Liber chronicus parr. Ia di vedeseta



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Manto della Madonna

51. Nel 1895 si provvidde [sic!] alla statua della Madonna il suo bel manto. È di color cielo tutto a ricamo e nell’inverso di seta bianco a stelle. - Fu opera della Ditta Martini di Milano - del costo di £ 500.



Piviale verde

52. Nello stesso anno si acquistò un bel piviale verde - con continenza verde e velo al tabernacolo verde per la festa di S. Antonio Abbate.

[196] Indoratura alla cantoria. Capitelli.178 Pulpito

53. Una bell’opera compiuta nel 1896 in maggio e giugno fu l’indoratura della cantoria - con nuovi ornati ai cappitelli delle lesene. - Pulpito della dottrina Xtiana. Dono del Parroco Artusi. - Costò la spesa di £ 1500.

L’opera fu compita dalla Ditta Bettinelli Giuseppe di Bergamo.

Lo stesso Cardinale Ferrari ne fu soddisfacentissimo di aver trovato una Chiesa così in ordine.



Confraternita dei Luigini

54. Si rimarca maggiormente l’istituzione della Confraternita dei Luigini - avvenuta in questa Parrocchia appena che avemmo il bene di avere la statua di S. Luigi Gonzaga. - Sono ascritti i giovani tutti in età adulta e questi portano la sola medaglia. - Sono ascritti anche i fanciulli piccoli e questi portano il loro abito. - Sono numerosi tanto gli uni che gli altri.

[197] Balaustre Madonna, S. Rocco

55. Nell’occasione che si fece il suolo della Chiesa maggiore nel 1899 come è accennato a pag. 173 di questo libro si son costruite anche le balaustre ai due altari laterali Madonna e S. Rocco - che prima non vi erano. - La spesa fu sostenuta in parte per offerte private per £ 1000 e per £ 1000 e più la Fabbriceria parrocchiale. - L’opera fu eseguita dalla Ditta Ghilardi di Bergamo, con soddisfazione di tutti.



Acquisto di molte teche reliquie di santi

56. Al mio ingresso in questa parr. vi erano pochissime reliquie di Santi - esistevano quelle dei 4 busti - S. Croce - S. Antonio Abbate - Madonna e alcune altre. - Io un po’ tutti gli anni ne ho provvedute tante. - Si osservi il quadro posto in secristia formulato da me a memoria dei posteri. - E queste reliquie per una Parrocchia è un gran bel tesoro a protezione.

[198]
Capitolo VII

Riordinamento e decorazione della Cappella di S. Rocco, e della B. V. del Rosario. Erezione di due croci l’una sulla cima detta della Corna del Zucco a met. 1458, e l’altra su quella detta dei Canti a met. 1570 ambe sul livello del mare
Decorazione della Cappella di S. Rocco

57. Come venne già annotato in calce a pagina 179 relativamente alle offerte per la costruzione della nicchia in cui riporre la statua del Santo, e per il riordinamento del suo altare, e decorazione della rispettiva Cappella, con fregi e dipinti analoghi alla vita dello stesso Santo, come oggi vedesi, venne stipulato dal Rev.do sig.r Parroco locale il contratto colla Ditta sig.r Anghileri

Visto ed appr.e In mea visitatione for.a habita die 23ª 7bris 1902

del R.mo Prevosto Vidi et approbavi

Vic. for.o di Primaluna ac pro fide P.ter Aloysius Combi179

Pietro di Bergamo assuntrice dei lavori di ornato in stucco, doratura e pittura per l’esecuzione dell’o[199]pera in discorso che dovevasi eseguire fin dallo scorso anno, ma per impegni assunti nell’esecuzione di opere altrove, non poté soddisfare all’impegno offerto, e tale opera la compiè in quest’anno a mezzo del sig.r Fagnani Giuseppe per la parte della decorazione in stucco, e per l’indoratura degli spazii in mosaico e a mezzo del sig.r Zappettini180 Domenico pittore per la parte degli ornati in pittura e delle medaglie.

Nel precedente mese di marzo, per opera di mastri del paese venne costruita la nicchia per collocar la statua del Santo, e verso la metà del vegnente mese di aprile vennero i prelodati signori operai a dar principio al compito loro, cominciando all’altare e Cappella di S. Rocco.

Essendo l’ancona del sullodato altare, come a suo luogo si è descritto, costruita di mattoni e rivestita di stucco su analogo disegno, venne prima ripulito e indorato il cimiero e tutto il resto delle linee, colle me[n]solette pure indorate e le fascie rivestite di una tinta composta di varii colori, così nelle varie parti della stessa ancona, negli sfondi sia dell’architrave, come dei pilastri indorati con pezzettini d’oro ad imitazione del mosaico intralciati in forma di rilievo con fiorami, e [200] ornati a dipinto, così anche l’imposta che chiude la nicchia è colorata pure della stessa tinta unisono e dorata nel telaio (1181) che la chiude, contenente una lastra di vetro di un sol pezzo e terminata in forma semicircolare, con entro un’apposita tendina di color rosso-granato, l’interno della nicchia è pure colorato della stessa tinta.

In quattro spazii della volta divisi fra loro da apposite fascie color canino, conterminate da relative cornici, venne fatto lo sfondo pure in oro mosaico interseccato [sic!] da nuvolette bianche con figure di teste sparse d’angeli, nelle parti laterali sotto la cornice che è pure dorata in due o tre linee e dipinta in color canino nel rimanente è colorata da una tinta color verde, con due lesene figurate e fregiate a fianco dell’altare stesso e di color roseo e due altre mezze lesene figurate di fianco ai pilastri laterali sostenenti l’arco d’ingresso nella Cappella, tutte queste lesene figurate sono sormontate da relativi capitelli, come bene si vede nello spazio in mezzo di cadauna parte campeggia una medaglia relativa alla vita del Santo, di cui in quella posta in cornu Evangelii182 rappresenta il santo in mezzo agli appestati che li consola, soccorre e assiste nella loro penosa necessità, e nell’altra di fronte in cornu epistole rappresenta il medesimo [201] Santo colpito dalla stessa epidemia della peste con una piaga in una gamba, che si è ritirato nella solitudine di un bosco, seduto su di un’erbetta e appoggiato a un piccolo rialzo, soccorso dal mistico cane che gli porta il cibo consistente in un pane, di fianco ha un ruscelletto di limpida acqua con cui servesi per saziare la sete e per lavare la piaga. Sotto ciascuna medaglia è indicato il soggetto con parole latine stampate. Nei vani in forma di nicchie a basso in ciascun lato, una per cadauna parte, vi sono dipinti varii fiorami intrecciati fra loro, terminato il tutto a basso con zoccolo imitazione del marmo rosso scuro variegato, nel pilastro, o meglio lesena del pilastro in ciascuna parte sostenente l’arco d’ingresso, formato pure lo sfondo dorato a mosaico con ornati e fiorami dipinti, così anche nella volta dell’arco stesso sulla sommità del quale è dipinto un bellissimo fiore.

Nella facciata come ben si vede, sopra i capitelli dei due pilastri su cui poggia l’arco che sono prolungati al contatto delle vicine lesene, vi sono formati gli spazii fiancheggianti la volta dell’arco stesso, lo sfondo dei quali è pure dorato a mosaico, in mezzo fra ornati in rilievo risalta per cadauna parte un angioletto portante gli emblemi del Santo [202] consistenti nel cappello, nel bastone a cui è congiunta la zucca portante l’acqua per abbeverarsi lungo il viaggio, sulla sommità dell’arco e sua cornice, vedesi uno stipite sorretto da due angioletti portante parole latine in oro allusive alla vita del santo, la cornice del medesimo arco è pure dorata nell’estremità e a linee alternate come la cornice della Cappella interna, sotto il capitello in ciascun lato vi è delineato uno spazio formato di lesena dorato nello sfondo simile a quello vicino, con ornato di rilievo dipinto, in fondo a cui si vede un altro angioletto seduto con libro in mano portante detti di salmi liturgici, ciò si vede in ciascuno degli altri spazii suddescritti nell’ingresso della stessa Cappella. Di sotto il compimento di altri ornati, da ultimo lo zoccolo imitazione del marmo variegato che forma il compimento dell’opera.



Decorazione dell'altare della Beata Vergine

58. Vedendosi dalla popolazione la felice riuscita della decorazione di questa Cappella, nacque tosto il desiderio di far decorare anche la Cappella della B. V. approfittandosi dell’occasione in cui eranvi sul posto gli operai a tale effetto s’innalzarono i ponti per incominciare l’opera, che fu tosto incominciata mentre lo stuccatore ed indoratore ripuliva la cornice all’intorno facendovi quelle riparazioni che erano necessarie, come anche al cimiero dell’ancona dell’altare, il pittore intanto compieva la sua [203] opera di ornamentazione nella sullodata Cappella di S. Rocco, facendovi poscia lo zoccolo al piede delle pareti e dei pilastri d’ingresso della medesima Cappella ad imitazione del marmo come sopra si è detto.

Non è a dire innanzi tutto che previamente fu levata la statua della B. V. e i quadretti rappresentanti i quindici misteri del Rosario per essere rimessi a nuovo. Salvo qualche variazione negli ornati in pittura dell’arco e dei pilastri che lo sostengono, del rimanente il tutto è uguale negli spazii a mosaico sopra la cornice, nelle tinte, nelle figurate lesene e nel resto come si è descritto della sunnominata Cappella di S. Rocco, dell’ancona di questo altare fu rimesso a nuovo e indorato il suo cimiero, e la cornice superiore e le linee sottostanti, lavati i quadretti dei misteri del Rosario e indorate le analoghe cornici, nelle figure allegoriche poste negli spazii posti lateralmente all’arco il cui fondo dorato a mosaico si riferiscono pure alla B. V. del Rosario, negli spazii formati a fondo pure dorato a mosaico, nei pilastri laterali d’ingresso della Cappella a basso di ciascuno vedesi pure un putto seduto e tenente in mano un libro con detti latini, e più a basso lo zoccolo ad imitazione pure del marmo rosso variegato.

[204] Tre sono le medaglie che vi si ammirano, di cui la prima nella sommità della volta rappresenta la B. V. assunta in cielo, trasportata dagli angeli e circondata da uno splendore di nuvole rivestite di una luce celeste, che l’accompagna nell’empireo ove è ricevuta dalla Santissima Triade e dalla Corte celeste che con tripudio d’allegrezza la introducono nella celeste Gerusalemme, e collocata sul trono di gloria alla destra del suo Divin Figlio e incoronata e costituita dalla stessa augusta Triade Regina del cielo e della terra. Sotto la cornice la quale è pure a linee alternativamente dorate e colorate, ai lati dell’altare e in mezzo a due finte lesene, vi si vedono due medaglie di forma ovale contornate da relativo fregio facente cornice alle stesse delle quali quella a sinistra in cornu Evangelii, rappresenta la B. V. col Bambino Gesù che consegna il rosario a S. Domenico che le sta in ginocchio ai piedi, con sotto analoghe parole latine, di fronte e nella parte destra, cioè in cornu Epistolae, lo stesso S. Domenico ai piedi del Sommo Pontefice d’allora, che credesi sia il Papa Onorato III, che riceve da183 la Bolla riguardante l’istituzione della divozione del S. Rosario per la sua promulgazione nella intiera cristianità cui sotto vi sono le relative parole riferibili al soggetto della stessa.

[205] Erezione della colossale Croce sul Pizzo Zuccone

59. Erezione delle due Croci nel territorio parrocchiale. - Siccome dalla venerata superiorità ecclesiastica venne consacrato il secolo ora incominciato al culto del Divin Redentore, così per contrassegnare tale dedica a di lui onore, in varie parti vennero innalzate delle croci sulle vette più alte dei monti della Lombardia, del Piemonte, del Veneto ed altrove, senza contare nelle città ove eressero chiese dedicate al culto dello stesso Divin Redentore, campanili e concerti di campane in varii luoghi. Su tali cime di monti ove si eressero le sullodate Croci, per dare maggior splendore alla funzione, fu ottenuta dalla superiore autorità ecclesiastica la facoltà di celebrare l’incruento sacrificio della Messa ai piedi della Croce, a cui accorsero numerose moltitudini di persone d’ogni ceto e classe, spinte dalla divozione e dalla curiosità di vedere una singolare funzione non mai più vista su tali alture.

Tale esempio venne seguito anche in questa Parrocchia, dietro impulso dato dal predicatore quaresimale dell’anno 1901, che fu il M. R. sig.r D. Luigi Mauri Parroco di Pizzino nell’ultima predica di chiusura da lui tenuta nella seconda festa di Pasqua di detto anno, e dal Rev.do sig.r Parroco locale venne eseguito tale progetto in quest’anno, da due benefattori furono offerte due piante di rovere, nelle quali furono fatte due croci [206] di cui l’una da collocarsi sulla vetta denominata la Corna del184 Zucco sopra Vedeseta, e la frazione di Reggetto, a metri 1458 sul livello del mare, e l’altra da collocarsi sulla cima del monte detto Dei Canti a mezzodì della Valle Taleggio, e dominante la vicina Valle Imagna a metri 1570 sul livello del mare, quella sulla Corna dello Zucco venne innalzata nella prima metà del mese di giugno e la seconda fu innalzata nella prima domenica di luglio giorno 6 d.to mese sulla prelodata cima Dei Canti. Tali piante denudate dalla ramaglia e lavorate, furono tirate a braccia d’uomini sul posto e fu stabilito per la solenne inaugurazione e benedizione di tali croci in due feste del mese di Agosto. Per tale circostanza fu chiesta ed ottenuta dalla ven.da superiorità ecclesiastica la debita facoltà di celebrare la S. Messa in detti luoghi.

Per quella della Corna del Zucco venne fissato il giorno 15 festa dell’Assunzione di Maria SS.ma al cielo e all’ora stabilita vi si portò il R.do sig.r Parroco assistito dal R.do sig.r D. Angelo Bianchetti Parroco di Olda che tenne analogo discorso, e dal chierico seminarista sig.r Angelo Arrigoni di Vedeseta, benedisse la croce, e all’altare appositamente preparato ai piedi di essa cantò la messa solenne accompagnata da un corpo musicale e con sparo di [207] mortaretti, chiusa la funzione della benedizione colla reliquia di S. Croce, a cui vi assistettero buon numero di persone sia della Parrocchia come anche delle vicine, ad onta della ristrettezza del sito ve ne accorsero molti.



Erezione di una 2a Croce sul pizzo Canti

60. Per quella dei Canti fu stabilito il giorno 16 festa di S. Rocco, e attesa la amena e pittoresca posizione, e l’estensione dello spazio, fu più numeroso il concorso di gente, non solo della Parrocchia e delle vicine, ma anche della adiacente Valle Imagna ed altre, come pure di villeggianti, ed essendo una funzione più unica che rara in queste alpestri vallate, ben a ragione riescì una funzione assai bella e commovente, atteso anche il concorso di sacerdoti venuti a condecorare di loro presenza la solennità, la funzione incominciò all’ora fissa colla recita del Rosario seguito dal canto delle litanie lauretane, indi la benedizione della croce, cui tenne dietro la messa solenne, con discorso di circostanza recitato da Monsig.r D. Aquilino Citterio di Milano in quel tempo qui in vacanza, fu chiusa dalla benedizione colla reliquia di S. Croce seguita dal relativo bacio, che durò più di una mezz’ora, sì bella festa fu rallegrata da un corpo musicale, e dallo sparo di mortaretti, non ometto che la sera precedente furono accesi dei falò veduti in ogni parte, indicanti l’esultanza e l’allegrezza della festa dell’indo[208]mani giorno seguente, tale festa riescì di somma e indicibile soddisfazione a quanti accorsero da ogni parte, si nota anche che una pia persona si comunicò durante la S. Messa, ciò che fece nel giorno precedente sulla Corna del Zucco.185 Fra gli accorsi alla festa si notò un fotografista avente con sé la macchinetta, con cui prese una fotografia durante il sacrificio della Messa, alcuni vogliono che ne abbia preso due: l’una prima dell’elevazione e l’altra dopo, oltre due altre prese di poi, l’una di sacerdoti che compirono la funzione, e l’altra di notevoli persone, tali circostanze rimarranno ad imperitura memoria fra i posteri, perocché non si udì né si vide mai simili solennità, né a celebrare la S. Messa solennemente sulla cima di monti, ciò seguì in omaggio a N. S. Gesù Cristo Redentore che vive e regna per tutti i secoli dei secoli. Così sia.-



Vidi die 22ª 7bris 1903

ac pro fide P.ter Alojsius Combi186

[208]


Capitolo VIII
Anno187 1904 - Sacro al cinquantenario dell’Immacolata.

1854 -1904 - Pio 9° - Pio 10°

Altre opere compite dal Parroco Sac. Carlo Artusi a memoria di questa fausta circostanza
[209] Ristauro e lucidazione dei banchi della Chiesa parrocchiale

61. Ultimati i lavori della Chiesa p.le si puntò a corredarla dei necessari banchi per gli uomini e per le donne.

Fu dato l’incarico a un falegname di Valle Imagna per nome Gionco[?] il quale lavorò per alcuni mesi - ciò sarà stato circa l’anno 1803-1804.

Questi legni furono fatti di legno di tiglio come legname più abbondante in q.ta valle. Ma coll’andar del tempo divennero sconci, brutti e bisognosi di riparazione di altro falegname, e per tale stato erano sconvenienti alla Chiesa. Per cui pensai bene a farli lucidare in nero e si diede l’incarico al lucidatore Locatelli Geremia di Bergamo il quale prestò la sua opera, ciò avvenne nell’estate del 1904 a soddisfazione di tutta la popolazione che vidde [sic!] assai volontieri quest’opera, la quale sarà costata circa £ 250, denaro raccolto per offerte private della popolazione.


Videbamus in nostra personali visitatione habita die 14 Iulii 1904188

+ Andrea C. Card. Archiepiscopus



Laude merito prosequenti

Aemilius Can. Girola Cancellarius


[210] II Visita past.le dell'Em. Cardinale Arcivescovo

62. Seconda visita pastorale dell’Eminentissimo Cardinale Arcivescovo, avvenuta nel giorno 14 luglio del corrente anno 1904, giubilare della proclamazione del dogma dell’Immacolato concepimento di Maria SS.ma.

Lì 15 luglio 1904. - Dopo compiuta la prima sacra visita pastorale in forma solenne, che durò ben sei anni, nel qual periodo di tempo eresse anche circa dieci nuove Parrocchie, indisse un Sinodo diocesano, di cui ne fissò l’epoca per tale celebrazione nei giorni 2, 3, 4 e 5 del mese di settembre dell’anno 1902, sotto il pontificato dell’Immortale Leone XIII di S. m., a tal fine convocò per questa circostanza tutti i Parrochi della città e Diocesi di Milano, nonché gli altri sacerdoti aventi cura d’anime sia della stessa città, come della campagna. Riunitisi nel giorno 2 di detto mese gli invitati, unitamente ai Vescovi nativi della Diocesi, ai dignitarii e al capitolo metropolitano l’Eminentissimo Cardinale Arcivescovo con solenne funzione aperse il Sacro Sinodo, a tale funzione assistette anche il popolo, terminata questa funzione nella quale fu fatta anche la processione, il popolo fu obbligato ad uscire dal maggior tempio in cui questo consesso dovevasi tenere, e si incominciò il detto Sinodo a porte chiuse.

[211] Nella seduta tenutasi l'ultimo giorno in cui compievansi i lavori, e i decreti riguardanti il reggime [sic!] della Diocesi giusta i S. Canoni, nel discorso tenuto dallo stesso Eminentissimo Cardinale Arcivescovo, in chiusura del Sinodo, dopo svolte le esortazioni opportune agli attuali tempi in cui la Chiesa trovasi, e alle odierne circostanze, intimò una seconda visita pastorale per tutta la Diocesi, in forma meno solenne della prima, alla quale diede principio, dopo il pellegrinaggio da lui fatto in Terra Santa.

Nel mese di giugno ultimo scorso, la fece nelle Parrocchie della vicina Valsassina, riservando di compierla nella metà di questo mese nelle Parrocchie di Brumano, Morterone e Vedeseta. Infatti nel giorno 12 per la via di Bergamo, Almenno S. Salvatore e Rota fuori in Vall’Imagna ove fece breve sosta ossequiato da quel Rev. Prevosto e Vicario foraneo, e da altri sacerdoti circonvicini ivi espressamente convenuti, e fra il lieto suono di quel maestoso concerto di campane, s’avviò alla volta di Brumano ove giunse alla sera, pernottandovi, al mattino seguente fece le funzioni della sacra visita, sul pomeriggio s’avvio verso il colle di Pagli189 ricevuto dal Parroco e popolo di Morterone, accompagnato dal novello corpo musicale di Vedeseta190 che lode[212]volmente prestò il suo servizio, arrivò in Morterone verso sera, ivi incominciò le funzioni della sacra visita, indi vi pernottò, nel mattino seguente celebrata la S. Messa s’avviò verso Vedeseta preceduto dal prefato corpo musicale che doveva prestare egual servizio anche quivi, passando per il ponte di corda metallica che traversa il torrentello denominato Remola, per la via del filo elettrico191 entrò nella Val Taleggio, poco oltre lo sbocco del cosidetto Fiume-latte venne ricevuto dal R.do sig.r Parroco locale, e da altri sacerdoti della Vallata, al torrente Bordesiglio, ci fu molta parte della popolazione ad incontrarlo; ivi giunto col suo seguito composto dal suo segretario, dall’Ill.mo Monsig.r Nogara192 canonico della Metropolitana e convisitatore, dal R.mo Prevosto plebano di Primaluna, ritrocedettero in processione. Al ponte detto dei Roncali la processione giusta il desiderio dell’Eminentissimo Presule prese il sentiero detto del Chioso per salire a Vedeseta, sulla sommità della salita ove comincia il piano dell’alto Chioso, quivi baciò il crocefisso, e ricevuto sotto il baldacchino altrove descritto, portato dalle autorità e Fabbriceria locale entrò in paese tutto trafelato e grondante di sudore, e tosto in Chiesa diede principio alla funzione della sacra visita verso le ore 10, salì sul pulpito dopo le preci d’uso e svolse il programma che aveva divisato di tenere in tale funzione come aveva fatto nelle altre Parrocchie. [213] Esordì dapprima col rammentare ciò che fece nella prima visita nell’anno 1896, asserendo poi di non poter recarsi come già altra volta personalmente al cimitero, mancandogli il tempo necessario essendo chiamato in altra parte della Diocesi.

Terminato il discorso ritornò nel presbiterio, si vestì dei sacri paramenti vescovili e incominciò le preci pei defunti, poi la cresima ai fanciulli d’ambo i sessi, svolgendo infine i doveri dei cresimati, dei padrini e madrine verso di essi, chiudendo poscia colle debite preci questa parte della funzione, deposti i sacri indumenti passò in rassegna i fanciulli interrogandoli sulla dottrina cristiana, di cui ne rimase in complesso molto soddisfatto, dopo diede la benedizione col SS.mo Sacramento, indi la papale, poscia compiè il restante della visita agli altari laterali, al confessionale, al battisterio [sic!] e alle reliquie dei Santi nella stessa Chiesa. Terminò con un breve discorso dimostrando la sua soddisfazione nell’aver trovato tutto in ordine, diede ancora qualche altra prescrizione fra cui la provvista di una nuova statua della B. V. del Rosario scolpita giusta una recente prescrizione della S. Congregazione dei Riti, e non vestita come è quella attualmente esistente. Nella sua generosa munificenza poscia si offerse di provvederla e regalarla egli medesimo, promise anche di concorrere con sussidio al ristauro della casa parrocchiale che ora si sta facendo, e di seguito [214] verrà descritta nei suoi particolari, e nel suo insieme.

In vista di tali miglioramenti nella prefata casa Parrocchiale il R.do sig.r Parroco nel giorno 20 dello scorso mese di giugno, lasciò detta casa e si ritirò nella casa privata di ragione del R.do sig.r D. Francesco Locatelli q. Antonio della famiglia soprannominata dei Tesorer, attuale Parroco di Cairate nella Pieve di Busto Arsizio, e in questa lieta circostanza dopo compiuta la funzione suddescritta in Chiesa, l’Eminentissimo prelato si recò ad onorare di sua presenza detta casa, e nel dopo pranzo compiè ciò che era di sua pertinenza in casa vidimando gli atti e registri parrocchiali fra i quali anche il presente "Liber chronicus", ponendo il suo visto ed approvazione a pag.na 209, col suo rispettivo timbro, e controfirmato dal suo convisitatore Mons.r Bogara,193 indi verso le 2.20 accompagnato dal prefato suo seguito, e da sacerdoti della vicina Valsassina quivi accorsi espressamente per prestare aiuto in questa solenne occasione e per buon tratto di strada dal R.do sig.r Parroco locale, dalla banda locale a cui elargì £ 15 a titolo di gratificazione, e da buona parte della popolazione, lasciando in tutti una viva e soave impressione della sua pastorale persona, esprimendo altresì il desiderio di ritornare ancora fra pochi anni, montato su focoso cavallo per la via della Colmine andò a Maggio, da dove con apposita vettura si recò al[215]la stazione ferroviaria di Lecco, indi a Milano, avendo divisato di restituirsi alla sua residenza verso le ore 9 pom.e ossia alle ore 21. Nei giorni 5 e 6 del venturo mese di settembre terrà Congregazione generale dei Prevosti e Vicarii foranei della Diocesi.


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