Sulle ragioni della paura di Roberto CALVI, secondo le indicazioni provenienti da Anna CALVI
La difesa ha invocato le dichiarazioni di Anna CALVI per sostenere che il banchiere fosse spaventato di essere controllato alla frontiera e non di essere ucciso. Non è così. Anna CALVI ha dichiarato che il padre le aveva detto, a ridosso dell’ultimo week end di Maggio, di temere per la propria incolumità e per quella dei suoi familiari: “molti sarebbero pronti anche a uccidere” (v. pad. 14 trascr. udienza 20.6.2006 – vedi all. n. 37). Si riporta, qui di seguito, il relativo brano della sua deposizione.
P.M. TESCAROLI: senta, passiamo ora all’episodio, alla vicenda in cui suo padre manda sua madre a WASHINGTON nel Maggio dell’82, ecco lei ricorda se suo padre le disse che lei e sua madre eravate in pericolo?
CALVI A.: sì, che... che noi fossimo in pericolo era una cosa che diceva già da... non dico mesi, addirittura anni, tanto che io ero costretta a muovermi con un automobile blindata e con una scorta, ma negli ultimi mesi la cosa era diventata molto pressante e... mio padre continuava a ripetermi che dovevo andare via, già precedentemente mia madre... era riuscito a convincere mia madre ad andare a passare un periodo a LONDRA, poi lei era tornata e adesso aveva ricominciato a discutere questo e... questo problema dicendo che tutte e due dovevamo partire, ora mia madre ha obbedito, ha preso l’aereo e a metà Maggio... probabilmente direi quel lunedì subito dopo quel week-end in cui è venuto CARBONI e... mia madre è partita ed è andata a stare con mio fratello, mentre io mi sono rifiutata con la scusa degli esami, perché in realtà non volevo partire, e sono rimasta a MILANO, però devo dire che ho partecipato anch’io nel convincere mia madre che oltretutto era sempre in grande ansia, quindi in realtà creava ancora più tensione.
P.M. TESCAROLI: sì. Senta, anche suo padre aveva paura per se personalmente?
CALVI A.: mio padre aveva senz’altro molta paura e... era... si preoccupava di tutto, aveva negli ultimi mesi aumentato le precauzioni, tra cui avevamo un’ingente scorta e... bisognava sempre uscire con le guardi del corpo... stava molto attento a quello che faceva e... e continuava a dire: “io sono molto preoccupato per la mia vita”, e poi ricorderò sempre la frase in cui disse... proprio parlando di questo problema con lo IOR mi ha spiegato e... questo è stato verso... proprio che ne abbiamo parlato esplicitamente verso diciamo l’ultimo week-end di Maggio mi disse: “sono molto preoccupato”, allora io gli chiesi: “perché?” e mi spiegò questo concetto dei suoi rapporti con lo IOR e mi disse: “però io credo di avere risolto, forse poter risolvere il problema, ho trovato un sostegno da parte dell’OPUS DEI, tuttavia ci sono moltissime persone che sono contrarie a che questo affare, che sarebbe risolutivo, venga portato avanti e cioè tutta la parte in VATICANO che...” diciamo che dirigeva lo IOR o che comunque era... diciamo che aveva condotto gli affari con lui fino allora era contraria, mentre un’altra parte del VATICANO era invece favorevole, e diceva: “siccome stiamo parlando di una grossissima somma di denaro, per questa somma di denaro molti sarebbero pronti anche a uccidere” e... e poi diceva: “sai e...”, e qui riporto le sue parole: “i Preti in fondo credono che ci sia una vita dopo la morte, quindi che importanza ha anche se ammazzano qualcuno, tanto questo qualcuno avrà comunque una vita, ci sarà sempre il paradiso o l’aldilà”, frase molto ironica e... tuttavia lui pensava quindi che ci fosse qualcuno senza... che ci potesse essere qualcuno senza scrupoli che avrebbe potuto senz’altro ucciderlo e... o che avrebbe potuto prendere noi e usarci come... come metodo per convincerlo a fare qualcosa o... Ma diciamo che la persona... quello di cui lui più era preoccupato era se stesso, certo ci voleva fuori dall’ITALIA perché non fossimo sottoposti anche noi a... a questo problema.
Sul significato dell’espressione ‘LHS’ riportata sul libretto di volo del pilota NAF
La difesa ha ritenuto che l’espressione ‘LHS’ significhi volo di addestramento. Ha esibito copia del libretto di volo di NAF relativo al viaggio del 15 Giugno, facendo notare che sulle tratte Ginevra-Zurigo e Amsterdam-Londra vi è tale annotazione. Ne ha tratto la convinzione che CARBONI quel giorno non si recò a Londra ma ad Amsterdam.
Il rilievo difensivo non è fondato. Infatti, il pilota NAF ha spiegato che LHS significa “che io stavo seduto a sinistra e non che si tratti di un volo di addestramento”. Nel caso in specie, si è trattato di voli effettuati ‘sotto l’esame del capitano, del controllo del capitano’ (v. pag. 125 – 126 trascrizione del 21.03.2006). Ciò non consente di ritenere che l’aereo abbia viaggiato da Amsterdam a Londra a vuoto, senza passeggeri e diviene arbitrario desumere dalla presenza di quella sigla che sulla tratta Amsterdam – Londra non abbia viaggiato nessun passeggero. Va in questa sede richiamato quanto già esposto da pag. 109 a 125 dell’atto d’appello, ribadendo che è stato pagato il costo pari a 12.275 Franchi, corrispondente alla tratta sino a Londra e non la minore di 8.890 Franchi pari al solo viaggio sino ad Amsterdam. (vedi all. n. 38).
A sostegno della propria tesi la difesa si è chiesta come sono giunte a Londra le KLEINSZIG, se si assume che non vi siano stati voli di linea il 16 Giugno da Amsterdam a Londra. In proposito, è sufficiente evidenziare che le KLEINSZIG possono aver utilizzato un volo privato.
Sul controllo dell’identità dei passeggeri sui voli privati
Il difensore assume che sui voli privati l’identità dei passeggeri veniva controllata. Non ci dice, però, da cosa risulta la circostanza.
Dalle risultanze in atti emerge il contrario. Infatti, dai libretti di volo e dalla documentazione acquisita nessuna traccia è emersa dei passeggeri, con riferimento ai viaggi aerei attenzionati del 15 Giugno (Zurigo-Londra), del 18 Giugno (Ginevra-Londra e ritorno), del 20 Giugno 1982 (Ginevra-Edimburgo e rientro)
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