A elena bernardi


BERGAMO Alla Signora La Signora Giuseppa Terragnoli



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BERGAMO

Alla Signora


La Signora Giuseppa Terragnoli


Figlia della Carità

Santa Lucia

V E N E Z I A

AD ANGELA BRAGATO

2122(Bergamo#1830.04.17)


Con un po'di umorismo, la Canossa la compatisce per i contrattempi che l'hanno fat­ta trepidare in riguardo degli Esercizi di Trento a cui si volevano mandare tanti aiuti e che sono risultati sovrabbondanti per lo scarso numero delle partecipanti. Ella an­drà a Milano per l'elezione della superiora, se là lo crederanno opportuno, oppure ri­manderà.

V.G. e M. Carissima Figlia

Povera la mia Angelina quanti imbarazzi. Niente paura il Signo­re ti ajuterà, non puoi credere quanto mi dispiace il non poter esse­re costì ad ajutarti quantunque non sia buona da niente. Sappi che non poteami trattenere, di non ridere, immaginandomi il tuo imba­razzo, avendoti io scritto di mandare le compagne, e la Cara Rosmi­ni 1 di non mandarle. Il degnissimo nostro Superiore 2 avendo giudicato che tu le mandi vedrai che Dio ne caverà la Sua gloria.

Per me se dicevano di non averne bisogno, non le avrei mandate, perchè faceva il sacrifizio di cuore per far loro piacere ed ajutarle; ti dico il vero, credeva che si tratasse di più numero, avendomi scritto la Cara Rosmini, che Monsignore s'era ammalato per essere andato ad invitare le esercitanti, e poi da te intesi che erano tutte ventiquattro, questo resti tra di noi.

Ma io tengo per certo, che avendo così pensato il Superiore verrà fuori la Gloria di Dio. Intanto Felicita 3 avrà fatto una buona trottata, ed anche Marietta4, ma vedrai che ne verrà del bene.

Per la Mariettina Rossetta te la raccomando per l'anima, per­chè con quella gonfiezza ne temo. Cristina 5 ti prega di, darle un tallero alla Zaibante, ed alla Betta dice che ti regoli senza riguardo, e per l'altra donna che assiste queste, che tu la prendi pure, e la pa­ghi quello che fa di bisogno.

Per le nostre ammalate speriamo che per la mia venuta saranno rimesse.

Adesso ti darò le nuove della mia salute. Questa continua bene, ma che possa dire di essere ancora senza tosse non lo sono. Fuori di questa mi vado proprio giornalmente rimettendo. Non sò ancora, se per non replicare altri viaggi tornerò qualche settimana a Milano per l'ellezione della superiora, o se per poco tempo non si degneran­no, ho intenzione di ritornare a Verona.

Spero che per mercoledì avrò da Milano la risposta, e ti potrò scrivere qualche cosa di preciso. Il libbro delle lettere, che hai tro­vato, se tu fossi in tempo potresti darlo al Signor Conte Luca6

Abbraccio di cuore la Cara secretaria, e le dirai di non mettere sulla mansione 7 «Borgo Santa Catterina», ma in Rocchetta, Con­vento Santa Croce. Mi raccomando alle vostre orazioni di tutte in questa novena di San Giuseppe.

Tutte vi abbraccio, e lascio nel Cuor Santissimo di Maria.

Sappi che ho anche Cristina che stà poco bene, un pò più del so­lito, de' suoi consueti dolori. Ti prego di farla raccomandare al Si­gnore.

Di Te Carissima Figlia

Tua Aff.ma Madre Maddalena1


Figlia della Carità
Bergamo Santa Croce li 17 aprile 1830
PS. Mi dimenticava di dirti che ti rimando una delle lettere che mi hai occluso. Questa è del Signor Agnelli, cugino della Cara Isabella, e contiene una cambiale che pure ti occludo. Prega l'Isabella di dettare una lettera di risposta a questo si­gnore dopo che col mezzo del Signor Verdari 2 o anche Carlo gastaldo 3 diretto dal Signor Verdari l'avrà rascossa. Fa che Isabella dica al cugino, che trovandomi lontana da Verona diedi ad essa la commissione di rispondere per po­tergli render conto dell'esito della cambiale presentandogli tanti complimenti.

AD ANGELA BRAGATO

2123(Bergamo#1830.04.21)



Poiché non crede alle sue parole, che attestano un certo benessere fisico, la Canossa l'assicura che quando la vedrà, crederà. Le altre sono notizie di cronaca interna.
V.G. e M. Carissima Figlia
Pare impossibile, che questa benedetta posta di Bergamo sia parente dell'eternità. Pazienza per Verona, ma per Milano osservo che non si tratta se non se di 30 miglia, e mi fanno impazzire, anche per quelle lettere. Per conto questa volta di farmi venire a prendere sono più per non farlo, che per farlo, molto più che niente mi hai scritto intorno all'intelligenza di andare a prendere le compagne, che andarono in Tirolo 4.

Ti continuo le mie notizie, le quali grazie al Signore sono buo­ne, per altro affatto libera dalla tosse ancora non lo sono, ma và sempre calando.

Ho inteso delle nostre ammalate, dirai alla Cara Isabella 5, che faccia l'impossibile per diventar sana, e forte come una torre, ma senza spropositi perche allora diventera più debole, perche possia­mo andare pel mondo. Sento che la Rossetta 6, vuole restare a go­dere le delizie del paese. Purche diventi santa le dò licenza di restar pure. Sabbato ti saprò dire qualche cosa di preciso intorno alla mia venuta. Rapporto alla Signora Pioccia, non si sà proprio come fare, perche non possiamo. Nondimeno per questa volta prova a dare le meta dell'affitto alla Teresa Sanga da portare a suo suocero, ed il ri­menente un pochetto alla volta può darlo essa, perche poi anche èun affitto caro.

Ho ricevuto due righe dalla Rosa Dabalà 7 alla quale risposi subito. Sento che mi ha scritto anche a Verona. Se hai la lettera, leg­gila pure, e se dice che Mons. Sardagna 8 vuol sapere cosa danno le Dame di Milano, e di Venezia ai predicatori, quella lettera non me la mandare perche sul dubbio che fossi o a Verona, o a Bergamo me lo ha scritto anche quì, ed io ho già risposto. Se vi sono poi altre cose, o falle copiare nella tua lettera che mi scriverai, o mandami la lettera se meglio credi.

Mi raccomando di pregare per me il giorno di San Giuseppe, e per i nostri affari che l'altra volta ti dissi.

Tutte vi abbraccio di vero cuore, e tutte vi lascio nel Cuor San­tissimo di Maria. Tu non mi credi niente, se non mi sottoscrivo, tu credi ch’abbia male, se mi sottoscrivo in lungo, credi ch'io faccia per dartela da intendere. Quando mi vedrai allora ti persuaderai.




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