20/11/2006 – Rovigo – ROSSIN: bonifica del luogo dell’esercitazione (203)
Il 20/11/2006 alle 17:00, il rilevatore GPS installato sull’autovettura Kangoo di ROSSIN Valentino ha documentato che la stessa ha percorso Arzercavalli, Arre, Bagnoli, Anguillara e ha imboccato via Ceresolo in località San Martino di Vanezze (17:20) al termine della quale, in angolo tra via Calatalafimi e Scolo Tron, è stata parcheggiata. A causa del buio e della nebbia, l’attività di video-sorveglianza predisposta sul posto non ha permesso di verificare la presenza di altre persone con ROSSIN, che evidentemente il giorno successivo ha bonificato la zona raccogliendo tutti i bossoli.
20/11/2006 – Sistiana (TS) – BORTOLATO / DAVANZO: incontro (204)(205)
Il 20/11/2006 (14:10), appena terminato il lavoro BORTOLATO si è recato in stazione ove ha acquistato un biglietto ferroviario per la tratta Padova-Trieste.
Alle 16:55 ROTONDI si è portato alla stazione di Sistiana, attendendo l’arrivo di BORTOLATO. Questi è arrivato alle 17:10 scendendo dal treno nel punto più lontano del binario rispetto all’uscita, tanto che la certezza del suo arrivo la si è avuta solo quando è stato avvistato nel piazzale della stazione ove si è incontrato con ROTONDI. Unitamente a quest’ultimo si è diretto - a piedi - verso il centro abitato di Sistiana, per incontrare DAVANZO.
25/11/2006 – MilanoPadova – LATINO / GHIRARDI / BORTOLATO: sopralluogo a Albignasego
A Milano, nella settimana successiva alle esercitazioni, non è avvenuto il consueto incontro settimanale fra LATINO e GHIRARDI. Inoltre, da alcune telefonate intercettate si è appreso che la famiglia LATINO avrebbe dovuto recarsi sabato 25/11/2006 a Padova per partecipare ad una “cena palestinese”; organizzata dai centri locali.
Il 25/11/20069 alle 07:56 la telecamera installata nei pressi dell’abitazione di LATINO ha documentato che questi è uscito di casa in bicicletta. Alle 08:04 anche la telecamera installata nei pressi dell’abitazione di GHIRARDI ne ha documentato l’uscita di casa a piedi.
Tenuto conto che BORTOLATO e LATINO avevano concordato di effettuare un sopralluogo alla banca di Albignasego (unitamente a GHIRARDI) nel week-end successivo all’esercitazione, la concomitante uscita di casa di LATINO e GHIRARDI ha confermato l’esecuzione del predetto sopralluogo. Effettivamente la bicicletta di LATINO è stata vista legata ad un palo nei pressi della stazione Centrale di Milano (piazza Duca d’Aosta) (206).
A Padova, BORTOLATO nel frattempo è uscito dall’abitazione di via Volturno, ha fatto colazione in un bar e, quindi, con la sua auto (09:40) si è diretto nella zona della Mandriola, in via Adria, all’interno di un parcheggio pubblico, non lontano dalla tangenziale, facendo poi perdere le sue tracce (207).
BORTOLATO è tornato a prendere la sua auto alle 15:00. LATINO e BORTOLATO sono stati visti far rientro a Milano con il treno in arrivo alle 17:55, proveniente da Venezia e in transito da Padova alle 15:24 (208).
Stante la concomitanza degli orari degli spostamenti dei tre indagati e la clandestinità dei loro movimenti, si deve necessariamente concludere che abbiano eseguito il sopralluogo ove poi, il 30/12/2006, hanno posto in essere l’azione di autofinanziamento.
Sempre il 25/11/2006 (15:06), appena “ricomparso” dopo un’assenza di alcune ore, BORTOLATO dalla cabina pubblica 049.8717358, ha contattato ROTONDI (209) e, con frasi molto criptiche, ha riferito che non avrebbero potuto vedersi perché gli era venuta la febbre. L’altro comprendendo il senso recondito della frase, ha annuito senza alcuna obiezione e lo ha salutato. Dopo tale telefonata si è recato dapprima presso la propria abitazione e quindi ad assistere ad una partita di pallavolo della figlia della convivente (210).
26/11/2006 – Milano – LATINO / SISI / BORTOLATO: riunione strategica (211) e ambientale (212)
Il 26/11/2006:
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SISI è uscito dalla propria abitazione di Gassino in auto molto presto, si è recato a Torino e, dopo aver utilizzato alcuni mezzi del trasporto pubblico urbano, ha raggiunto la stazione di Porta Susa dalla quale ha preso il treno delle 07:00 diretto a Milano, giungendovi alle 08:42 con un largo anticipo rispetto all’appuntamento programmato per mezzogiorno.
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BORTOLATO è partito con il consueto treno delle 08:24 diretto a Milano giungendovi alle 10:55.
Alla fermata metropolitana “Cimiano” sono arrivati BORTOLATO (11:26) con la metropolitana, LATINO (12.01) in sella alla bicicletta, SISI (12:10) con la metropolitana. Come al solito, si sono accodati ed hanno iniziato a percorrere alcune vie circostanti, quindi, affiancatisi, hanno percorso ancora un breve tragitto sino a raggiungere il ristorante cinese SONG HE, ubicato nella vicina via Padova, ove sono entrati per pranzare alle 12.31.
All’interno del predetto esercizio è stato attivato il servizio di intercettazione che ha consentito la registrazione della loro conversazione dalle 12:41 alle 13:33, orario in cui i indagati sono usciti dal ristorante, dirigendosi verso la metropolitana. LATINO ha recuperato la bici che aveva lasciato in via Palmanova, angolo via Don Orione e si è fermato a parlare con BORTOLATO ancora per alcuni minuti, mentre SISI faceva alcuni giri in zona guardandosi attentamente attorno.
Poco dopo le 14:00 i tre si sono definitivamente separati: LATINO dopo aver effettuato ancora alcuni giri in zona è arrivato a casa (15:06), gli altri due sono saliti su due diversi convogli della metropolitana, per raggiungere la stazione Centrale.
Dalla conversazione ambientale risulta che:
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SISI ha consegnato del materiale, sia cartaceo che informatico, agli altri due, in particolare a BORTOLATO. Una parte di questo materiale era relativo a schede di inchieste sulle fabbriche e su delegati sindacali, alle quali lo stesso aveva fatto cenno nella conversazione del 5/11/2006.
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Nel consegnare i dischetti SISI ha anche accennato al fatto di averne alcuni “incartati” perché li aveva appena “tirati fuori dalle buche” [ulteriore conferma dell’utilizzo del suo orto come luogo di “imbosco” (213) (214)].
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I tre, partendo da una scherzosa osservazione del SISI che ha chiesto se il “mister” fosse munito di maglia di lana [riferendosi a DAVANZO e a Raveo, località di montagna], hanno accennato alla necessità di andare a recuperare la sua roba in Svizzera.
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In proposito, in più occasioni, sono emerse delle perplessità, legate al fatto che fra gli effetti di DAVANZO vi sarebbe stato anche il suo computer portatile, contenente roba un “po’ compromettente”, al punto che lo stesso DAVANZO avrebbe detto a BORTOLATO che quello si poteva lasciarlo su, chiedendogli, contestualmente, di procurargli un portatile qualsiasi.
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Quanto al resto della roba, BORTOLATO ha riferito che non era particolarmente delicata e che non vi sarebbero stati problemi a trasportarla, accennado anche alla possibilità, già discussa con DAVANZO, del trasposto in treno. In ogni caso, i tre si sono riservati di discutere direttamente con DAVANZO circa le modalità del recupero della sua roba e BORTOLATO ha assicurato che quanto necessario, per il momento, gliela avrebbe potuta prestare il compagno che lo ospita.
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Circa la data del programmato incontro con DAVANZO, BORTOLATO ha riferito che aveva fissato con lui un incontro per il successivo 2/12/2006, sottolineando che in quel momento lo stesso non si era ancora trasferito nella casa che avevano affittato.
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In relazione ai sospetti espressi da SISI di essere stato pedinato sia nella mattinata a Torino che in altre due precedenti occasioni, hanno discusso circa l’opportunità di spostare l’appuntamento almeno di una settimana.
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LATINO, molto preoccupato, ha insistito per lo slittamento dell’incontro, consigliando a SISI di dedicare il fine settimana successivo a mirate attività di verifica, magari andandosi a fare una passeggiata in montagna in posti poco frequentati per poter agevolmente capire se era oggetto di controllo.
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Anche LATINO e BORTOLATO hanno riferito di situazioni nelle quali avevano avuto, in passato, il sospetto di essere seguiti, descrivendo episodi e fornendo le descrizioni fisiche dei probabili “pedinatori”. I questo contesto LATINO ha suggerito di prender nota scrupolosamente delle caratteristiche fisiche delle persone “sospette”. Dal confronto di queste caratteristiche avrebbero capito se erano oggetto di pedinamento tutti e tre.
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In proposito BORTOLATO e SISI hanno accennato all’eventualità di procurarsi un telefonino dotato di fotocamera, per scattare delle foto alle persone che fossero riusciti ad individuare e poterle poi agevolmente confrontare. LATINO, a fronte di alcune obiezioni tranquillizzanti di SISI, secondo il quale l’attività posta in essere dalle forze dell’ordine nei suoi confronti sarebbe stata comunque “defilata”, ha ribattuto che proprio per quello avrebbe dovuto essere ancor più preoccupato perché un’attività defilata sarebbe stata indice di un consistente investimento di risorse umane e materiali.
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All’esito di tali considerazioni i tre hanno convenuto di spostare l’appuntamento con DAVANZO al fine settimana successivo, con l’intesa che, ove SISI avesse notato qualcosa di anomalo, non si sarebbe dovuto muovere da Torino.
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LATINO ha concordato un appuntamento con SISI per martedì 5/12/2006 alle 08:30 in piazzale Piola, al fine di poter ricevere da lui notizie circa l’esito delle verifiche che questi avrebbe dovuto fare nel fine settimana del 2 e 3/12/2006. Per quella stessa data BORTOLATO si è riservato di informarli di eventuali problemi per l’incontro del 9/12/2006 e 10/12/2006 con DAVANZO.
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I tre sono rimasti d’intesa di impiegare il fine settimana anche a scrivere il documento di bilancio, del quale avevano concordato di redigere ognuno una parte nel corso del precedente incontro. SISI, con grande meraviglia di LATINO, ha asserito di aver già redatto la sua parte ed ha lasciato un dischetto con l’elaborato a BORTOLATO da consegnare a DAVANZO.
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In ordine alle modalità di comunicazione con DAVANZO tramite ROTONDI, BORTOLATO ha accennato ad uno schema che prevedeva un contatto telefonico ed un successivo contatto di persona a Padova.
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Circa l’organizzazione dell’incontro BORTOLATO ha riferito della necessità di tenersi liberi per due giorni (sabato e domenica) a causa della lunghezza del viaggio per raggiungere Raveo. A tale proposito, BORTOLATO spiegava ai due raggiungere il posto: SISI avrebbe dovuto prendere un treno in partenza da Torino-Porta Nuova alle 07:00, sul quale a Milano sarebbe dovuto salire anche LATINO, precisando, poi, che avrebbero dovuto cambiare a Mestre e poi a Udine per scendere alla stazione di Gemona del Friuli alle successive 14:48. Qui li avrebbe raggiunti con un’auto “pulita”, per prelevarli e portarli a Raveo, distante non più di 30 o 40 chilometri da Gemona. E’ stata, invece, scartata l’ipotesi di scendere ad Udine e giungere in pulman a Tolmezzo, località più vicina al paesino ove è ubicata l’abitazione destinata ad ospitare DAVANZO.
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Si è avuta conferma che l’abitazione scelta per la clandestinità di DAVANZO era quella di Raveo (UD) nell’appartamento locato da ROTONDI (che lo aveva già utilizzato in passato per periodi di vacanza). BORTOLATO ha riferito inoltre che ROTONDI, aveva stabilito un buon rapporto con la gente del paese, a molti dei quali avrebbe fatto piccoli favori connessi alla sua professione di infermiere. Ha anche chiarito che questi avrebbe presentato ufficialmente l’ospite come un amico che gli aveva chiesto ospitalità in quella casa per poter star tranquillo, dovendo effettuare uno studio o una ricerca.
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A richiesta di SISI, che si è preoccupato di sapere se ROTONDI fosse in qualche modo collegabile a loro, BORTOLATO ha risposto che questi, andato via da Padova da circa tre anni, aveva avuto in passato una relazione con una loro compagna [riferendosi alla relazione sentimentale con STECCA Monica], che però era finita da tempo. Egli, inoltre, aveva concordato con ROTONDI di ridurre le sue frequentazioni i centri frequentati dagli altri compagni a Padova, né lo stesso si sarebbe inserito in alcuna “dinamica” nel posto in cui lavorava. Quanto al lavoro svolto da ROTONDI, BORTOLATO ha, anzi, chiarito che questi ricopriva un ruolo para-dirigenziale e che, quindi, si trovava in una situazione ideale per non creare sospetti, al punto che, quando egli si era recato a Sistiana a trovare DAVANZO [20/11/2006], si era incontrato anche con ROTONDI nel suo ufficio, simulando di essere andati a sostenere un colloquio di lavoro.
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LATINO ha, però, consigliato a BORTOLATO di non coinvolgere troppo ROTONDI nell’organizzazione dell’incontro, valutando addirittura l’ipotesi di non fargli sapere neanche in quale giorno si sarebbero recati, anche per evitare di caricarlo di responsabilità e di farlo spaventare. BORTOLATO ha ribattuto che aveva necessità che ROTONDI gli facesse da tramite per avvisare DAVANZO dello slittamento e che, in ogni caso, ROTONDI stava affrontando tranquillamente la situazione.
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Pur avendo descritto la sistemazione di Raveo come ideale e tranquilla, BORTOLATO ha chiarito che DAVANZO gli aveva rappresentato di non voler restare a lungo in quel paesino, ritenendolo troppo isolato, e che, quindi, si sarebbe dovuta valutare la possibilità di affittare una casa in una città. Lo stesso ha anche precisato che, in caso di necessità, vi erano due o tre compagni di Trieste, “completamente non sputtanati” che avrebbero potuto ospitare DAVANZO per qualche settimana.
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LATINO e BORTOLATO hanno, poi, riferito a SISI, con toni entusiastici, di aver provato i loro “strumenti” e di aver verificato che “suonano” bene, aggiungendo che il posto sebbene non adatto per attività di manutenzione, montaggio e smontaggio delle armi, si era rivelato perfetto per quel tipo di prove e che, sebbene avessero programmato di star lì solo 20 minuti, vi erano rimasti 40 minuti. La zona, infatti, deserta e difficilmente accessibile da parte delle forze dell’ordine, è tale da garantire sia la sorveglianza sia la possibilità di nascondersi ed il rumore provocato dalle prove era risultato meno intenso di quanto essi stessi avevano immaginato, al punto che BORTOLATO (che in quel frangente perlustrava la zona in auto) aveva sentito appena un accenno degli spari.
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Entrando nel dettaglio delle prove effettuate, LATINO ha riferito del kalashnikov e dell’uzi, descrivendo anche alcuni piccoli intoppi che si sarebbero verificati; in particolare al fatto che non si era riusciti ad armare il primo colpo del kalashnikov che si era incastrato (per un difetto del munizionamento o per un errore nell’inserimento del caricatore), ma ha anche detto che, superato il primo momento di panico e compreso il problema, erano poi tranquillamente riusciti ad utilizzare l’arma, che, tuttavia, aveva presentato il carrello un po’ duro. Quanto all’uzi, avevano, invece, riscontrato che due colpi non erano partiti a causa di un problema di qualità del munizionamento. LATINO, a richiesta di SISI [che ha dimostrato di essere esperto in materia di armi e munizionamento] ha chiarito che non avevano fatto tiri di precisione a causa del buio, ma avevano tirato 4/5 colpi singoli e alcune brevi raffiche a testa. Ha poi elogiato le qualità di bilanciamento e sensibilità dell’uzi, descrivendo anche un sistema di sicura di cui quest’arma è dotato sull’impugnatura.
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BORTOLATO ha accennato ad una manutenzione e pulizia delle armi effettuata dopo le prove, all’esito della quale anche il carrello del kalashnikov sarebbe risultato più morbido.
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Definiti tutti gli appuntamenti BORTOLATO ha mostrato una certa fretta di tornare a Padova per spostare alcuni appuntamenti che aveva preso con i compagni. In particolare ha accennato alla necessità di contattarne uno che in quel momento era a Padova, per avvisarlo che l’appuntamento era anticipato di due giorni (l’8/12/2006 anziché il 10/12/2006). Ha poi chiesto a LATINO di avvisare la “signorina” che lui aveva a Milano [CAPRIO], di prendere contatti con lui il successivo venerdì, 1°/12/2006, al fine di poter confermare un appuntamento con i “VERONESI”, previsto per il 2/12/2006, in vista del quale, inizialmente, ritenendo di essere impegnato per quella data, aveva incaricato CAPRIO di recarvisi per spostare la data.
Con riferimento alla manutenzione delle armi della quale ha fatto cenno BORTOLATO si evidenzia che(215):
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Il 24/11/2006 (23:00) BORTOLATO con la Skoda Fabia si è recato ad Arzercavalli ove ha parcheggiato la macchina in centro al paese.
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Il 25/11/2006 (01:10) l’auto di ROSSIN (proveniente presumibilmente dall’abitazione di questi) ha raggiunto il centro di Arzercavalli. Da questa sono scesi ROSSIN e BORTOLATO. Hanno preso dal baule i loro giubbotti (nero BORTOLATO e verde militare Rossin) e se li sono infilati. Poi BORTOLATO ha preso in mano una borsetta bianca e uno zaino-borsone di colore nero e si è incamminato verso la sua auto dove ha caricato il tutto. Immediatamente dopo (01:18) è ripartito per tornare a Padova. Anche ROSSIN è tornato a casa.
Dopo l’esercitazione di fuoco del 19/11/2006, nella notte tra il 24 e il 25/11/2006 (con ogni probabilità) è stata eseguita la manutenzione delle armi oggetto della conversazione del 26/11/2006.
Sul conto di ROSSIN vale la pena di ricordare che il 25/11/2006 (ore 09:20) è stata intercettata sul suo cellulare la telefonata di un bibliotecario che lo ha informato di aver rintracciato il libro “Revolver e Pistole automatiche”. Non v’è dubbio quindi che ROSSIN sia il custode delle armi.
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