Sociolinguistica sociolinguistics l-20


relatività linguistica Vedi Ipotesi Sapir-Whorf repertorio linguistico



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relatività linguistica


Vedi Ipotesi Sapir-Whorf

repertorio linguistico


Vedi cap. 5.2. e passim

restrizioni


Ingl. constraints: dal punto di vista della linguistica formale,ogni variazione deve essere sottoposta a un set di regole di grammaticalità.

rete sociale

ridondanza


E’ un principio della teoria della comunicazione: eccesso, in un messaggio, di elementi significativi e di informazioni rispetto allo stretto necessario per la corretta comprensione e la ricezione del messaggio stesso: si ricorre alla ridondanza, nelle telecomunicazioni, per aumentare la probabilità di un’esatta ricostruzione del messaggio anche in presenza di disturbi o rumori.
In linguistica, mancanza di contenuto informativo specifico in uno o più elementi di un testo orale o scritto, per cui quegli elementi risultano superflui (o ridondanti). Nella critica letteraria, presenza, in un testo, di elementi stilisticamente ricercati che risultano esclusivamente formali ed esornativi.
In retorica il pleonasmo è una ridondanza che consiste nell'utilizzo di un termine superfluo. Es. A me mi piace.

Apparentemente contraddice il principio dell’economia di Andé Martinet.


Vedi: Isabella Chiari. Ridondanza e linguaggio. Un principio costitutivo delle lingue. Roma Carocci 2002

riferimento

rivitalizzazione linguistica

ruolo sociale


Cap. 5.7

segnalatori sociolinguistici = markers


sesso

Cf. 4.1.4


sfera


= dominio. Cf. 5.9.: sfera politica, sfera pubblica, sfera religiosa, sfera sociale, sfera scolastica, sfera professionale.

shibbolet ( o scibbolet)  stereotipo.


Shibbolet è un tratto tipico della lingua che serve come distintivo; a volte è un contrassegno linguistico usato come lasciapassare. Si può definire anche replica enfatica di una nozione che è diventata saliente. Lo shibbolet agisce come uno stereotipo.

 Il termine shibbolet deriva da un noto episodio dell’A.T.: I Galaaditi seguaci di Jefte per scovare gli Efraimiti li obbligano a pronunciare ebr. šibboleth ‘spiga’ e ’torrente’; se dicono sibboleth vengono riconosciuti e uccisi.

Giudici 12,5: I Galaaditi intercettarono agli Efraimiti i guadi del Giordano; quando uno dei fuggiaschi di Efraim diceva: «Lasciatemi passare», gli uomini di Gàlaad gli chiedevano: «Sei un Efraimita?». Se quegli rispondeva: «No», [6] i Galaaditi gli dicevano: «Ebbene, dì Scibbolet», e quegli diceva Sibbolet, non sapendo pronunciare bene. Allora lo afferravano e lo uccidevano presso i guadi del Giordano. In quella occasione perirono quarantaduemila uomini di Èfraim.
 Lo stereotipo dell'accento galileo che tradisce Pietro è riferito dai sinottici Mc 14,70; Lc 22,59: Mt 26,73; ma solo Matteo menziona l'accento galileo di Pietro: «Ἀληθῶς καὶ σὺ ἐξ αὐτῶν εἶ, καὶ γὰρ ἠ λαλιά σου δῆλόν σε ποιεῖ. Vere et tu ex illis es nam et loquella tua manifestum te facit. Certo anche tu sei di quelli; la tua parlata ti tradisce!».
 Sullo shibboleth gamal/jamal vedi M. Pei, What's in a Word?, New York 1968, 92-94: I Drusi siriani imponevano ai prigionieri di nominare il cammello; se pronunciavano gamal (come gli Egiziani invasori), anziché jamal come i Siriani, venivano trucidati (Cf. M. Cortelazzo, Curiosità linguistica nella cultura popolare, Lecce, Milella, 1984, 14).

 serbocroato štokavo e čakavo perché i primi dicono che cosa? što e i secondi čo.

lingua d'oc e d'oil

Guerra dei vespri: sic. ciciri


Sornig Karl (1977), Scibboleth, linguale Andersheit, intra- und extralinguale Aggression u. dergl., in «Grazer linguistische Studien», V, 100-125; trad. it.: Scibboleth, diversità linguistica, aggressione intra ed extralinguistica e sim., in Cortelazzo Manlio (1984), Curiosità linguistica nella cultura popolare, Milella, Lecce, 109-136. *

G(iorgio) B(ertone) in Beccaria, Diz. di linguistica, s.v.



Situazione comunicativa


La stretta correlazione tra lingua e dominio si attualizza quando tutte le componenti di un determinato dominio siano cooccorrenti. (ad es. docente + allievo durante una lezione universitaria): fattori in gioco nel definire il dominio dell’istruzione fanno scattare la scelta di una varietà formale come l’italiano parlato formale; se rendiamo incongruente uno o più fattori spostando la scena nel corso di una chiacchierata informale che avvenga ad esempio durante una situazione meno formalizzata, l'interazione comunicativa verrebbe ad essere governata da più domini contemporaneamente (ad es. 'istruzione' più 'relazioni amichevoli') e quindi il parlante dovrà servirsi della sua versatilità e della sua immaginazione per decidere quale varietà adottare.

situazione sociale

slogan


Nocentini: (1930) «frase suggestiva e sintetica usata nella propaganda e in pubblicità». Ingl. slogan ‘motto, frase pubblicitaria’, dal gaelico di Scozia sluagh-ghairm ‘grido di guerra del clan’ (composto di sluagh ‘esercito’ e gairm ‘grido’).

DELI 1212: «Motto creato per caratterizzare un prodotto e al quale viene costantemente accoppiato in ogni manifestazione pubblicitaria».

Ad esso è accoppiato il jingle: Motivo musicale creato ad hoc per il testo pubblicitario.

società

socioletto

sociologia del linguaggio

sottocodice

standardizzazione

status sociale

stereòtipo (stereotyp)  shibbolet


Pregiudizio linguistico, elemento della competenza semantica del parlante.

Associazione di alcune variabili linguistiche (accento, varietà locale) a un tratto particolare della personalità (intelligenza, cordialità, virilità, effeminatezza). Spesso nei rapporti interpersonali giudichiamo in base agli stereotipi (Lyons 1984:282).

Gli stereotipi costituiscono il significato sociale, che si aggiunge a quello espressivo. Sono alla base della caricatura.

Labov 1972:248: collegamento consapevole tra caratteristiche linguistiche e caratteristiche non linguistiche

Quintiliano, Inst. orat. I, 5,33, parlando della orthoepeia, la retta pronuncia, condanna i suoni “proprii et inenarrabiles”: sunt etiam proprii quidam et inenarrabiles soni, quibus nonnumquam nationes deprehendimus. ‘Ci sono poi difetti impossibili a descrivere, che ci fanno criticare la nazionalità di chi parla’.
Cortelazzo M. (), Curiosità; Hudson Richard A., Sociolinguistica, Il Mulino, Bologna 1980. Lyons John (1984), Lezioni di linguistica, Roma-Bari, Laterza, 231-244.


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