Via Crucis 23. Nell'anno 1887 il sullodato Parroco in riconoscenza della grazia ottenuta nella guarigione dalla malattia sofferta nell'[156] inverno di quell’anno per la rottura di una gamba, provvide e fece dono alla Chiesa parrocchiale di una bellissima Via Crucis, dalla Ditta Bertarelli di Milano. * Lampadario 24. Inoltre lo stesso Parroco fece dono alla Chiesa di un bellissimo lampadario di vetro di Boemia del valore di £ 250.147
Piantoni a S. Bartolomeo - a memoria - Il Parroco Artusi nel taglio di questi ebbe la bella fortuna di rompersi una gamba
25. Nella primavera di quell’istesso anno furono posti sul sagrato della Chiesa di S. Bartolomeo tanti piantoni per riparo del recinto stesso della Chiesa dal bestiame dei malghesi che ivi transitano ogni anno.
Vestito nuovo 26. Nell’anno 1888, fu provvista dalla Ditta Marelli di Bergamo, e fatta fare una nuova veste di seta ricamata in oro per la statua della B. V.. Legato Locatelli 27. Nell’anno 1889, l’attuale sullodato Parroco zelante nell’amore verso i suoi parrocchiani, affinché potesse avere col tempo lo spirituale vantaggio di ottenere un Sacerdote in qualità di coadiutore tanto necessario in questa dispersa Parrocchia, con tutta la possibile cura e santa industria, si raccomandò alla carità dei due fratelli sacerdoti Locatelli D. Pietro Parroco di Cremeno in Valsassina, e D. Carlo Parroco di Peghera in Taleggio e coadiuvato dallo zelantissimo Parroco di Gerosa, furono compiti i suoi voti e desiderii, e ottenne di avere n. 80 messe, che sono da celebrarsi nell'Oratorio della Lavina. Il capitale è in cartelle al portatore che sono depositate presso la Ven.da Curia Vescovile di Bergamo. Le messe vengono celebrate puntualmente
* Via Crucis benedetta dal Del.o della Curia di Milano M.r Citterio Aquilino il 31 luglio 1887
[157] nel sullodato Oratorio della Lavina. E ivi il prete celebrante viene ospitato presso la famiglia dei due prelodati sacerdoti, con amore e carità dal loro nipote sig.r Locatelli Giuseppe fu Giuseppe tenendo così la cara memoria che la sua casa fu casa di venerandi Sacerdoti.
Balaustra
28. Nel mese di maggio del 1891 venne eretta la balaustra coi gradini dell’altar maggiore, di più un gradino alla Cappella della Madonna, tale opera fu eseguita dal marmista sig.r Ernesto Paleni di Bergamo, quest’opera costò la somma di £ 2500, inoltre fu eseguita la pavimentazione del presbiterio e del coro con pianelle di cemento a mosaico, e alla sagristia con pianelle di cemento in colore, che venne eseguito dalla Ditta Ing.r Ghilardi e C. di Milano avente stabilimento succursale in Bergamo; la spesa della pavimentazione sì del coro come della sagrestia importò la somma di £ 700. Tali opere furono fatte con molta soddisfazione della popolazione intiera, ed inaugurate con apposita festa della Madonna del Rosario, pregando per i benefattori sì vivi che defunti.
Casa coadiutore
29. Nello stesso anno fu acquistata una casa per l’abitazione del coadiutore, ristabilita a nuovo con grave spesa della Fabbriceria e del Parroco stesso, la quale costò la non ingente148 somma di £ 4000, e nell’autunno dello stesso anno il Parroco e l’intera popolazione ebbero la soddisfazione di vederla abitata dal nuovo coadiutore nella persona del Rev. sig.r D. Noè Lino Bella[158]viti di Pizzino in Taleggio Diocesi di Bergamo con relativa autorizzazione di ambe le venerandi Curie di Milano e Bergamo, e così fu riabilitata la coadiutoria di cui già da tempo era già priva questa Parrocchia.
Pavimento A. M.
30. Nel mese di giugno dell’anno 1892 fu rimesso di nuovo il pavimento con pianelle in cemento a mosaico provviste dalla prelodata Ditta Ghilardi, nelle cappelle laterali della Madonna e di S. Rocco, con gradino di pietra artificiale a quest’ultimo, tale spesa che importò la somma di £ 200, venne pagata in parte da offerenti privati, e in parte dalla Fabbriceria locale.
Nel giorno 7 del mese di luglio dello stesso anno si celebrò in Parrocchia la solenne festa ad onore di S. Vittoria V. e M., le cui ossa venerate, di passaggio per la Parrocchia di Pizzino da cui furono acquistate, vennero quivi trattenute una notte ed un giorno, essendo ricevute la vigilia antecedente sul confine della Parrocchia di Peghera, e portate solennemente in processione in Parrocchia, la mattina del giorno della festa vi fu la comunione generale di buon numero di fedeli, e sulla sera dopo i vespri furono consegnate processionalmente alla Parrocchia di Olda.
Missione
31. Nel mese di settembre del medesimo anno, e precisamente dal giorno 11 al giorno 17 di detto mese venne fatta la solenne Missione predicata dal Rever.mo sig.r D. Giulio Cavagna Primicerio Prevosto di Scano al Brembo, e dal Rev. sig.r D. [159] Pietro Riva addetto al Collegio vescovile di S. Alessandro in Bergamo.
Statue S. Luigi e di S. Antonio A.
32. Nel giorno 6 agosto dell’anno 1893, si celebrò una solenne festa per l’inaugurazione delle due nuove statue di S. Luigi Gonzaga, e S. Antonio Abbate titolare della Parrocchia, coll’intervento di S. Eccel.za il Vescovo di Mindo, festa non più vista a Vedeseta, per questa bell’opera, dopo sì gran tempo che non veniva più un Vescovo in Vedeseta. La presenza del sullodato Vescovo di Mindo fu presagio della venuta di S. Em.za il Cardinale Ferrari Arcivescovo di Milano per la visita pastorale tre anni dopo.
Cosicché Vedeseta fu arricchita di queste due statue opera dell’egregio e valente scultore Bettinelli Cristoforo di Bergamo, e la Chiesa pure arrichita delle analoghe nicchie in cui sono riposte, che tutto compreso costò la non ingente somma di £ 1500, oltre i due piccoli lampadarii. Oh! popolo di Vedeseta lode a te che hai voluto far conoscere la tua divozione verso il tuo patrono S. Antonio. Prega il
Santo per i tuoi bisogni, in qualunque tua necessità fa appello a lui, coll’accendere le candele del suo altarino.149 Prega anche e ricordati sempre dei pii benefattori, massime del Parroco D. Carlo Artusi, che tanto s’impegnò per arricchire la tua Chiesa di sì belle e magnifiche statue, ricordalo in benedizione in vita e dopo morte, et memoria eius sit benedictionem in aeternum150.
[160] Sulla fine del mese di ottobre dello stesso anno divenne nuovamente vacante la coadiutoria per il richiamo in sua Diocesi del sullodato sig.r D. Noè Lino Bellaviti, essendo stato destinato alla coadiutoria di S. Sebastiano nella Parrocchia di S. Grata inter vites, denominata Borgo Canale suburbicaria di Bergamo.
Coltre mortuaria
33. Sentendo il bisogno di avere in Parrocchia un nuovo panno da morto, per servirsene nei funerali dei confratelli e consorelle, e di persone alquanto elevate, il Parroco espose il pensiero al popolo e alla Confraternita, questa decise di provvederlo per proprio conto, e stabilito in una riunione che quelli fra i parrocchiani che non sono ascritti nella confraternita, e lo volessero usare sul feretro dei proprii estinti, dovessero pagare £ 3 per il fruo151 del medesimo, e coloro che entrassero nella Confraternita del SS.mo Sacramento, oltre la tassa d’ingresso dovessero pagare una lira in più per il panno, come nel relativo regolamento. Nell’agosto dell’anno 1894, venne provvisto un bel panno di velluto di seta, con fregio ricamato in oro, e figure dipinte ad olio ed iscrizione così concepita “Confraternita di Vedeseta anno 1894” dalla Ditta Martini di Milano per la somma di £ 620.
Statua di S. Giuseppe
34. Per iniziativa di due membri della Parrocchia, e per offerta della popolazione venne eretta e provvista la nuova statua di S. Giuseppe dallo scultore sig.r Bettinelli fu Cristoforo [161] di Bergamo, ciò fu nel mese di agosto dell’anno 1895: questa è veramente bella, con volto simpatico, attraente, e celeste, con manto a fiori dorati, e bastone argentato, ed in cima un pizzico di fiori, con in braccio il divin pargoletto, collo sguardo fisso in esso, e il pargoletto in lui, la nicchia in legno artisticamente lavorata, con capitelli e fregi dorati, che in tutto costano la non ingente somma di £ 1000. Nell’occasione della sua inaugurazione fu fatta una solenne festa nel giorno 18 di detto mese, cadendo esso nella terza domenica di esso mese, nella quale fu solennemente benedetto il simulacro dal Rever.mo sig.r Prevosto plebano di Primaluna, e portato in processione con quello della B. V. del Rosario, di cui si solennizzò la festa, ciò che non fu mai visto in questo paese a portare due statue in processione.
Visita pastorale
35. La spesa complessiva sostenuta nei mesi di maggio e giugno dell’anno 1896, per la circostanza della visita pastorale si distingue, e si riepiloga come appresso:
1. Nella Chiesa parrocchiale per pittura, verniciatura e doratura degli ornati della cantoria e cassa dell’organo, e della cattedra della Dottrina cristiana, come pure dei capitelli delle lesene, e di ciò che è descritto a suo luogo £ 1500: Dono del S. Artusi
2. Per lastra di marmo per l’altare maggiore, con relativi
pilastri pure di marmo £ 35*
Somma totale da riportarsi £ 1535
* Errore di somma, perché la spesa pagata al sig. Paleni per la fornitura Marmi Altare Mag. fu di £ 120 (lastra e pilastri) in tutto £ 1620.152
[162] Si riportano £ 1620
3. Per opere fatte negli Oratorii di Avolasio, del Regetto
e della Chiesa di S. Bartolomeo. “ 200
4. Per opere fatte nell’Oratorio della Lavina, come
riparazione del tetto, imbiancatura dell’interno e facciata
posa in opera del gradino della porta d’ingresso. “ 150
5. Per la provvista del gradino suddetto e sua condotta. “ 15
6. Per provvista di un piccolo lavandino per l’Oratorio della
Lavina. “ 20
7. Per riargentatura di candellieri, ed arredi sacri, con
relativa condotta come pure anche di reliquie. “ 400
8. Per spesa di paratura tanto in Chiesa come fuori
(V. N.a p. 172)153
9. Vi si aggiunge anche la spesa fatta in onore di S.
Eminenza il Cardinale Arcivescovo, e della festa
celebrata in tale circostanza, come illuminazione,
sparo di mortaretti, banda, ecc. “ 350
Che sommano in tutto al complessivo di £ 2755
Si noti che le canali coi relativi tubi per condurre a basso l’acqua come è notato a suo luogo nel Cap.lo VIII della II parte come anche la nuova porta fatta su apposito disegno fu opera e spesa del sig.r Locatelli Giuseppe fu Giuseppe della stessa contrada. Le canali coll’occorrente furono già provviste dal prelodato Rev. D. Carlo Locatelli Parroco di Peghera.
[163] SS.me 40 ore
36. Nel mese di settembre dell’anno 1897, come è notato a suo luogo a pagina 124 e seguenti, si fece l’inaugurazione delle SS. 40'ore, ed istituzione della confraternita dei Luigini, come pure inaugurazione della visita annuale del Prevosto e Vicario foraneo nella Chiesa Parrocchiale.
Conf.a figlie di Maria
37. Nella seconda festa di Pasqua dell’anno 1898, chiudendosi come di consuetudine la predicazione quaresimale, nella Chiesa di S. Bartolomeo, venne istituita la congregazione ossia confraternita detta delle figlie di Maria composta di fanciulle dell’età dai sette anni in su, portanti la medaglia con nastro di colore bleu, e la veletta color verde nelle processioni della terza domenica d’ogni mese, e nelle solennità dell’anno in cui assiste la confraternita del S.mo Sacramento, e quella dei luigini nelle funzioni, con relativo regolamento.
Predicatori quaresimalisti
38.Venne compilato nello stesso anno 1898, l’elenco dei R.i predicatori quaresimali che prestarono la loro zelante opera nella predicazione nel tempo quaresimale di ogni anno, nella antica Chiesa parrocchiale di S. Bartolomeo, giusta l’intenzione di pii benefattori che istituirono una sì benefica opera in quella Chiesa, tale elenco devesi appendere entro cornice nella sagristia (…………)154 tale predicazione se il tempo è favorevole si tiene in essa Chiesa di S. Bartolomeo, se poi il tempo è brutto in quei giorni in cui vi è la predica, la si tiene nella Parrocchiale di Vedeseta.
[164] Campanile Lavina
39. Avendo il sunnominato Rev. D. Carlo Locatelli Parroco di Peghera negli anni 1883 e 84 espressa l’intenzione di erigere un campanile accanto all’Oratorio della contrada della Lavina, fece preparare a tale effetto l’occorrente materiale sia in pietre, come anche in sabbia, desiderando di erigerlo a sue proprie spese, ma sopraggiuntagli in quel tempo la grave disgrazia dell’irreparabile perdita dei suoi fratelli, che l’un dietro l’altro passarono a miglior vita, ed altre dolorose vicissitudini, dovette anch’egli soccombere dopo lunga e penosa malattia, senza avere la consolazione di adempire al suo vivo desiderio di compiere l’opera suespressa quale ricordo della sua generosità verso la sua patria nativa, ma Iddio dispose così; come dice l’antico proverbio l’uomo propone e Dio dispone.
Il Parroco attuale assunse egli stesso il noto pensiero e la volontà del sullodato defunto D. Carlo Locatelli di intraprendere ed eseguire la costruzione del suddetto campanile, e con essolui i frazionisti della Lavina vedendo già da tempo preparato il materiale per tale scopo, si decisero di dar corso all’opera a comuni spese, a tale effetto si impegnarono a procurare il materiale occorrente, in calce, in sabbia, e nelle pietre non essendo sufficienti quelle già raccolte.
Il disegno fu esteso ed elaborato dal sig.r Locatelli Giuseppe fu Giuseppe della stessa contrada della Lavina, sotto la [165] direzione dell’architetto e capomastro sig.r Gervasoni Francesco di Brembilla il quale si assunse anche la reggenza, e la responsabilità dell’esecuzione a norma dei recenti regolamenti governativi intorno alle fabbriche, la località prestabilita fu nella sagristia, comprendendo anche parte di essa, considerato essere una posizione e un terreno molle, e inclinato a scoscendere, ciò fu anche per rinfrancare anche l’Oratorio stesso. Sul principio del mese di marzo si prepararono le fondamenta, comprendendo in parte anche la sagristia, lo scavo fu tosto riempito di solido bottume o calcestrutto155 fino alla profondità di un metro circa, intralciato con legname di rovere maturo, il suddetto bottume fu formato da ghiaia ben preparata e cemento portlant156 che misto con altro comune fu di venti e più quintali.
Sulla metà dello stesso mese si cominciò la muratura della base, che nella parte situata nella sagristia è tutta tirata verticalmente od a piombo, in un angolo di questa e dentro il muro vi è rinchiusa una bottiglia con entro la relazione o memoria dichiarante il principio di quest’opera, colla continuazione e l’esecuzione di essa, il nome dei offerenti e capifamiglia principali della contrada, col nome degli operai che si sono assunti l’esecuzione dell’opera, infine firmatisi il R. sig.r Parroco, coll’architetto e i maggiorenti della contrada, ed un esemplare della stessa relazione fu depositato nell’archivio parrocchiale,157 l’originale fu rinchiusa in una bottiglia [166] con immaginette, medaglie e crocette benedette formando così la pietra fondamentale del campanile. In sagristia la larghezza della muratura esterna è di circa metri 3, e nell’interno è di met. 1,30 di lato, ossia in lunghezza e larghezza. Esternamente la larghezza è di metri 4,50 assumendo la forma piramidale tronca a basi parallele ossia a scarpa fino all’altezza di met. 2,80, invece di met. 3 come nel disegno, ciò per mancanza di pietre occorrenti, il basamento è coronato da un cordone dell’altezza di cent.ri 15, di pietra rotondata, innalzandosi il corpo del fabbricato dello stesso campanile distinto secondo la regola del disegno in due parti di eguale grandezza, separate ciascuna da apposito cordone come il primo, aventi ciascuna, in ogni facciata, il relativo specchio a sfondo di cent.ri 10, sovra di essa si erge una terza parte di altezza minore delle prime, avente in ciascuna facciata uno specchio della forma di un quadrato di met. 1,40 di lato, sopra di questa parte vi è la cornice che distingue il piano superiore, formata da pietre intagliate, ed incavate, su di essa si innalza il basamento dei pilastri, che si chiude poi nel parapetto di ciascun finestrone, elevandosi il resto sino alla sommità secondo la regola del disegno.
Siccome nello stesso progetto, fu delineato il tetto colla rispettiva armatura di legno, coperto da ardesie, o piode di radice di Branzi, sormontato da relativa croce di ferro, poggiata su piedestallo di vivo, con quattro vasi posti sugli angoli del tetto, [167] così si pensò invece di ciò, ossia di porvi sul tetto la croce, considerato l’essere difficile l’avere le suddette piode, di far costruire e porre sulla sommità dello stesso campanile la statua di S. Vincenzo levita e martire sotto la cui invocazione è posto l’Oratorio, in un con quella di Maria SS.ma sotto il titolo dell’Annunciazione, difatti venne commessa per mezzo del sullodato sig.r Gervasoni capomastro la statua di S. Vincenzo con quattro vasi da porre sugli angoli, e fatta eseguire al sig.r Albera158 scultore, il quale fece il tutto in cemento portlant e gesso, e riuscì di ottimo effetto e soddisfazione dei frazionisti e di quanti l’ammirarono. Pertanto il prelodato sig.r capomastro invece del tetto su espresso, fece costruire con mattoni un printo o cupoletta di forma parte di prisma retto ottagonale, ed in parte di piramide tronca pure ottagonale tronca a basi parallele sormontato da altro piccolo piedestallo portante la stessa statua; questa cupoletta è contornata da terrazza fatta da calce-strutto come pure la gronda fatta della stessa materia, e ben sagomata. La statua già condotta sul luogo coi relativi vasi, venne collocata sulla sommità dallo stesso prenominato sig.r capomastro, coadiuvato dai mastri lavinesi che eressero il fabbricato, come anche i suddescritti vasi, il tutto riuscì di ottima meraviglia, indi i suddetti mastri compirono il resto della torre secondo la regola del disegno, compiendo in ultimo il parapetto sovrapponendovi in cadauna parte la rispettiva ringhiera, che in un con quattro [168] chiavi poste a sostegno dei pilastri della torre del campanile furono dono di un fabbro-ferraio di Milano.
Questa bell’opera si cominciò e si compiè nel periodo di due mesi, dalla metà di marzo alla metà di giugno dell’anno 1899.
Trovandosi qui i frazionisti della contrada, dimoranti in Milano, impiagati159 nel commercio dei laticinii,160 a passare alcuni giorni di vacanza in sollievo delle loro fatiche, e dei loro traffici, i quali contribuirono anche col loro obolo all’opera, questo tempo lo passano nel mese di agosto. Essi in questa circostanza decisero di fare una festicciuola, e di dare quel certo decoro, e quella voluta solennità all’inaugurazione e alla benedizione del campanile e della statua di S. Vincenzo che dall’alto della torre dello stesso campanile protegge i frazionisti della contrada, e l’intiera popolazione della Parrocchia, tale festicciuola venne fissata da celebrarsi nel giorno 13 in cui cade la seconda domenica dello stesso mese di agosto. Infatti alla vigilia della festa venne impiantato un bell’arco trionfale nella piazza centrale della contrada, fu anche messo insieme un apposito pulpito per il discorso d’occasione che fu innalzato sulla porta dell’Oratorio, lo stesso Oratorio venne parato solennemente per la circostanza.
Alla sera vi fu la funzione della benedizione col SS.mo Sacramento, che si impartì per la prima volta in questa Chie[169]sina dacché essa esiste, dopo da alcuni frazionisti fecesi l’illuminazione del campanile, e i fuochi artificiali che ebbero luogo sulla terrazza dello stesso campanile, ciò che riescì161 di un sorprendente effetto, sia nella contrada stessa come nei circostanti dintorni, oltre un bel falò che ebbe luogo sull’altura del colle di Piazzoli da parte dei frazionisti che nella stagione estiva stanno colassù a pascolare i loro bestiami, e anche questo contribuì assai ad essere di vera meraviglia nell’illuminazione, in quella sera, di più lo sparo dei mortaretti che [col] loro rimbombo fecero eco nell’ambiente di questa parte della Valle. Al mattino della festa parecchi uomini della contrada si diedero di buona volontà a decorare nel miglior modo possibile la via principale della contrada, ove doveva passare la processione, con verzure e pianticelle, tutto questo riescì di rara meraviglia, ciò che non fu mai fatto dacché esiste la contrada e l’Oratorio stesso.
Verso le ore 11 ant.e ci fu la messa solenne cantata dall’Illust.mo Monsig.r Commendator D. Aquilino Citterio di Milano qui in vacanza circondato dal Parroco e sacerdoti vicini, il quale tenne un analogo162 forbito discorso ai vespri, dimostrando l’analogia del campanile, delle campane, le virtù del Santo la cui immagine collocata sulla cima del campanile simboleggia la sua celeste protezione sulla terra in cui viene onorato, invocando da ultimo la celeste benedizione sui benefattori che contribuirono all’erezione del campanile, sugli operai [170] che lo costrussero, esprimendo la speranza che pii benefattori contribuiranno anche al compimento dell’opera, cioè dell’erezione delle campane. Dopo il vespro si fece la processione nella contrada, nel ritorno stando il clero sotto l’arco, il sullodato Monsignore celebrante benedisse la prelodata statua di S. Vincenzo, e il campanile stesso, funzione che riuscì assai commovente, ritornati in Chiesa si chiuse la funzione colla benedizione dell’Augustissimo Sacramento, previo il canto del Te Deum in ringraziamento a Dio, anche per gli operai che hanno fedelmente lavorato nella costruzione del medesimo campanile, e per tutti, della grazia singolarissima di essere stati preservati da ogni e qualsiasi disgrazia.
L’opera fatta sia a lode, onore e gloria a Dio, a Maria Santissima, a S. Vincenzo, a tutti i Santi del paradiso, e a suffragio delle anime purganti.
La spesa per la costruzione del campanile si riassume come segue:
1. Per provvista di calce in carri n. 2,21 a £ 18 al carro £ 39,78
2. “ “ di cemento per le fondamenta e relativa
condotta “ 119,60
3. “ “ di n. 1800 mattoni a £ 3,25 al cento “ 58,50
4. “ spesa di costruzione del medesimo campanile a
mastri e manovali, come da specifica “ 656,00
Somma totale da riportarsi £ 873,88
[171] Si riportano £ 873,88
5. Per fattura di quattro chiavi ed altri attrezzi “ 21,00
6. “ altro cemento occorrente alla cornice del tetto,
al printo,163 al collocamento della statua, e
dei vasi “ 76,00
7. “ importo della statua e dei quattro vasi, e spese
accessorie “ 196,00
8. “ n. 2 viaggi fatti dal sig.r Gervasoni capo
mastro a dirigere l’opera, e al collocamento
della statua e dei vasi “ 30,00
9. “ importo della spesa dell’aureola, e della palma in
ferro fatte fare pel Santo in Brembilla “ 4,00
Sicché la spesa totale della costruzione è di £ 1200,88
quelle della provvista dei materiali, senza calcolare il disegno perché è stato fatto gratuitamente, è di £ 1200,88 come qui sopra.
Pavimentazione del suolo Chiesa Parrocchiale. £ 2000
40. Nello stesso anno venne adempiuta la seconda delle principali prescrizioni fatte come è notato a suo luogo da S. Em.za Reverend.ma il Cardinale Arcivescovo qual è quella della rinnovazione del pavimento nella navata della Chiesa parrocchiale con pianelle di cemento a mosaico, in bel disegno a due colori bianco e nero, con fasce rosse nella quadratura, come vedesi eseguito, di più nello spazio intercetto fra il vano della porta maggiore e della bussola tutto compreso, come pure nel vano delle porte laterali, fu fatto con pianelle di puro cemento scanellate164 nella delineazione e di colore unisono, cioè canino,165 [172] con appositi gradini in tutte tre le porte, di pietra artificiale grigia, di più con spazio ad uso piattaforma fuori della porta maggiore, fatto di pianelle del medesimo colore e qualità, come le qui sopra indicate. Di più vennero fatte le balaustre di cemento ad imitazione del marmo nelle cappelle laterali, tutto questo materiale venne provvisto ed eseguito dalla Ditta Ing.r Ghilardi e C.i in Milano con stabilimento succursale in Bergamo per la somma complessiva di £ 2000 pagabile in due rate delle quali la prima fu pagata nel mese di luglio p.p. Inoltre per mezzo di un operaio venne fatta la pulitura della cantoria, della cassa dell’organo, della cattedra della dottrina, e dei capitelli delle lesene della Chiesa, come anche di quanto era di pertinenza della medesima, questa opera fu eseguita da un individuo addetto alla Ditta Bettinelli di Bergamo.
_______________________________
Nota. - Fra le istituzioni omesse, si novera la Confraternita del Terz’Ordine di S. Francesco d’Assisi, eretta nell’anno 1886 per mezzo dell’Ill.mo Monsig.r D. Aquilino Citterio di Milano, quella della S. Famiglia eretta nell’anno 1893, o 94 che sia, e quella della S. Lega Eucaristica nell’anno 1896, oltre quelle notate a suo luogo.
Della Cappellania Arrigoni-Arrighi il n. delle messe era di duecento otto cioè di quattro per cadauna settimana ma l’ultimo titolare investito ottenne riduzione ma nulla si sa [173] se di quelle settimanali o come, essendo divenuto proprietario della stessa Cappellania, dietro la rivendicazione fatta avendo egli pagato il 30% al R. demanio, fin dall’anno 1869.
Nella circostanza della S. Visita pastorale non venne parata la Chiesa parrocchiale come nelle altre circostanze solenni dovendosi farla consacrare, fu solamente adornato e coperto il seggio episcopale, come pure la porta maggiore della Chiesa stessa, e quella della casa parrocchiale, ma non venne fatto venire verun apposito paratore.
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