6.5VARIAZIONE DIAFASICA (stilistica)
Una importante dimensione della variabilità linguistica è quella che, secondo la terminologia imposta dal linguista Coseriu, è definita variabilità diafasica. Con variabilità diafasica si intendono le alternative funzionali all'interno del repertorio di un dato individuo o gruppo di individui: le varietà diafasiche sono le diverse modalità d'uso di una lingua che sono influenzate dal contesto comunicativo o dall'argomento della comunicazione.
= Lingua e situazioni d'uso: la variazione situazionale.
varietà situazionali o contestuali (varietà diatipiche o DIATIPI)
Un enunciato è la somma di una frase e dei suoi contesti
I livelli di formalità: standard, substandard
In circostanze diverse si parla in modo diverso. Precedenti della retorica. Vedi funzioni della lingua.
6.5.1LIVELLI del discorso
Sono determinati dall'interlocurote e dal contesto. La scelta è condizionata dal grado di intimità e dal rapporto di rango tra gli interlocutori.
- livelli bassi (ascoltatori più giovani, dipendenti)
- livelli pari (coetanei, colleghi, amici)
- livelli alti (ascoltatori più anziani o con status più elevato, estranei)
Si individua una gradazione in una scala di formalità/informalità.
Es.: «Come sta Suo padre?» / «Come sta tuo papà?» / «come sta papà?»
A un livello alto si fa uso di arcaismi e prestiti da altre varietà di maggior prestigio.
6.5.2VARIETÀ FUNZIONALI-CONTESTUALI
Si hanno quando la variazione stilistica è determinata o condizionata dal contesto sociale. La scelta è dettata dall'argomento.
Eufemismo, reticenza, perifrasi, generi (i tropi della retorica)
- Registri (in rapporto al destinatario): Varietà del codice lingua dipendenti dalla situazione (dialetti situazionali); non hanno elementi aggiuntivi, ma utilizzano certi elementi del codice rispetto ad altri.
Es.: Dà qua 'to libro / Dammi questo libro / Mi dia questo libro / mi porga codesto libro
- Sottocodici (in rapporto all'argomento): varietà funzionali anche in senso referenziale (comprendono elementi aggiuntivi rispetto al codice, specie lessicali); sono tipici di sfere e settori di attività all'interno della società (lingue speciali, settoriali, tecniche, gerghi).
Lingua dello sport (portiere, crossare, ecc.)
Lingua della medicina (stetoscopio, gastroscopia, ecc.)
Lingua della burocrazia o burocratese (iter,
Lingua marinaresca
...
Lingue dei mestieri: Norcini a Roma, Calderari di Dipignano, gerghi furbeschi, militari, giovanili (lingua rock);
Lingue sacre o iniziatiche (la lingua degli sciamani è studiata dall'etnolinguistica, quella delle comunità religiose e delle sètte dalla sociolinguistica)
GERGHI
Un particolare tipo di varietà diastratiche e contemporaneamente funzionali-contestuali è costituito dai gerghi, usati da particolari gruppi sociali o socioprofessionali a fini criptici - cioè di esclusione dalla comunicazione dei non appartenenti al gruppo (come nel gergo della malavita) - o a fini fàtici (come nel gergo giovanile, in cui parole ed espressioni tipiche, 'parolacce', ecc. funzionano come 'ammiccamento' del riconoscersi parte dello stesso gruppo).
I Gerghi (ingl. slang, fr. argot) hanno una funzione sociale: servono alla comunicazione, ma al tempo stesso escludono dalla comunicazione chi è fuori del gruppo e rafforzano il senso di identificazione di chi è interno (FUNZIONE CRIPTOLALICA)
"Slangopedia" è un vocabolario on-line dei linguaggi giovanili, una "enciclopedia dello slang", curata dal settimanale Espresso (vedi online slangopedia e parliamoci under-18).
Variabili diafasiche (fattori situazionali di variabilità):
La situazione comunicativa
Il mezzo
I partecipanti
L'intenzione comunicativa
L'argomento
STILI (modi di discorso)
Modi in cui viene realizzato l'atto linguistico: intonazione, volume della voce, impostazione (voce normale falsetto, sussurro, voce di gola, ecc.), caratterizzazioni fonetiche, enfasi.
La variazione stilistica comporta vari tipi di stile: neutro, difensivo, polemico, iperbolico, ironico, evocativo, persuasivo, illustrativo, metaforico, ecc.
Es.: voce metallica del sottufficiale, nasalizzata del prete, ecc.
6.5.2.1Schema di Bühler
Karl Bühler,
FUNZIONI DEL LINGUAGGIO
A
|
B
|
C
|
«I-Form»
|
«It-Form»
|
«You-Form»
|
funzione espressiva
|
funzione informativa
|
funzione vocativa
|
(centr. sull'emittente
|
(centr. sul testo)
|
(centr. sul ricevente)
|
AUSDRUCK
|
DARSTELLUNG
|
APPELL
|
rif. al mittente
|
rif. alla cosa
|
rif. al destinatario
|
STILE INDIVIDUALE
|
STILE NEUTRO
|
STILE RETORICO
|
espressiva
|
cognitiva
|
ingiuntiva, imperativa
|
creativa
|
denotativa
|
emotiva
|
soggettiva
|
referenziale
|
retorica, persuasiva
|
|
descrittiva
|
conativa, affettiva, connotativa
|
poemi, romanzi
|
relazioni tecnico-scientifiche
|
avvisi, pubblicità, polemica
|
6.5.2.2Schema di G. Frege
Senso e referenza,
DENOTAZIONE = uso referenziale (tratti semantici essenziali comuni a tutti i parlanti)
CONNOTAZIONE = uso emotivo, evocativo (tratti distintivi accessori del significato
SIGNIFICATO = SPRACHBEDEUTUNG (langue)
DESIGNAZIONE = REDEBEDEUTUNG (parole)
6.5.2.3Schema di R. Jakobson
Sei funzioni o usi della lingua:
referenziale
|
relativa al referente. alla realtà esterna materiale o mentale
|
espressiva
|
relativa al parlante (stati d'animo, volontà, atteggiamenti)
|
conativa
|
relativa all'ascoltatore / destinatario
|
metalinguistica
|
relativa al codice impiegato
|
poetica
|
relativa al messaggio, alla sua organizzazione interna in cui si manifesta la libertà creativa del parlante
|
fàtica
|
relativa al contatto psico-fisiologico tra parlante e destinatario, al canale di comunicazione che li unisce
|
6.5.3Livelli linguistici della variazione diafasica (varianti stilistiche):
- fonologia e prosodia: r grasseyé, Sprechtempo (Lentoform, Allegroform)
- grafia: scritture criptiche. codici segreti
- morfosintassi: inversione delle sillabe, sostituzione o aggiunta di suffissi (nell'argot), inserzione di fonemi o sillabe,
- lessico e semantica: due parole o sointagmi possono essere equivalenti dal punto di vista descrittivo, e tuttavia avere diverso significato sociale o espressivo (sinonimi incompleti).
Es.: Scapolo/celibe, nubile/zitella, single; padre, papà, papy;
alterazione semantica (madama per polizia); antonimia a scopo ironico: cf. Ferrero, Il linguaggio della malavita). I pronomi personali sono marcati socialmente: uso del tu/lei/voi.
- testualità: lingue inventate: la glossolalia collettiva e individuale.
6.5.4Generi linguistici
È un genere ogni modello testuale che abbia sue proprie ed enunciabili caratteristiche formali e strutturali.
- proverbi (tradizione paremiografica); proverbi biblici
- wellerismi (dal nome del sig. Weller, personaggio di Dickens): i wellerismi sono microracconti (Cirese); brevi favole onomatopeiche (G. Folena):
«Ma pacienza, disse lo lupo allo asino» (Aretino, Sei giornate)
«Ci dìsseru li vurpi a li vurpotti: a li guantara nni vidimu tutti» (In Sicilia i guanti si facevano di pelle di volpe).
«Quandu mi misi mi fazzu barritti, nescivanu li genti senza testa» (Calabria);
«E va bè: disse il maresciallo ai suoi carabiniè»
Ohibò! disse la sora Lena quando vide la figlia piena (a Roma).
- insulti :
Gianfranco Lotti, Dizionario degli insulti, Milano mondadori 1989
Augusta Forconi, La mala lingua. Dizionario dello "slang" italiano, Milano, Sugarco 1988.
- indovinelli
In ingl. puzzle, riddle.
- scioglilingua
In ingl. tongue-twister: a sequence of words or sounds, typically of an alliterative kind, that are difficult to pronounce quickly and correctly, as for example Peter Piper picked a peck of pickled pepper.
- richiami (dei venditori [«vino buono!» , «paracqua!»], dei mendicanti [«giustizia!»,ecc.]: brachilogie dei banditori
- saluti
Vedi sopra Allocutivi di cortesia (5.7.2).
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