linguicidio
Cf. cap. 10. Le politiche inguistiche
macrosociolinguistica
Cap. 1.1.4
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Una variabile (extra)linguistica come l’indicatore e lo stereotipo; cf. cap. 6.4.3
mesoletto metafora
La metafora (gr. μεταφορά ‘trasporto’) è la mappatura (mapping) di un dominio di partenza in uno di arrivo. È un atto creativo (poe-sia) che sottende ogni processo cognitivo e ogni categorizzazione linguistica. L'illusione dei cognitivisti è che esista e si possa scoprire un lessico universale delle metafore.
Grande attenzione si riserba oggi alla Teoria della Metafora di G. Lakoff (Lakoff's theory of Metaphor), condivisa da altri linguisti (Mark Johnson).
microsociolinguistica
Cap. 1.1.3
minoranza modalità
La modalità è l'espressione dei concetti di possibilità, realtà, necessità.
È una categoria semantica e logica che caratterizza le frasi assertive e comprende verbi (dovere, potere, avere da, essere da, bisogna), nomi (certezza, possibilità, ecc.), avverbi (certamente, possibilmente, ecc.), ecc., mentre il modo è una categoria morfologica.
La modalità si esprime linguisticamente in due grandi tipi: modalità epistemiche e modalità deontiche.
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Le modalità epistemiche segnalano il grado di impegno del parlante nei confronti della verità proposizionale dell'enunciato. Si collocano in una scala continua che include certezza, possibilità, probabilità. Tali modalità vengono di solito grammaticalizzate nel sistema di marche flessive che costituiscono la categoria verbale del modo (moods: indicativo, imperativo, congiuntivo). L'espressione di tale modalità è flessionale.
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Le modalità deontiche segnalano un condizionamento sull'agente dell'azione espressa nell'enunciato. Modalità deontiche: preghiera, desiderio, comando, divieto, obbligo, permesso, ecc. (“agent-oriented modalities”: Bybee 1985). Tale modalità non si esprime in genere nella flessione, ma mediante altri mezzi (derivazione, strutture perifrastiche).
Alcune classi di parole possono assolvere ad una funzione epistemica o deontica, a seconda del contesto frasale: verbi modali inglesi must, may
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La modalità aletica (alethic modality, modalité aléthique, detta anche modalità ontica o aristotelica) concerne la verità degli stati di cose asseriti, che possono essere necessari o contingenti, possibili o impossibili.
modello naturalezza (naturalness)
La naturalezza, che contraddistingue le lingue cosiddette “naturali” è una forza antagonista dell’arbitrarietà. Essa tende ad omologare le lingue ed agisce secondo due gradi d’intensità.
Il primo grado è rappresentato dall’isomorfismo, cioè dalla corrispondenza fra la forma e il significato, nel senso che ad ogni unità sul piano della forma corrisponde un’unità sul piano del significato («one to one»).
Il secondo grado della naturalezza è rappresentato dall’iconicità, che istituisce un rapporto di somiglianza fra la forma e il significato. Trattandosi di due sostanze diverse, la somiglianza fra forma e significato è di natura simbolica e tende a ristabilire fra i due piani la motivazione che si è perduta grazie all’arbitrarietà. Come rileva Nocentini [], la naturalezza non è sinonimo di spontaneità e d’immediatezza, ma indica piuttosto la regolarità e la trasparenza, grazie alle quali è possibile istituire un rapporto di motivazione fra forme e strutture da un lato e significati e referenti dall’altro. La naturalezza è il dominio dell’universale, l’arbitrarietà quello del particolare.
Naturalezza fonologica
Corrispondenza fra la forma dei fonemi e delle sillabe e il mezzo che le realizza, cioè l’apparato fonatorio.
onomatopee
ideofoni
lessico infantile: Le prime emissioni foniche intenzionali sono costituite da sequenze elementari, cioè sillabe CV formate da vocali e consonanti fondamentali, come tata e papa (sorde), dada e baba (sonore) nana e mama (nasali). Possiamo considerare queste sequenze come «parole naturali»,
Naturalezza morfologica
In morfologia la naturalezza riguarda le tecniche con cui si realizzano i procedimenti flessivi. L’isomorfismo, com’è facilmente intuibile, consiste nella corrispondenza di uno a uno fra categorie morfologiche e morfemi flessivi.
La flessione del turco, sia nominale che verbale, è un caso esemplare di isomorfismo: da una base lessicale come ev ‘casa’ si ottengono le forme del numero (plurale), del possessivo e del caso, aggiungendo di volta in volta un suffisso nell’ordine citato, secondo il modello riportato sotto:
turco ev ‘casa’
pl. –ler poss.- im loc. –de pl.+ poss./ pl. + loc. pl. + poss. + loc.
ev-de
‘in casa’
ev-im ev-im-de
‘la mia casa’ ‘nella mia casa’
ev-ler ev-ler-im ev-ler-de ev-ler-im-de
‘case’ ‘le mie case’ ‘nelle case’ ‘nelle mie case’
Naturalezza lessicale
Nel lessico l’isomorfismo tende a restituire alle parole la motivazione perduta per via dell’arbitrarietà:
Neurolinguistica
Le scienze che studiano il cervello umano (neuroscienze) sono interessate ai concetti della linguistica. I neuroscienziati lavorano in collaborazione con i biologi (biolinguistica).
Numerali.
La nota anomalia del francese, che ha rimpiazzato septante, octante e nonante con soixante-dix, quatre-vingt e quatre-vingt-dix si giustifica come una ricerca di naturalezza sostituendo forme opache con altre (parzialmente) trasparenti.
dix-sept ‘dieci-sette’
dix-huit ‘dieci-otto’
dix-neuf ‘dieci-nove’
Sistemi parentelari. Un altro settore del lessico che si presta bene come esempio è la terminologia della parentela, in quanto riflette un sistema strutturato e quindi commensurabile in lingue diverse.
In inglese i termini della parentela lineare, ascendente e discendente, presentano un isomorfismo evidente.
grandfather ‘bisnonno’ great-grandmother ‘bisnonna’
grandfather ‘nonno’ grandmother ‘nonna’
father ‘padre’ mother ‘madre’
son ‘figlio’ daughter ‘figlia’
grandson ‘nipote’ granddaughter ‘nipote’
great-grandson ‘bisnipote’ great-granddaughter ‘bisnipote’
Analogo isomorfismo si riscontra nella terminologia dei fratelli/sorelle dei genitori:
italiano
latino
patruus
zio paterno
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amita
zia materna
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avunculus
zio materno
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matertera
zia materna
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patruus magnus
prozio paterno
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amita magna
prozia paterna
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avunculus magnus
prozio materno
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matertera magna
prozia materna
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In questo caso all’isomorfismo si aggiunge l’iconicità, perché l’accrescimento delle forme sia in linea ascendente che in linea discendente va di pari passo coll’aumento della distanza generazionale, stabilendo un rapporto di somiglianza fra i due piani della forma e del significato.
valutativi. L'iconicità governa la strutturazione dei valutativi (accrescitivi, diminutivi). La forma base viene modificata con suffissi alterativi
Naturalezza sintattica.
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