, 2003, p. 88.

8 L’Ufficio riceveva denaro da numerose fonti quali la gabella dei contratti, la gabella delle porte, le gabelle imposte alle truppe, la gabella del vino, e le cosidette “otto gabelle”, sugli animali da soma e altri; vedi W. Caferro, Mercenary Companies and the Decline of Siena, The Johns Hopkins University Press, Baltimore-London, 1998, pp. 120, 143.

9 Vedi D. Waley, Le origini della Condotta nel Duecento e le Compagnie di ventura, in “Rivista storica italiana”, LXXXVIII (1976), pp. 531-535. L’arruolamento prevedeva la notificazione delle modalità contrattuali generiche quali stipendio, durata della ferma, numero degli effettivi, località di stanziamento, risarcimenti in caso di ferimento o di morte dei cavalli, … .

10 Vedi W.Caferro, Mercenary Companies and the Decline of Siena, op. cit., pp. 193 e 229.

11 Vedi R. Franci, L. Toti Rigatelli, Introduzione all’aritmetica mercantile del medioevo e del rinascimento, Edizioni Quattro Venti, Urbino, 1982, pp. 25-33.

12 Svolgevano una parte molto importante nel rituale della guerra, poichè sostenevano probabilmente le bandiere durante le parate a Siena e nelle città conquistate; spesso i pennoni venivano decorati da artisti famosi locali.

13 Nello specifico significava controllare se i singoli combattenti, le loro armi e i loro cavalli, potessero soddisfare i requisiti richiesti dal Comune per l’ingaggio da avere o già avuto.

14 Probabilmente si tratta di una buona uscita per un compito svolto soddisfacientemente.

15 Vedi Storia del mondo medievale, a cura di Z. N. Brooke, C. W. Previté-Orton., J. R. Tanner, Garzanti, Italia, 1980, vol. VI, pp. 297-298.

16 Vedi Storia del mondo medievale, op. cit., pp. 298-299. Per una storia d’Italia del ‘300, relativa al fenomeno del mercenarismo, v. E. Sestan, L’Italia del Petrarca fra “tante pellegrine spade”, in Id., Scritti vari, vol. II, Italia comunale e signorile, a cura di M. Berengo, Casa Editrice Le Lettere, Firenze, 1989, pp. 205-229.

17 Vedi Storia del mondo medievale, op. cit., p. 300. Vedi pure G. Negrelli, L’età medioevale, ed. Palumbo, Firenze, 1989, p. 413.

18 Vedi Storia del mondo medievale, op. cit., pp. 299, 302, 304; v.inoltre G. Negrelli, L’età medioevale, op. cit., pp. 410-411; vedi ancora Storia medievale, a cura di C. Fumian, Donzelli editore, Roma, 1998, p. 634.

19 Vedi G. Negrelli, L’età medioevale, op .cit., pp. 396-397; vedi poi G. Tabacco, G. G. Merlo, Medioevo, Il Mulino, Bologna, 1989, p. 568; inoltre v. Storia del mondo medievale, op. cit., p. 304.

20 Vedi Storia medievale, op. cit., p. 622.

21 Vedi Storia del mondo medievale, op. cit., pp. 305-306.

22 Venezia vi fu ammessa qualche mese più tardi.

23 Vedi Storia del mondo medievale, op. cit., pp. 307-308.

24 Ibidem, pp. 308-310.

25 Ibidem, pp. 311-312.

26 Simon Boccanegra, nel 1339, si era già trovato alla guida di un’insurrezione popolare, la quale aveva tolto ogni potere ai nobili proclamando a capo della Repubblica un doge (lui stesso). La forma di governo comunale fu per sempre abbandonata e il dogato fu mantenuto ininterrotamente sino al 1528.

27 Vedi Storia medievale, op. cit., p. 477; ancora v. Storia del mondo medievale, op. cit., pp. 312-313.

28 Ibidem, pp. 314-315. Vedi ancora G. Tabacco,G. G. Merlo, Medioevo, op. cit., pp. 468-469; v. Storia medievale, op. cit., pp. 624-625.

29 Vedi Storia del mondo medievale, op. cit., pp. 315-322; vedi inoltre G. Tabacco, G. G. Merlo, Medioevo, op. cit., pp. 512-513; v. ancora Storia medievale, op. cit., p. 574.

30 Vedi Storia del mondo medievale, op. cit., p. 323.

31 Ibidem, pp.324-326. Vedi inoltre G.Tabacco, G.G.Merlo, Medioevo, op.cit., pp.549-551; v. ancora Storia medievale, op.cit., p.629, 639.

32 Per un approfondimento sull’argomento vedi R. Mucciarelli, I Tolomei banchieri di Siena. La parabola di un casato nel XIII e XIV secolo, Protagon Editori Toscani, Siena, 1995; e inoltre v. A. Carniani, I Salimbeni quasi una signoria. Tentativi di affermazione politica nella Siena del ’300, Protagon Editori Toscani, Siena, 1995.

33 Vedi P. Cammarosano, V. Passeri, I castelli del Senese, Amministrazione provinciale di Siena, Siena, 1984, pp. 186-187.

34 Ibidem, pp. 187-188. Vedi inoltre The Cambridge Medieval History, op.cit., pp. 322-324; v. L. Douglas, Storia politica e sociale della Repubblica di Siena, Betti Editrice, Siena, 2000, pp. 111-134: v. M. Ascheri, Siena nella storia, Monte dei Paschi di Siena, Siena, 2000, pp. 60-106.

35 Per quanto riguarda le istituzioni del Comune di Siena relative al XIII secolo, v. D. Waley, Siena and the Sienese in the Thirteenth Century, Cambridge University Press, Cambridge, 1991, pp. 42-76, 93-96.

36 Tali restrizioni venivano applicate anche al Capitano del Popolo; v. W. M. Bowsky, A Medieval Italian Commune. Siena under the Nine, 1287-1355, University of California Press, Berkeley-Los Angeles-London, 1981, p. 26.

37 Firenze, ad esempio, anche se campione di guelfismo, non diede mai a Siena alcun magistrato; ibidem, p. 29.

38 I consigli potevano essere convocati pure dai Nove; ibidem, p. 33.

39 Ibidem, pp. 23-34.

40 Ibidem, pp. 34-42.

41 D. P. Waley, Condotte and Condottieri in the Thirteenth Century, in “Proceedings of the British Academy”, LXI (1975), p. 13.

42 Dalla documentazione si ha prima notizia del Capitanato di guerra, a Siena, dall’anno 1298; v. W. M. Bowsky, A Medieval Italian Commune. Siena under the Nine, 1287-1355, op. cit., p. 46.

43 Ibidem, pp. 45-54.

44 Ibidem, pp. 42-45.

45 Vedi Matteo Villani, Cronica.Con la continuazione di Filippo Villani, a cura di G. Porta, 2 voll., Ugo Guanda Editore, Parma, 1995, vol. I, libro IV, LXI, 1-74, pp. 560-562.

46 Ibidem, vol. I, libro V, 1-43, pp. 627-628; v. J. Luchaire, Documenti per la storia dei rivolgimenti politici del Comune di Siena dal 1354 al 1369, in “Annales de l’Université de Lyon”, Paris-Lyon, II (1906), pp. XXIX-XXXVII.

47 La Biccherna rappresentava poi, in qualche modo, il potere dei mercanti; ibidem, p. 39.

48 Ibidem, pp. XXXVII-XLIII. Per una trattazione più approfondita riguardo i sistemi elettivi nella Siena del XIV secolo, v. E. Brizio, L’elezione degli uffici politici nella Siena del Trecento, in “Bullettino Senese di Storia Patria”, XCVIII (1992), pp. 16-62.

49 Vedi J. Luchaire, Documenti per la storia dei rivolgimenti politici del Comune di Siena, op. cit, pp. XLIII-XLVII.

50 Ibidem, pp. XLVII-L.

51 Ibidem, pp. L-LII.

52 Ibidem, pp. LII-LVII.

53 Ibidem, pp. LVII-LXI.

54 Ibidem, pp. LXII-LXV.

55 Per un approfondimento riguardo lo stesso argomento nel secolo XIII, v.C.Cecinato, L’amministrazione finanziaria del Comune di Siena nel secolo XIII, in “Annali della Fondazione italiana per la storia amministrativa 3 (1966), pp.164-235 e v. D. Waley, Siena and the Sienese in the Thirteenth Century, op. cit., pp. 169-204. Per una trattazione esaustiva riguardo la fiscalità delle maggiori città toscane (con interessanti riferimenti alle spese di guerra), v. M. Ginatempo, Prima del debito. Finanziamento della spesa pubblica e gestione del deficit nelle grandi città toscane (1200-1350), Leo S. Olschki Editore, 2000. Riguardo il fisco senese nel ‘300, v. A. K. Chiancone Isaacs, Fisco e politica a Siena nel Trecento, in “Rivista Storica Italiana”, LXXXV (1973), pp. 22-46.

56 Dal XIII sec. entrò in uso illustrare le coperte di tali volumi destinati alla revisione del Consiglio Generale; oggigiorno sono conosciute come Tavolette di Biccherna; v. W. M. Bowsky, Le finanze del Comune di Siena 1287-1355, La Nuova Italia Editrice, Firenze, 1975, p. 12.

57 Per un approfondimento sull’amministrazione del contado senese, v. O. Redon, Lo spazio di una città. Siena e la Toscana meridionale (secoli XIII-XIV), Nuova Immagine Editrice–Viella, Siena–Roma, 1999, pp. 89-125.

58 Ibidem, pp. 1-20.

59 Ibidem, pp. 21-62.

60 Ibidem, pp. 63-92.

61 Ibidem, pp. 93-132.

62 Ibidem, pp. 133-153; vedi M. Ginatempo, Prima del debito, op. cit., pp. 57-65.

63 Tali offerte basse e richieste di sconti al Comune avveniva solitamente nei periodi economicamente difficili, dovuti a guerre, tumulti, carestie, etc.; v. W. M. Bowsky, Le finanze del Comune di Siena, op. cit., pp. 182-183.

64 Ibidem, pp. 155-225; v.ancora M. Ginatempo, Prima del debito, op. cit., pp.29, 87-97.

65La presta richiesta a ciascuno veniva calcolata con lo stesso metodo usato dagli allibratori per la valutazione dei beni dei cittadini; v. W. M. Bowsky, Le finanze del Comune di Siena, pp. 231-232.

66 Si è però a conoscenza di tassi d’interesse pari al 40%; ibidem, p. 246.

67 Ibidem, pp. 227-257. Vedi inoltre M. Ginatempo, Prima del debito, op. cit., pp. 51, 66-80.

68 Vedi W. M. Bowsky, Le finanze del Comune di Siena, op. cit., pp. 259-307; v. M. Ginatempo, Prima del debito, op. cit., pp. 80-87.

69 Ibidem, pp. 94-97; v. W. M. Bowsky, Le finanze del Comune di Siena, op.cit., pp. 309-350.

70 Ibidem, pp. 351-381.

71 Fonti di immissione di mercenari in Italia, per i primi settant’anni del ‘300, furono le discese degli imperatori per l’incoronazione (Arrigo VII, Ludovico il Bavaro, Giovanni di Boemia, Carlo IV).Qui poi rimasero al soldo di diversi potentati e città comunali solitamente del centro-nord della penisola; v. D. Balestracci, Le armi, i cavalli, l’oro. Giovanni Acuto e i condottieri nell’Italia del Trecento, Editori Laterza, Roma-Bari, 2003, pp. 34-37; v. A. A. Settia, Rapine, assedi, battaglie. La guerra nel Medioevo, Editori Laterza, Roma-Bari, 2002, pp. 28-31.

72 Vedi M. Mallet, Signori e mercenari. La guerra nell’Italia del Rinascimento, Società editrice il Mulino, Bologna, 1983, pp. 10-11, 19-20, 25-26.

73 Ibidem, p. 39.Gli anni interessati dalla nostra trattazione poi, videro l’introduzione in Italia, probabilmente grazie ai mercenari inglesi della Bianca Compagnia, di una nuova unità di combattimento, la lancia, composta da un uomo d’arme, uno scudiero, e un paggio non combattente; ibidem, pp. 28-29, 43-44.

74 Ibidem, pp. 19-21, 27-28. Per un approfondimento sull’origine del termine “saccomanno” v. A. A. Settia, Rapine, assedi, battaglie, op. cit., p. 57.

75 Vedi Cronaca della città di Perugia dal 1309 al 1491 nota col nome di Diario del Graziani, a cura di A. Fabretti, in “Archivio storico italiano”, XVI (1850), pp. 181-183: v. anche Cronache senesi, a cura di L. A. Muratori in Rerum Italicarum Scriptores, Zanichelli, Bologna, 1932, tomo XV, parte VI, p. 151.

76 Vedi M. Borgogni, La guerra tra Siena e Perugia (1357-1359), Edizioni Cantagalli, Siena, 2003, pp. 25-32; v. inoltre W. Heywood, La guerra con Perugia (1357-1358), in “Bullettino senese di storia patria”, XIV (1907), pp. 425-428.

77 Vedi Cronache senesi, op. cit., pp. 152, 586.

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