Cinzia rabusin


Il registro degli Ufficiali della Condotta del Comune di Siena dell’anno 1357-1358



Yüklə 2,77 Mb.
səhifə4/37
tarix03.12.2017
ölçüsü2,77 Mb.
#33663
1   2   3   4   5   6   7   8   9   ...   37

5. Il registro degli Ufficiali della Condotta del Comune di Siena dell’anno 1357-1358

Il registro, come già evidenziato in precedenza, riporta i contratti d’ingaggio militare stipulati tra il Comune di Siena e le controparti interessate191. Solitamente ogni foglio descrive l’anno corrente, gli estremi concordati dai contraenti il patto, e i movimenti di denaro che fra questi sono avvenuti o dovranno avvenire. E’ bene ricordare che le ultime carte del documento risultano un breve resoconto delle entrate riscosse direttamente dall’Ufficio della Condotta, quali le gabelle degli stipendi e una parte delle trattenute per il pagamento del personale dell’Ufficio stesso destinata alle casse del Comune.

Per un procedere più sistematico di tale analisi, si è preferito differenziarla nei due gruppi in cui gli ingaggi si possono facilmente suddividere: combattenti a cavallo e combattenti a piedi192. Per completare esaustivamente questa trattazione, si riporteranno successivamente ulteriori informazioni ottenute, ma non rientranti nelle due categorie precedentemente menzionate per l’utilizzo dei dati offerti dal documento stesso.

5.1. I combattenti a cavallo


I sei mesi, relativi all’Ufficio dalle calende di ottobre a quelle d’aprile, hanno assistito all’ assoldamento di circa 118 conestabili, 1569 barbute e 184 Ungari, per un totale di 3440 uomini a cavallo193. In realtà le conestabilerie sono approssimativamente 100 e si ripetono, nel periodo menzionato, in successivi rinnovi dello stesso contratto. Come molto più spesso accade per la fanteria, i conestabili appaiono talvolta registrati in coppie, di cui la maggior parte rimangono fisse194. Il numero di barbute che essi conducono varia da 6 a 25, numero che rispecchia pure i combattenti Ungari soggetti al loro capitano.

Generalmente i conestabili ricevono paga doppia (corrispondente a 2 barbute) e il soldo di quest’ultima è di 7 fiorini e mezzo il mese per barbuta195 ; gli Ungari invece sono pagati 8 fiorini il mese l’uno e le barbute della Compagnia della Stella di Hannekin von Baumgarten196 6 fiorini l’una il mese197.

I contratti vengono stipulati per periodi da 1 a 6 mesi, indicati nella fonte come tempo di ferma, e, come già detto, quasi sempre rinnovati. Gli stipendi 198, tranne quelli degli Ungari e della compagnia di Hannekin, sono soggetti alla gabella degli stipendi, un’imposta diretta di “2 soldi per libra” cioè 10% circa. Altre trattenute dalla remunerazione totale di ogni ingaggio risultano essere le spese per la cassetta delle mostre, ovvero per tutto quel personale inviato dal Comune a passare in rassegna gli assoldati (camerlingo dell’Ufficio, marescalchi, …), e quelle per il personale addetto propriamente alla stesura scritta del contratto e alle sue copie (notai, tesorieri, …); tali detrazioni corrispondono ad una somma totale di 7 fiorini di cui soltanto 1 fiorino e 10 soldi entrano nella cassa della città, mentre il restante viene subito utilizzato per remunerare il personale suddetto. Anche in questo caso, la Compagnia della Stella e gli Ungari risultano essere esenti da trattenute; da ciò si può dedurre che entrambi costituiscano una categoria di combattenti esenti da imposte, e ciò è dovuto probabilmente alla loro funzione fondamentale nella risoluzione del conflitto che in tal momento Siena sta affrontando e alla probabile forte richiesta d’ingaggio che tali mercenari suscitano anche presso altre istituzioni politiche.

I conestabili erano soggetti ad essere multati se, durante le rassegne dei loro soldati199, risultavano inadempienti alle richieste espresse dagli statuti in vigore. I cavalli, ad esempio, dovevano corrispondere alla stima fornita dal Comune al momento dell’ingaggio, le loro bardature dovevano risultare in buono stato, le armi dovevano essere di un certo tipo efficiente e tenute con cura200; tutti i soldati dovevano presentarsi secondo il nome da loro dichiarato al momento dell’iscrizione201 e così via. I soggetti di tali inadempienze avevano comunque a disposizione alcuni giorni per presentarsi agli ufficiali o direttamente al Comune per sostenere le loro ragioni; se ritenuti in ogni modo colpevoli l’importo da versare come multa veniva registrato in un libro denominato “pontature et diffetti” di cui purtroppo non si possiede alcun esemplare.

E’ importante precisare che il luogo di reclutamento e il luogo di stipulazione del contratto non coincidevano. I messi comunali venivano inviati spesso in zone extraurbane o in altre città a “ricierchare” mercenari da assoldare attraverso un sindacato tra le parti, che aveva luogo soltanto verbalmente. Fatto l’accordo, i contattati dovevano raggiungere entro una data stabilita la città di Siena, dove veniva svolta la parte “ufficiale” dell’ingaggio. Generalmente comunque il Comune si affidava direttamente ai conestabili come reclutatori; essi erano con probabilità facilmente reperibili, possedevano già un numero di combattenti di base ed erano in grado di ingrossare i loro effettivi in breve tempo soddisfacendo pienamente, nella maggior parte dei casi, le richieste del Consiglio Comunale202.

Dall’analisi del registro in questione , si può dedurre poi che per Siena, il luogo di reclutamento consueto dei Tedeschi era Firenze e quello degli Ungari la Romagna203. Interessante risulta la richiesta da parte dei primi di prestiti di denaro, intesi come anticipi del loro soldo, e l’invio poi di quest’ultimo a Firenze per mezzo di messi della città. Talvolta si riscontra che anche la Biccherna anticipava somme ai conestabili, come nel caso del pagamento di una “pigione di una casa” per Ronchone Maleteste (c. XV v.)204, la quale però rimase “pendente”, forse per volontà stessa dei Dodici.

Anche i mercenari incappavano nel pagamento di quelle imposte che colpivano tutti i cittadini senesi nelle loro attività usuali quali, ad esempio, la gabella dei cavalli rientrante nel più ampio gruppo della gabella dei contratti205. I musicisti (pifferai, tamburini, suonatori di cornamusa), i quali accompagnavano le conistabilerie nelle operazioni belliche, erano a spese di queste.

Tra le carte del registro si scopre inoltre che la gabella del vino fu uno di quei canali, già indicati dal Caferro, da cui proveniva il sostentamento per, quella che si può giustamente definire la “gestione autonoma” dell’Ufficio della Condotta; il disporre delle gabelle come finanziamento delle proprie attività fu per gli ufficiali comunali il metodo base per superare i periodi di crisi economica dalla peste del 1348 in poi206 .


Una trattazione più esaustiva merita l’ingaggio della Compagnia della Stella di Hannekin von Baumgarten (c. LXXXVII v.). Egli conduce 47 conestabili, pagati ben 14 fiorini l’uno, per un totale di 849 “cavalli”207, compresi i conestabili stessi, a 6 fiorini l’uno208, e 435 fanti a 2,6 fiorini l’uno209. Il Comune ha, nell’assoldarlo, una convenienza economica: se infatti i cavalieri fossero stati pagati, come solitamente, 7,5 fiorini ciascuno le casse avrebbero dovuto sborsare 1273,5 fiorini in più. Anche il costo per questa fanteria risulta però, dalla paga singola percepita, alquanto più vantaggioso.

Notevole risulta il costo della provvigione per Hannekin e il suo entourage (marescalchi, consiglieri …): 800 fiorini d’oro. Ed essendo egli pure insignito della carica di Capitano della guerra, altissima appare anche la somma destinatagli come “capitanatico”, in confronto a quella percepita dal precedente Capitano, Menetto di Lomo da Iesi (c. LXXXXIIII v): 300 fiorini il mese contro 25.

Inoltre i 13 “ragazini” soggetti al servizio della compagnia, ma differenziati da quelli che servono in cavalleria e il cui soldo viene compreso nei 6 fiorini per barbuta, costituiscono una categoria di pagamento a sé percependo 1 fiorino ciascuno; essi probabilmente possono essere messi in relazione alla fanteria o alla persona del condottiere.
Concludendo, si possono definire i mesi di gennaio e marzo del 1358210 come i periodi in cui avviene il maggior numero di ingaggi. Marzo capeggia su tutti, con 946 uomini a cavallo assoldati, grazie all’entrata in scena di Hannekin con i suoi circa 1250 uomini tra cavalieri e fanti. La Compagnia della Stella fu di fatto impiegata per rompere l’assedio di Cortona ad opera dei Perugini211, iniziato probabilmente nella seconda metà di dicembre212. L’assegnazione della carica di Capitano della guerra al suo condottiere avvenne probabilmente dopo la cattura di Menetto il 31 marzo213.
Per quanto riguarda i luoghi di destinazione delle truppe a cavallo, bisogna evidenziare che le informazioni fornite dal documento fanno cenno soltanto a poche località nominate quali: Val di Chiana, Rapolano, Massa, Antenore, Monticchiello, Isola (d’Arbia probabilmente), Cortona, Asciano, Chiusi, Orsaia.
Questione insoluta permane la comprensione della possibilità data a Pietro Chamarsso e a Valente di Fere Vere, entrambi a capo di combattenti Ungari, di assoldare quante poste vogliano, di armati della medesima provenienza. Gli elementi da analizzare sono tuttavia talmente esigui e poco perspicui da impedire ogni ulteriore chiarimento. Certo sembra molto improbabile che i Dodici, o la Balia214 per essi, possano lasciare tanta iniziativa a degli “forestieri”; si può forse soltanto azzardare che il Comune abbia loro imposto un budget da ripartire fra quanti effettivi preferivano.

Sembra doveroso poi “spezzare una lancia” a sfavore di quella storiografia che in parte ancora attribuisce ai mercenari mancanza di incisività e di risoluzione nei conflitti, mettendola in relazione al loro interesse a prolungare gli ingaggi: osservando infatti la fonte qui esaminata, si nota la registrazione di una menda per 18 cavalli ungari morti durante un tentativo di cacciare le truppe perugine da Orsaia, stanziamento strategico per il controllo dei ponti sulla Chiana e fornitissimo magazzino di armi per i Perugini. Per una “scaramuccia” da guerra locale, 18 cavalli uccisi dimostrano una attività belligerante non sottovalutabile.


5.2. I combattenti a piedi
Dalle calende di ottobre a quelle di aprile, l’Ufficio della Condotta ingaggia con molta approssimazione 148 conestabili “a piedi” e 2779 fanti, di cui 702 balestrieri e 60 pavesari215. In realtà i conestabili risultano circa 87 poiché, come già detto in precedenza, si ripetono nei 6 mesi attraverso il rinnovo dei contratti216. Il numero di fanti per conestabileria varia da 4 a 125, e il loro stipendio dipende principalmente dalla mansione svolta in battaglia; per i pedoni semplici si pagano al mese da 3 a 4 e 1/3 fiorini, per i pavesari la stessa cifra, per i balestrieri da 2 a 5 fiorini217 ed infine ai “ragazini” si dà il soldo del fante sottratto però di un suo quarto218.Ad ogni conestabile vengono poi aggiunte mezza, 1 o 2 “paghe morte”219 e la durata delle loro singole ferme è di 1 o 2 mesi al massimo, con rinnovi molto meno frequenti rispetto agli armati a cavallo .

I tamburini risultano, a differenza della cavalleria, remunerati dal Comune e il loro stipendio è da 2 a 4 fiorini il mese solitamente compresi nel totale complessivo dovuto alla conestabileria.

Dal testo in esame, appare notizia della presenza, nella fanteria, di cavalle e ronzini dati in prestito dal Comune per il trasporto del bagaglio durante gli spostamenti della truppa.
Le imposte presenti sono le medesime a cui sono soggetti i combattenti a cavallo: la “gabella de’ salari” di 2 soldi per lira (10% circa) e quella delle “ferme de’ soldati”, di cui permane nelle casse comunali soltanto 1 lira per ingaggio. Da tali detrazioni ovviamente sono esenti soltanto coloro i quali prestano servizio presso le milizie civiche; l’individuazione di questi soggetti si pone, poiché le informazioni a riguardo risultano scarse e ambigue, alquanto difficoltosa ed azzardata, e al momento, si possono considerare sicuramente miliziani soltanto i 360 balestrieri suddivisi per Terzi ed esenti dalle, appena evidenziate, trattenute. Rare appaiono le multe destinate al libro delle “pontature et diffetti” e spesso, come causale, i notai riportano la mancata disposizione in file che, quindi, i fanti dovevano mantenere sul campo di battaglia220.

In alcuni casi appaiono premi, incentivi o detrazioni monetarie in base all’esito positivo o negativo di uno scontro: a Iachomo di ser Bettino (c. L v.) vengono promessi 4 fiorini a fante se riuscirà con i suoi ad entrare a Cortona, ma se l’impresa non avverrà essi verranno pagati 3,5 fiorini l’uno; Porciello di Cacharia (c. LII v.) e Iachomo di Ciecho (c. LII v.) ottengono invece, per “benetrata” in Cortona, 1 fiorino in più per combattente.


Si viene poi a conoscenza di prestiti forzosi imposti a taluni conestabili. Secondo il Bowsky, il prestito forzoso poteva essere di due tipi, “presta generale”, imposta a tutti gli allibrati, oppure “presta a balzi”, richiesta soltanto a un gruppo ristretto. Entrambe venivano però applicate a persone con reddito al di sopra di una determinata somma o che potevano contribuire con versamenti proporzionati alle loro possibilità economiche221.

Secondo quanto descrive in merito il registro degli Ufficiali della Condotta del 1357-58, non si ha però la capacità di definire a quale tipologia di prestito far riferimento in questo caso.


Per quanto riguarda i luoghi di stanziamento, nel caso della fanteria, le informazioni in proposito risultano sicuramente più ricche. Sino al gennaio del 1358, principale destinazione appare Talamone; è indispensabile perciò ricordare che, in quel periodo, da alcuni mesi, si era riacutizzato il conflitto contro Pisa per liberare Talamone, porto senese e fiorentino per le merci provenienti dall’Europa centrale e settentrionale, dall’embargo a cui i Pisani, chiudendo con la loro flotta la via del mare, l’avevano costretta222 .

Da gennaio invece, oltre Talamone, appaiono, in quanto luoghi di destinazione delle truppe, principalmente Grosseto e Cortona, ma sporadicamente pure Montalcino, Chianciano, Montechiello, Calcione, Chiusi e Monte S. Savino. Il notaio nelle registrazioni spesso ricorda che buona parte dei nuovi ingaggiati dovranno raggiungere l’esercito, e che comunque essi andranno “ove i Signori Dodici vorano”.

I mesi con maggior numero di assoldamenti risultano ottobre, gennaio, con una notevole caduta in febbraio e un picco eccezionale in marzo ( con 1295 fanti compresi i balestrieri) in relazione anche alla presenza della Compagnia della Stella di Hannekin223. Da ciò si può dedurre che è ormai tramontato il periodo in cui la guerra aveva cadenza stagionale, con pausa durante i mesi invernali224.
Da un’analisi più dettagliata della parte finale del registro, quella dedicata al consuntivo delle gabelle imposte ai soldati, si possono dedurre i totali delle loro entrate nelle casse comunali. La “gabella de’ salari” rende al Comune 2681 fiorini, 19 soldi e 7 denari complessivamente per cavalieri e fanti225 ; la “gabella dele ferme” invece 73 fiorini, 38 soldi e 4 denari sempre per entrambe le categorie di combattenti226.

5.3. I luoghi di provenienza dei conestabili


Rintracciare la provenienza dei circa 260 conestabili nominati nel registro degli Ufficiali della Condotta ora analizzato, risulta, quando il luogo non è specificato dal compilatore del documento, un lavoro che si basa principalmente su delle probabilità. Anche gli strumenti a disposizione sono esigui; per la ricerca relativa ai conestabili “italiani” si è fatto riferimento solitamente alle cronache227, per quella invece relativa ai conestabili “forestieri” ai repertori dello Schäfer228, del Föhl229 e dello Stotzingen230. Va comunque ricordato che indispensabile si è rivelato l’ausilio dell’atlante geografico e storico231.
I conestabili “italiani” provengono, per la maggior parte, dalla Toscana (51 presenze) e dalle Marche (6), ma pure dal Lombardo-Veneto (4), dal Napoletano e dalla Sicilia (2), dalla Repubblica di Genova (1), dal Ducato di Milano (1), dalla Romagna (1) e dall’Emilia (1). Tra questi si riscontrano appartenenti a ceti sociali molto diversi, dagli artigiani (fabbricanti di seta, pittori, …) alle casate signorili (Guazzalotri, Ubertini, Brandaglia, …). Generalmente coloro che rientrano negli strati sociali più elevati servono in cavalleria, in quanto capaci di sostenere economicamente tale equipaggiamento e, per tradizione familiare, abili nell’armeggiare. Le motivazioni che spinsero questi uomini a combattere per il soldo, furono essenzialmente la necessità economica e l’appoggiare fazioni politiche avverse a quelle che li bandirono dalla loro città d’origine (ad esempio, i Ranieri di Casole d’Elsa, gli Ubertini, i Brandaglia, …)232. Alcuni condottieri vengono ingaggiati in coppia con il figlio o con il fratello: si presuppone quindi che il mestiere delle armi potesse tramandarsi di padre in figlio e divenire così un’occupazione stabile per la famiglia233. La presenza inoltre di famiglie magnatizie senesi (Saracini, Tolomei, …) tra i conestabili assoldati rivela, nonostante il loro allontanamento dalle maggiori cariche politiche, un’importanza non trascurabile nel contesto militare che presuppone una notevole prova di fiducia data loro, da parte delle istituzioni.

E’ molto probabile che anche la maggior parte dei conestabili dalle provenienze non rintracciabili siano “italiani”; i loro nomi indicano infatti un’appartenenza all’area linguistica italiana.


Per quanto riguarda i conestabili “forestieri”, si sono mantenute, quando presenti, le provenienze indicate dal compilatore del registro dell’Ufficio della Condotta; egli solitamente evidenzia con il termine “tedescho” un’area geografica corrispondente, a grandi linee, all’Impero germanico, ma pure denotante un’area linguistica234. Le stesse considerazioni vanno fatte per “ungaro”, in quanto tale aggettivo si riferisce a una zona geografica molto più estesa di quella linguistica, cioè all’area comprendente tutti i territori sottomessi al dominio della corona di Santo Stefano (Ungheria storica). Oltre a Tedeschi (14) e Ungari (9), sono presenti conestabili provenienti dalla Borgogna (4), dall’Armagnac (1), dalla Bretagna (1), dalla Piccardia (1), dalla Loira (2), dalla Lorena (1), dalla Confederazione Svizzera (5) e dall’Aragona (1). Questi capitani stranieri sono generalmente a capo di conestabilerie a cavallo e membri di famiglie di milites (ad esempio i Bussen) o di alto lignaggio nobiliare (ad esempio i von Schoeneck e gli Andrássi). Importante presenza, tra i Tedeschi, risulta essere Anichino di Mongardo a capo della sua Compagnia della Stella, personaggio che rientra pienamente tra i maggiori condottieri delle compagnie di ventura presenti in Italia nella seconda metà del Trecento235.
5.4. Il personale dell’Ufficio della Condotta
Rimangono da analizzare le carte del registro le quali non trattano direttamente dei soldati, ma di quelle figure che con questi interagiscono in modi diversi. Scaturiscono da ciò informazioni svariate che qui verranno riportate forse in modo disomogeneo; non considerarle però vorrebbe dire togliere dati interessanti al fine di comprendere il funzionamento stesso dell’Ufficio della Condotta.
Per “personale dell’Ufficio della Condotta” s’intendono i quattro Ufficiali stessi, il camerlingo, i messi, i notai e i marescalchi. Oltre ai loro specifici ruoli, essi si trovano a comporre, a rotazione, più équipe designate a “far le mostre”. Ciò significa che circa una volta al mese un Ufficiale della Condotta - o il camerlingo per lui - un marescalco e un notaio si recano nei luoghi destinati alle rassegne e al reclutamento di nuovi combattenti. Generalmente vengono scortati da un fante, utilizzato talvolta anche come messaggero tra le parti. Inoltre essi portano con sé il loro personale libro di registrazione, il soldo per le truppe e, in caso di necessità, il vettovagliamento per le stesse. Sul posto rimangono in media due settimane a verificare che equini, uomini, e armi rispecchino le normative statutarie in merito.

Ogni équipe ripete nel corso dell’anno le rassegne nei medesimi siti: Lucha Berti Ranieri, camerlingo, si trova a Grosseto e a Talamone il 18 novembre, l’8 gennaio e il 14 febbraio; a Torrita il 3 dicembre e in un imprecisato giorno di gennaio; in Val di Chiana il 14 dicembre e il 25 febbraio. Altri luoghi, ospitanti le mostre, risultano: San Quirico, Montefollonico, Chianciano, Monticchiello, Staggia236 e Firenze.

Tranne i Signori della Condotta237, questi ufficiali comunali percepiscono 40 soldi a cavallo il dì oltre alla loro paga di base; essa sino all’ottobre 1357 consta di 6 libbre e 18 soldi il mese e da tale momento in poi appare ridotta a 5 lire. Risultano ovviamente anche soggetti alla gabella degli stipendi di 2 soldi per lira (10%)238 e, saltuariamente, alle “preste”.

Alla fine del mandato, gli ufficiali vengono poi sottoposti ad una supervisione del loro operato; di ciò si occupano i Provveditori o Riveditori, nominati dall’élite governante e appartenenti alla magistratura della Biccherna239.


Inaspettatamente appaiono ad assoldare gente d’arme per il Comune anche i “Sindachi” la cui principale funzione era il controllo della fedeltà degli ufficiali senesi agli statuti e agli ordinamenti comunali240.


Tabelle riassuntive dei principali dati d’analisi
I conestabili dalla provenienza geografica non identificata241

Ponzetto di Valecorssa

Giovanni Giorgi

Amadeo di Simone detto “Gualdo”

Buvegia di Minucio

Barna di Meuccio

Pazarello di Nicolluccio

Andrea di Petro

Neratto di Neri

Ghezotto di Petruccio


Iachomo di Binduccio da Munistero

Maccione di Chelino

Raschione

Petro d’Agnollo

Iachomo di Ciecho

Francino di Vanni

Ghallastrone di Cione

Nichollo di Mino Cicierchia

Ser Anbruogio Petri

Franciescho detto “Bischantano”

Giani di Ruverì
Biagio di Ciencio

Iacomo di Binduccio

Iachomo di ser Bandino

Pero di Lando Bechi da Gamarcho

Cristofano di (Roffollo)

Angnollo di Bizocho

Ser Arigho di Nerino

Petro Nucciaregli

Iachomo di ser Bettino

Ghuido da Carpicietto

Giovanni da Patissa
Bonifazio da Bighozi

Toschetto

Vinciguerra di misser Guido

Bindo


Frate Ghino

Franciescho di Baldesse detto “Perde il tenpo”

Farsotto

Giovanni di Ghanaza

Antonio di Binduccio da Munistero

Giovanni di Bartalo Chanbinzi


Giovacchino di Chellino

Rantagio


Chorsello

Meaccio d’Arigho

Mateo di Paschollo dal Monte

Charllo di Giacomino

Cherichino Manetti

Franciescho (…)allamama

Pavollo di Chelle
Chorsello

Pietro Pavolli

Pillo

Giovanni di Memo (…)mamigliano



Nuccio di Stanzuollo detto “Chavalina”

Nicollo di ser Tino

Rabuia di Franciescho

Turino di Bulimarzo

Renaldo di Orlando

Antonio di Pero



Yüklə 2,77 Mb.

Dostları ilə paylaş:
1   2   3   4   5   6   7   8   9   ...   37




Verilənlər bazası müəlliflik hüququ ilə müdafiə olunur ©muhaz.org 2024
rəhbərliyinə müraciət

gir | qeydiyyatdan keç
    Ana səhifə


yükləyin