Sociolinguistica sociolinguistics l-20



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6.4VARIAZIONE DIASTRATICA

6.4.1Lingua fatto sociale.


Lingua e società: la variazione sociale.

La variabilità linguistica, connessa con quella sociale, va studiata anzitutto tenendo conto dei diversi parametri di variazione diastratici (variazione nello spessore sociale).

Le varietà sociali di lingua sono i SOCIOLETTI.

6.4.2Fattori sociali della variabilità:


- strato sociale (classe)

- gruppo sociale

- gruppo etnico

6.4.3Le variabili sociali (fattori extralinguistici):


Labov distingue tre tipi di variabili sociali:
1. indicatori sociolinguistici ("indicators"): variabili sociali ma non stilistiche;

2. differenziatori o segnalatori sociolinguistici ("markers"): variabili sociali e stilistiche;

3. stereotipi sociolinguistici ("stereotypes"): differenziatori sociolinguistici intenzionali, che fanno parte della consapevolezza del parlante.
- ETA'

- SESSO


Lingua maschile e lingua femminile [Cardona, Etnolinguistica 77 sgg.]

pronomi personali distinti, uso di diminutivi

Nel portoghese gli uomini dicono obrigado ‘grazie!’; le donne: obrigada, ma anche obrigadinha (ma non c'è *obrigadinho).

- In francese: enchanté è rivolto normalmente solo alla donna.


Lessico affettivo, esclamazioni: elementi non virili.

Parolacce: non femminili. «La scelta dei sostituti eufemistici è una delle più importanti caratteristiche del linguaggio della donna» [N. Galli de' Paratesi, Le brutte parole. Semantica dell'eufemismo, Milano, Mondadori, 1964]

Es.: gli stati fisiologici della donna: gravidanza termine colto non tabuizzato; gravida si dice degli animali, non della donna.
Scelte tematiche, tabu, interdizioni linguistiche
- OCCUPAZIONE

6.4.4Livelli linguistici della variazione diastratica:


- fonologia:

intonazioni femminili; realizzazioni particolari di fonemi

Il (th) a New York
- grafia,

- morfosintassi:

- lessico e semantica

Un lessema, uscendo dal linguaggio (o gergo) di un gruppo e affermandosi in tutta la comunità linguistica cambia significato.


Esempi di variazione semantica nel passaggio da un gruppo a un altro:

- Lingua dei cacciatori: Il "vedere" delle lingue germaniche (ingl. to see, ted. sehen) discende dalla nozione preistorica del "seguire" (ie. *sekw-) tipico delle società di nomadi cacciatori; la radice in altre lingue ha mantenuto il senso di ‘seguire’: lat. sequor, gr. hepomai, ai. sácate; il "vedere" in lat. video e gr. eidein (idea) è una nozione intellettuale risultativa = sapere = conoscere per aver constatato con lo sguardo (gr. ϝοιδα). Il "sapere" è reso con sapio, propriamente ‘aver sale’, e ἐξεύρω ‘scoprire’.

Nei dialetti meridionali accattiare (< ad-captidjare, derivato di capio ‘catturare’) vale ‘sbirciare’, un concetto che rimanda al ‘puntare la preda’ del cane da caccia e del gatto.

Inoltre, ahhjari ‘trovare’, e ‘cercare’ risale allo stesso ambito: lat. afflare ‘fiutare, annusare’.


- Lingua della malavita:

mafia, ‘ndrànghita, camorra, tangente, pizzo,
- Linguaggio rurale: variazione semantica nel passaggio dal linguaggio rurale (=lingua dei contadini) a quello urbano (lingua degli strati più alti:

RIVALISTHEORIE.


CORRIVUS: Muro lucano kurrəfá 'essere permaloso, mettere il broncio'; kurríf 'permalosità' < RUFESCERE? Foggia kurrivə 'stizza, rabbia'

I termini si riferivano al contadino del campo confinante che utilizzava l'acqua dello stesso rivus per l'irrigazione, una situazione che produceva continue liti4.


- Lessico della sessualità in greco: sperma ‘semen’, sporà ‘seminagione, procreazione’, ároura ‘terra arata, utero’.
Dominio della religione:

La "ecclesiastica loquendi consuetudo" (Aug. De Civ. Dei, 21) = «tradition linguistique de la communauté des chrétiens» (C. Mohrmann)

La “lingua nuova” (γλῶσσα καινή di Mc. 16,17): cf. le lingue degli angeli

Tra le "cose di prima" che sono passate c'è anche la lingua, anzi il linguaggio, abbandonato con le spoglie dell'"uomo vecchio". L'"uomo nuovo" del vangelo ha un linguaggio nuovo, la glossa kainè di Mc 16,17.




profiteor dichiarare pubblicamente

professio

professor


professare (la fede)

professione (della fede)

professore (della fede)


professare (una disciplina

professione=occupazione

professore (docente)





ingl. call, calling ‘occupazione professionale’ (< to call ‘chiamare’),




lat. vocatiō, sost. astratto da vocare ‘chiamare’)

ted. Beruf ‘occupazione, vocazione, professione’ (da rufen ‘chiamare’),







russo ['zvanije] 'occupazione, vocazione’ (astratto di [zvat] 'chiamare’




Lo sviluppo semantico è stato secondato dalla particolare spiritualità del lavoro diffusa dal cristianesimo, che considera il lavoro come un servizio al quale si è chiamati e cui si risponde per intima convinzione.

Il professore era il cristiano che dichiarava pubblicamente la sua fede. Importante il luogo della Confessioni in cui S. Agostino abiura la sua precedente attività di retore (considerata anticristiana) e professa la nuova fede.



consegnare consignatio imposizione del segno della croce sulla fronte el battezzando = consegna a Cristo

pazienza, tradire, tradizione, colazione, messa, ecc.
- testualità,

- pragmatica,

- paralinguistica


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