A elena bernardi



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B E R G A M O



A DOMENICA FACCIOLI

1948(Verona#1828.08.31)


Il non arrivo di qualche lettera e la partenza affrettata della Canossa hanno lasciato nella comunità di Bergamo un forte vuoto. Ora, con il suo scritto. lo colma e dà anche una più chiara risposta per la sistemazione di un angolo di cucina, che deve essere riparato. Però ella ha sbagliato a trattare col Padovani che, avvezzo come è a cose in grande, farà fare spese «in grande», mentre l'Istituto è povero e si deve limitare a semplici rappezzi.
V .G. e M. Carissima Figlia
Sento dalla cara vostra che siete state tutte in pena per me, e per le Care Compagne, ma intesi anche, avendo voi ricevuto la mia, nella quale vi diceva l'ottimo viaggio che avevamo fatto, che apportò moltissima consolazione a voi tutte, anzi vi confermo le nostre buone notizie, e come la buona Deodata1, dopo che è qui, se la passa proprio bene, e ci ajuta, e tutte l'hanno cara, perchè è vecchia, si può servirsene in molte cose.

Credo senza dubbio, al vostro dolore, che avete avuto per non potermi parlare, anche a me vi dico il vero mi è molto rincresciuto, ma la gran stanchezza, ed il tempo breve, come avete già veduto, ci privarono di questo piacere. Mi sono poi consolata vedendo, che la Cara Rosina2, e la Cara Maddalena3, siano restate così quiete; sia benedetto il Signore.

Rapporto al Signor Padoani dalla gran confusione che mi trovava, io non mi ricordo niente, mi pare però se non m 'inganno, di avervi detto che del noto affare Don Giovanni Zanetti4 avrebbe parlato con Don Cattaneo5, e questo poi con il Signor Lar .

Vi dico però di raccontar tutto al suddetto Don Giovanni Zanetti, e regolatevi secondo egli vi dirà, e per aver voi parlato col Padovani si vuole pazienza. Adesso quel che è fatto, è fatto. Ma mi rincresce che abbiate fatto vedere allo stesso il cantone della cucina, si sà che essendo avvezzi a fare affari da signori non può altro che dire le cose in grande, ma noi siamo povere, e non possiamo fare tante spese. Però fatte così, chiamate il Valsecchi6 fatte esaminare la cosa, e sentite se si potesse fare la fattura con minor spesa, se poi avesse da portar un gran danno alla muraglia, non voglio impedirvi di fare la fattura necessaria puramente.

Un'altra volta regolatevi col non far vedere i bisogni della casa al Signor Padovani. Scrivette pure alla Teresa7, ch 'io la rimborserò.

Rapporto al Signor Conte Don Luca8, sappiate che egli vuole che la giovane di Telgate9 la prenda per Rovato, onde per adesso ricevettela pure e quando poi verrò per levarvela, ve ne condurrò un'altra. La Carta ch'esso manda a domandare, è quella che ho fatto colla Checchina10, cioè della dote, dei tre anni di noviziato, e della mobilia, onde mandategliela che è quella che manda sempre a domandare.

I miei più distinti doveri al Veneratissimo Signor Don Giovanni, vi abbraccio tutte, e vi lascio nel Cuor Santissimo di Maria. Io di salute mi diffendo solo un poco stanca vi prego di fare molta orazione per me in particolare applicare per me la novena presente della Santa Bambina.

Di nuovo vi abbraccio. Mi dimenticava di dirvi, che se siete a tempo, cioè se ancora non è ritornato il Piva qui a Verona, di mandare alla Deodata quella cottoletta di pano11 che tanto le accomoda, se mai poi fosse partito il Signor Piva, vi raccomando al primo incontro che avrete di spedirgliela.

Quando verrà la Catterina di San Polo12, ditele che quando anderà da quel Religioso di Trascorre13, di pregarlo di voler benedire una buona sposa del paese della Deodata che da tanto tempo è inferma ed i medici non sa(n) più cosa farle. E questa sentendo raccontare le grazie che fa Maria Santissima col mezzo di cotesto santo sacerdote ha tanta fede che spera di ottenere la grazia della guariggione e similmente un'altra persona inferma desidera una tal grazia col mezzo della santa benedizione del suddetto sacerdote.

Rapporto alla Maria di Telgate. Il Signor Conte Don Luca Passi si è preso meco l’impegno di parlare al Signor Conte Enrico Passi14 di lui padre perché voglia premdersi il disturbo di far tutti gli affari della medesima postulante Maria, onde per quest’oggetto state quieta che già tutto andrà bene. Spero che per la fattura del cantone della cucina mi saro spiegata. Dite a Valsecchi che essendo questo un anno tanto cattivo io vorrei ristringermi al solo indispensabile che per ciò se si potesse far solo con un poco sarebbe il mio desiderio e che cerchi di fare una spesa piccola. Riveritemelo tanto e datemi nuova di Ambrosino15.

[Verona] 31 agosto [1828]

Vostra Aff.ma Madre


Maddalena Figlia della Carità



A MARGHERITA ROSMINI

1949(Verona#1828.09.03)


Il regalo che dovrebbe fare la Rosmini e che consiste in un facsimile del tableau delle Figlie della Carità, ma coi simboli dipinti e legato in oro, secondo la Canossa e certi suoi conoscenti, è risultato un vero gioiello. Ora preghi per il suo viaggio in Romagna, che le è gravoso per la situazione piuttosto difficile.

V.G. e M. Carissima figlia

Mi tengo certa, che dal maestro di Casa Sagramoso16 abbia ri cevuto il tablò che in una piccola casettina ben custodito le mandai ma non vedo l’ora di saperne nuova.

Vorrei credere, che non le dispiacerà la pitura tutti la trovaro no bellissima. La mia Durini17 fu mortificatissima perchè sbaglia rono nella legatura che doveva essere piÙ elegante a due colori. La spesa è la stessa essendo pur d’oro, ma la fecero come le nostre. La Durini mi fece fare, e non volle pagamento col suo quel quadretto nero che si apre come avrà veduto. A dire il vero a me piace più semplice senza quadretto. Vedrà poi lei. Mi racconto la Durini che passando da Vaprio 18 si fermo dalla sua nipote Castelbarco19 che mostrò a quella famiglia il tablò che mi prestava, e che quei signori trovarono la pitura bellissima, ed il tablò addattato a fare un regalo noi così alla semplice. Come le dissi spero che con del danaro che cercai proccurare per la Irene20 si pagherà senza ch’ella si disturbi. Le scriverò poi perchè possa notarlo su quella partita. Non è di quello di suo padre ma lo noterà ricevuto da me. Oggi anzi che aspetto Mezzari21 saprò notizia della carta dei due cento napoleoni 22 per cadauna di suo padre.

Vorrei sperare che avrà ricevuto il Crocefisso della sua mamma quando non ce lo avessero perduto perchè mostrò il signor Maestro, e il conte Salvadori cosa da niente il trovarlo.

Per la buona Teresina 23 per la quale le unisco una lettera come anche per la Baldassarelli24 si è regolata benissimo. Cerchi di andarle parlando, ed alleggerendole il patire appunto col farle coraggio richiamarle quanto a tale proposito le diceva Angelina Galvani Don Battistino, ed io.

Per la buona Cattina 25 questo medico crederebbe che dovrebbero giovarle molto le acque di Rabbi 26. Non ho avuto coraggio col mezzo del signor maestro Sagromoso di mandarti le Regole perchè non ho col medesimo tanta confidenza, ma sta certa che al primo incontro le avrai certamente insieme con quei libri che potrò.

Ti prego di darti coraggio, e sta sicura che il Signore ti ajuterà e già capisco a star quì che fai bene. La mia partenza per Rimini 27 quando altro non succeda sarà il giorno quindici. Ricordati la tua promessa dell’orazione. Mi conforto perchè il mio viaggio sarà nella novena dell’Addolorata. Mi raccomando alla carità delle tue orazioni. A Monsignorè28 scrivo con questo stesso ordinario. Assicurati che tante, e tali sono le mie occupazioni che mi è propiamente impossibile scrivere anche le cose doverose. Vi abbraccio tutte di vero cuore, e tutto vi lascio nel Cuor santissimo di Maria.

Se tu sai qualche cosa del signor Don Antonio ti prego di dirmelo.

Di te carissima figlia

I miei doveri al signor Don Natale29. Tanti cordiali saluti alle care compagne. La tua Cristina30ti abbraccia
Verona li 3 settembre 1828

_______________________


NB. Lettera spedita, ma senza firma. Molte inesattezze ortografiche.

Alla Nobile Signora

La signora Margherita Rosmini

De Serbati

ROVERETO

A ELENA BERNARDI

1950(Verona#1828.09.06)


La Durini, rientrata a Milano, si era mostrata molto preoccupata per la salute della Canossa, la quale, con questa lettera, dimostra che le apprensioni dell’amica sono del tutto infondate. Si trattava solo di molta stanchezza, dopo tanti viaggi. Mons. Zoppi, da Massa, è andato a Roma. Prima però le aveva scritto chiedendole se le necessitava qualche suo intervento nella città eterna. Ora vorrebbe ringraziarlo, ma non le ha mandato l’indirizzo. Glielo procuri lei.
V.G. e M. Carissima figlia
Riscontro la carissima di lei lettera mia cara figlia, nella quale intesi le notizie, che diede la cara Durini31 di mia salute, e come la stessa fu in pena per me, si vuole poco, per mettere in pena la Durini a mio riguardo.

Non posso negarlo, che appena arrivata a Bergamo mi trovavo molto stanca, anche perché era pochi giorni che avevo fatto il viaggio da Trento a Verona.

Dopo però il mio ritorno alla patria, ed avendo riposato un poco, mi sento sollevata alquanto della mia stanchezza, e di salute me la passo benino, così pure discettamene si diffendono tutte le care compagne, e la Deodata32 dopo che è qui sta molto meglio.

Rapporto alla gola grossa della Maddalena33 non è come forse ella si figura, sappia che molto da quello che era gli è calata, appunto perchè la portai da Milano una mantechino da ungersi, ma credo che non abbia pazienza di farlo ogni giorno, occorrendo però approfitterò della di lei carità.

Mi consolo di sentire che tutte di salute si diffendono. Lei procuri di governarsi, ho poi sommo contento della quiete, e pace che gode nella piccola solitudine.

La ringrazio poi tanto della carità che vuol farmi di copiare le Regole, la prego di copiarmi le piccole cioè quelle che devo presentare perché mi serviranno per la fondazione di Rovato, anzi sappia, che ho qui la fondatrice34, e si porta da angelo.

Il dubbio che ella ha di quella parola, non va male, ma anzi benissimo.

Ricevetti una lettera da Mons. Zoppi35, ma si vede che era scritta da varj giorni, nella quale mi dice, che deve portarsi a Roma, e se aveva bisogno di qualche cosa da quelle parti, ma non mi fece l’indirizzo.

A dirla a lei, non ho bisogno di disturbare in niente Monsignore per quella capitale. Solo vorrei oregarla di domandare al fratello36 del suddetto Monsignore l’indirizzo esatto, e di scrivermelo poi lei a posta corrente, perché volendo riscontrare la lettera, e ringraziandolo di tanta bontà, sappia almeno dove dirigere la lettera.

Sappia che presto devo incontrare un altro viaggio, e questo verso Rimini37, per andare a trovare la cara Isabella38.

La prego di farmi raccomandare assai al Signore, e di applicare secondo la mia intenzione la prossima novena di Maria Addolorata.

Conto a Dio piacendo di partire il giorno quindici corrente, perciò ho bisogno di gran orazione, mi raccomando dunque alla di lei carità anche pel tempo della mia dimora colà.

Se prima di partire non potesse per la moltitudine degli affari scriverle, non si prenda pena se non vede le mie lettere, subito poi che sarò arrivata a Rimini le darò mie notizie.

L’abbraccio unitamente alle care compagne lasciandole tutte nel santissimo Cuor di Maria.


Di lei carissima figlia
Verona li 6 settembre 1828

Sua affezionatissima Madre

Maddalena Figlia della Carità39

A DOMENICA FACCIOLI

1951(Verona#1828.09.07)

[Verona, 7 settembre 1828]
Notizie e consensi di interesse interno. Insistente la richiesta di preghiere perché la Canossa dovrà, a metà del mese, partire per Coriano..
V.G. e M. Carissima Figlia
Riscontro la Cara vostra, e in pari tempo vi significo d'aver rice­vuto dal Signor Piva, le vostre lettere, ed il fagotino. Troverete qui occluse le due risposte, una per la Cara Rosina40, l'altra per la Cara Maddalena 41.

Rapporto al Signor Padovani42 ho inteso tutto. Fatte pure acco­modare i coppi. Mi consolo tanto che l'Ambrosino stia un po me­glio, così pure che voi altre ve la passiate di sufficiente salute. Io grazie al Signore mi diffendo, come anche la Cara Deodata43 conti­nua a tar bene, l'altre discrettamente se la passano.

Mia Cara Figlia, domani è il giorno della nostra cara Santissima Bambina, vi prometto che pregherò molto per voi, ma voi poi fatelo per me avendone molto bisogno, anzi vi prego di fare la prossima novena di Maria Santissima Addolorata secondo la mia intenzione, come pure l'altre due susseguenti ricordatevi sempre di me.

Già trovo inutile questa raccomandazione conoscendovi abba­stanza e sapendo la vostra gran premura e tenerezza che avete ver­so di me.

Rapporto alla giovane di Telgate44 ricevetela pure; quando vi sono il più per qualche piccola cosa, sono cose combinabili.

Il giorno quindici conto a Dio piacendo di partire per Rimini45, e se mai giovedì non potessi scrivervi non vi prendete pena che vi scriverò subito che sarò arrivata colà. Anche per questo mi racco­mando mia cara figlia alla vostra carità.

Riguardo alla seta vi ringrazio tanto della vostra premura e di tanti incomodi che avete avuto tutte. Ma non fidandomi perche du­bito che abbia da calare, e se non sono ben assicurata. Però non ne feci alcuna parola al Carlino46 e lascio la cosa così.

Tanti doveri al Signor Don Giovanni47. Vi lascio in fretta nel Cuor Santissimo di Maria

Vostra Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità48


A DOMENICA FACCIOLI

1952(Verona#1828.09.09)


La Canossa riesce ancora a scriverle prima di partire per Coriano ed è contenta perché può darle qualche incombenza, tra cui quella di provvedere il vino.
V.G. e M. Carissima Figlia
Credeva di non potervi scrivere prima di partire, ma avendo un’incontro per costì, di nuovo mi dò il piacere di darvi le mie noti­zie, le quali grazie al Signore sono sufficienti, come pure tutte le al­tre discrettamente si diffendono.

Vi spedisco mia Cara Figlia duecentotrenta lire acciò possiate provvedere il vino. Vi mando un plico che consegnerete al Padre Cu­rato49, ed al quale presenterete i miei complimenti.

I miei distinti doveri al veneratissimo Signor Don Giovanni50, ed a tutta la famiglia Camozzi51, anche a nome della scrivente. Vi prego di continuare sempre, a pregar per me, particolarmente pel viaggio che sono per intraprendere.

Da miei nipoti riceverete il tutto. Il valore dei libri che spedisco pel Padre Curato, è di tre bavere52 meno ottanta centesimi che mi restò, anzi mi diedero indietro i Cappuccini del danaro che mi diede il Padre Curato da consegnargli, ed essi mi diedero 80 centesimi. Onde riceverete tre bavere meno 80 centesimi.

Vi abbraccio tutte di vero cuore, e vi lascio nei Cuori Santissimi di Gesù, e Maria
Di Voi Carissima Figlia

Vostra Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità53
Verona li 9 settembre 1828

A MARGHERITA ROSMINI

1953(Verona#1828.09.09)


Prima di partire per Coriano, la Canossa le invia poche righe perché la ristrettezza dei tempo lo esige, ma il suo affetto è ugualmente molto intenso. Per il numero delle ragazze da ricevere nella scuola, le indica una cifra approssimativa, ma la sollecita a di­sporre liberamente, pur tenendo conto di non affaticare troppo le insegnanti.
V.G. e M. Carissima Figlia
Avvicinandosi il momento della mia partenza per Rimini54 che sarà il giorno 15 lascio pensare a lei mia Cara Figlia, quanti sono gli affari che mi circondano, perciò non posso scriverle altro che que­ste due sole righe, dovendo anche in questo punto andare in parlatorio col Superiore55.

Le mando dunque què pochi libri, che la ristrettezza del tempo, mi ha permesso di poter trovare e le Regole.

Non creda, mia Cara Figlia, che il poco scrivere che faccio pre­sentemente dipenda dal poco amore, ma bensì dall'impossibilità di potermi di più dilungare, mi riservo di scriverle da Rimini più a lungo. Rapporto al numero delle ragazze della scuola, io sarei di parere di riceverne dalle trenta, alle quaranta, anche per non aggra­var le Compagne, e poi vi fosse un qualche caso estremo, o straordi­nario si regoli pur Lei, e non si leghi, ma faccia quello che giudica senza legami. Mi raccomando caldamente alla carità delle loro ora­zioni, abbracciandole tutte di cuore le lascio nel Cuor Santissimo di Maria. I miei più distinti doveri a Monsignor Vicario56.

La mia salute va benino.


Di Lei Carissima Figlia

Verona li 9 settembre 1828


Sua Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità57



A MARGHERITA ROSMINI

1954(Verona#1828.09.12)


La Canossa le ha mandato alcuni libri da lei richiesti. Quando andrà a Venezia gliene manderà altri. Per l'aspirante che le ha proposto non può darle che un risposta negati­va, tanto più che dovrebbe essere accolta a Milano, dove l'aria è ben diversa dalla sua. Invece preghi perché il suo viaggio in Romagna abbia buon esito.
V.G. e M Carissima Figlia
E' verissimo che ricevetti diverse lettere, ed alle quali io credo di averle sempre risposto, e per la posta, o per occasione.

Sarà servita riguardo all'essere cancellata dall'Associazione del Bernardi. Io suppongo che a quest'ora avrà ricevuto quei pochi libri che potei trovare, e li feci tenere al Signor Don Leonardo58, che doveva portarsi verso Rovereto59. Non mi fu possibile trovare il libro delle prediche di San Francesco di Sales60, ho però piacere d'aver prevenuto i di Lei desiderj, coll'avere mandato quello delle massime di Santa Giovanna di Siantal61 che le servirà per dopo la colazione come Ella mi dice. Quando andrò a Venezia potrò spedir­gliene varj di più, e mi lusingo anche di trovare le prediche suddette.

Rapporto a cotesta giovane che si chiama Santa, ho inteso tut­to; ma sappia mia Cara Figlia, che non m'impegno di proporla a Mi­lano a motivo dell'aria tanto differente da quella di costì, e temo che quella di colà non le sarebbe confacente. Di più poco tempo fa m'erano state proposte due giovani contadine, sanissime, e fortissi­me, e sono in trattato. Mi dispiace in questo, di non poter compiace­re quella buona giovane.

Sento che tutte le cose di costì camminano bene, l'assicuro mia Cara Figlia che ne provo somma contentezza; sia sempre ringraziato la bontà del Signore che si compiace di tutto benedire. Lei dunque si dia tutto l'animo, e confida assai in Maria Santissima. Le confermo mia Cara Figlia le mie buone notizie, come di salute grazie al Signore mi diffendo, e come domenica, a Dio piacendo partirò per andar a riposar la notte al Grezzano62, per poi proseguire il mio viaggio per Rimini63; da colà poi le scriverò più in diffuso. Mi rac­comando quanto posso, alla carità delle di Lei orazioni, ed a quelle delle Compagne che di cuore abbraccio. La scrivente la riverisce di­stintamente unitamente a tutte le di Lei Compagne, e anche a nome della cara Cristina64. Abbracciandola di vero cuore la lascio nel Cuor Santissimo di Maria. I miei rispetti a Monsignore


Di Lei Carissima Figlia


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