Politecnico di bari


Missione per i rapporti con il territorio



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8.4 Missione per i rapporti con il territorio
I rapidi mutamenti caratteristici dell’età moderna, nel mondo delle relazioni globali, stanno osmoticamente portando al superamento di un limite purtroppo ancora presente in ambito universitario: passare da un luogo chiuso e autoreferenziale di produzione della conoscenza e di processi formativi che hanno origine e termine all’interno del perimetro accademico, alla sfida della conoscenza della rete globale. Fondamentale quindi per il Politecnico è la missione “rapporti con il territorio”, sfida caratterizzante il segno più rilevante del salto di qualità che si è chiamati a compiere.
Si tratterà, innanzitutto, di modificare una mentalità che generi un’apertura e una disponibilità a uscire dal precostituito e dal pre-garantito e che accetti la sfida della conoscenza, del confronto e delle opportunità che la globalizzazione oggi impongono.
Il territorio non può essere più considerato un estraneo, una lontana e insignificante realtà, ma una risorsa di crescita per l’intera comunità. La curiosità, il desiderio, l’interesse per la presenza di altro, per noi è il fattore decisivo di questa apertura alla conoscenza e al cambiamento.


  1. La dinamica principale, che sottende questa innovazione, è la relazione, fino a giungere alla costituzione di una rete di relazioni;

  2. Le relazioni, come le reti di relazioni, hanno come obiettivo di rispondere a domande pertinenti alla realtà esistente.

Come è possibile innovare? Cosa innovare? Che beneficio posso ricevere?

Tutto il personale del Politecnico, in questo nuovo contesto di relazioni, deve essere valido attore della gestazione, del cammino e della maturazione di questa missione. Il passaggio necessario è iniziare a strutturare un cammino comune guidato dalla priorità strategica che si vuole dare alla missione “territorio”:


      • Intercettare il bisogno (curare una visione integrata);

      • Cogliere le esigenze (accrescere la cultura della conoscenza);

      • Osservare le dinamiche delle aziende, degli enti pubblici del territorio socio – culturale (servizi pertinenti alle necessità di mercato, certificazione);

      • Approfondire la conoscenza dei contesti e i suoi fattori essenziali;

      • Valorizzare qualsiasi risorsa, es. il prodotto (innovazione del prodotto, nuove tecnologie di produzione);

      • Partecipare alla realizzazione di reti di relazioni interne ed esterne attraverso le reti di laboratorio interne ed esterne;

      • Verificare le fasi delle interazioni e relazioni;

      • Coordinare le relazioni agli obiettivi elementari o prioritari delle azioni.

Tutte le azioni evidenziate appartengono al contesto di un supporto tecnico operativo, in una dimensione culturale e sociale che possa favorire il continuo superamento dei rischi di frammentazione.


Grandi temi di sviluppo per il prossimo futuro

  1. Horizon 2020;

  2. Formazione professionalizzante post lauream (master, formazione permanente, formazione specialistica);

  3. La rete interna dei laboratori del Politecnico

  4. La rete dei laboratori pubblico privati

Relazioni permanenti sul territorio con:

a. Reti dei laboratori strategici pubblico– privati;

b. PMI e grandi gruppi industriali;

c. Associazioni di categoria (Confindustria, ANCE, CNA, reti d’impresa e di settori);

d. Istituzioni pubbliche (Regione Puglia, Provincia di Bari, UPI Puglia, ARPA Puglia, Università degli Studi di Bari, Università del Salento, Università della Basilicata).


Il rapporto tra cultura politecnica e tessuto produttivo regionale e nazionale riveste un punto focale per lo sviluppo e il ruolo del Politecnico. A questo fine il Piano Strategico vuole contribuire alla riaffermazione dei rapporti tra Politecnico e territorio, una riaffermazione che richiede, oggi, una rivisitazione delle linee di azione e delle priorità, a causa del mutato contesto sociale, culturale, dovuto alla fase recessiva che investe il nostro Paese.

Per far ciò si ritiene opportuno creare una vera e propria compartecipazione con la vita economica, in una convergenza di interessi. Questo comporta per il Politecnico una nuova visione della propria missione, dei propri corsi e dell’insegnamento stesso ove si consideri che la formazione continua, essenziale per l’industria, non può essere offerta al meglio se non da parte degli Atenei. Appare, pertanto, urgente rafforzare la cooperazione tra il Politecnico di Bari e l’industria a livello sia regionale sia nazionale, orientandola sull’innovazione e sul trasferimento della conoscenza.


Il rapporto tra il Politecnico di Bari e la Regione Puglia è risultato essenziale negli anni passati per le politiche di sviluppo regionale e per dare nuovo impulso alle attività istituzionali del Politecnico di Bari. Nel prossimo triennio si intende rafforzare questo rapporto attraverso accordi programmatici. Il rafforzamento della quantità e qualità dei rapporti con le istituzioni locali e con il mondo imprenditoriale e professionale, coniugato al rispetto della propria irrinunciabile autonomia decisionale, è dunque uno degli assi strategici di sviluppo dell’Ateneo.
Il Politecnico nel prossimo triennio si impegnerà nello sviluppo dei rapporti con le imprese e con gli enti, visti come partner nell’ambito di attività di ricerca e di trasferimento della conoscenza. Compiti questi che non sono di facile realizzazione in quanto richiedono un netto cambio di cultura, dove il Politecnico, fra l’altro, deve anche farsi carico dell’analisi delle esigenze, delle proposte, dei servizi e della gestione dei servizi da erogare.
La missione in oggetto richiede in particolare:


  1. Assunzione delle funzioni di trasferimento tecnologico in una varietà di applicazioni.

  2. Superamento dell’elevata frammentazione delle funzioni, delle competenze e delle verifiche dei risultati non ottimali nel trasferimento tecnologico ai vari enti esterni all’Università. Dal laboratorio all’impresa senza intermediari: ai Dipartimenti (le strutture dei laboratori) l’onere di comunicare con le imprese e il mondo circostante e di promuovere la propria ricerca e di cercare partner progettuali, oltre quello di attivare processi di trasferimento della conoscenza con le modalità ritenute più opportune.

  3. Adeguamento delle risorse a disposizione per l’espletamento del nuovo ruolo, ovvero ricercatori e altro personale di supporto, nuovi criteri e nuove modalità di controllo dei risultati. Dette risorse, laddove necessario, devono provenire anche da enti esterni e da imprese locali.

Naturalmente i punti di vista sulle soluzioni possono essere molto diversi. Quello descritto sopra è un approccio “dal basso” che privilegia gli attori che svolgono effettivamente attività di ricerca e di trasferimento della conoscenza.


Questo richiede, per tanti aspetti, un cambio di mentalità anche nei soggetti vicini al mondo della ricerca (un modo comune di sentire e di lavorare).

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