Isaac Asimov. L'Orlo della fondazione



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potuto diminuirne la sensibilità, che gli permetteva di

captare il debole campo mentalico che li circondava.


La nave da guerra della Fondazione si avvicinava pia-

no, ma decisa. Era grande, e a giudicale da quelle che

aveva visto in passato, Gendibal calcolava che avesse un

equipaggio di circa sei persone. Le sue armi sarebbero si-

curamente bastate a respingere e, se necessario, a di-

struggere una flotta di tutte le navi di cui la Seconda Fon-

dazione disponeva, se queste avessero potuto contare solo

sulla loro potenza materiale.


Dato che invece Gendibal poteva contare sulle sue armi

mentaliche, il fatto che la nave da guerra stesse avanzan-

do permetteva di trarre certe conclusioni e non altre. An-

che se fosse stata dotata di congegni mentalici, era im-

probabile che si azzardasse a sfidare così apertamente la

Seconda Fondazione. Era più probabile che si stesse diri-

gendo verso Gendibal senza sapere chi aveva davanti in

realtà. Forse il suo comandante ignorava che Compor era

stato sostituito, oppure, se anche non lo ignorava, non sa-

peva che era stato rimpiazzato da un membro della Se-

conda Fondazione. Magari non sapeva nemmeno che cosa

fosse un membro della Seconda Fondazione.


Pero (Gendibal non voleva escludere nessuna ipotesi)

poteva anche essere che la nave, disponendo di congegni

mentalici, li sopravvalutasse tanto da decidere di sfidare

la Seconda Fondazione. In qùesto caso il comandante sa-

rebbe stato un megalomane. Tuttavia c'era anche un'ulti-

ma eventualità: che le armi mentaliche della Prima Fon-

dazione fossero assai più potenti di quanto Gendibal po-

tesse prevedere. In fondo, non era detto che fosse infalli-

.bile nelle sue previsioni...
L'Oratore saggiò la mente di Novi. Novi, diversamente

da lui, non era in grado di percepire coscientemente i

campi mentalici, eppure captava campi debolissimi che

lui non riusciva a individuare. Era un fenomeno strano,

che avrebbe dovuto essere studiato in futuro e che forse

avrebbe prodotto a lungo andare frutti così importanti,

che al loro confronto il problema che stava per essere

fronteggiato adesso sarebbe apparso insignificante.


Gendibal aveva riflettuto sulla cosa la prima volta che

aveva notato l'insolita linearità e simmetria della mente

di Novi, e si era sentito orgoglioso delle proprie capacità

intuitive. Gli Oratori erano sempre andati fieri di queste

loro facoltà, ma era un orgoglio veramente giustificato?

Non poteva essere che l'intuizione servisse solo a coprire

I'incapacità di misurare i carnpi con metodi fisici e di ca-

pire quindi quali forze fossero coinvolte nei fenomeni

mentalici? «Intuizione« era una parola mistica con cui si

poteva mascherare facilmente l'ignoranza. Quanta di

questa ignoranza poteva nascere dall'abitudine a sotto-

valutare la fisica, a ritenerla assai meno rilevante della

mentalica?
E non era, questa, un'abitudine assurda? Quando fosse

diventato Primo Oratore, pensò, la situazione sarebbe

cambiata. Avrebbe cercato di colmare l'abisso tecnologi-

co fra le due Fondazioni. Non si poteva permettere che la

Seconda Fondazione rischiasse di soccombere ogni qual-

volta il monopolio mentalico mostrava anche solo un mi-

nimo cedimento. Forse anzi quel cedimento era già una

realtà. Forse la Prima Fondazione possedeva armi segre-

te, oppure aveva stretto un'alleanza con gli Anti-Mulo.

(Quest'idea, che gli era venuta in mente ora per la prima

volla~ lo fece rabbrividire.)
Mentre pensava a tutte queste cose con la velocità cui

gli Oratori erano abituati, continuò a sorvegliare il brillio

della mente di Novi, che denunciava la presenza attorno

a loro di un lieve campo mentalico. Il brillio non aumen-

tò con l'avvicinarsi della nave da guerra.
Questo non dimostrava che la nave della Fondazione

fosse priva di congegni mentalici. Era ben nòto che il

campo mentalico non obbediva alla legge dell'universo

del quadrato della distanza, ovvero non aumentava d'in-

tensità proporzionalmente al quadrato della diminuzione

di distanza fra emittente e ricevente. In questo dlfferlva

dal campo elettromagnetico e dal campo gravitazionale.

Però, anche se variavano meno, con la distanza, dei vari

campi fisici, i campi mentalici non erano del tutto insen-

sibili a essa. La mente di Novi avrebbe dovuto rivelare un

certo aumento di brillio all'avvicinarsi della nave.
(Come mai in ben cinque secoli, dall'epoca di Hari Sel-

don in poi, nessun membro della Seconda Fondazione

aveva mai pensato di calcolare il rapporto matematico

fra intensità mentalica e distanza? Non si poteva assolu-

tamente continuare a ignorare così la fisica, si disse Gen-

dibal .)
Se la nave da guerra fosse stata provvista di congegm

mentalici e fosse stata consapevole di trovarsi di fronte

un membro della Seconda Fondazione non avrebbe forse

aumentato al massimo l'intensità del suo campo, prima

di avanzare? E in quel caso non avrebbe forse la mente di

Novi registrato sicuramente un aumento di brillio?
Eppure non era successo.
Rincuorato, Gendibal escluse la possibilità che la nave

fosse fornita di congegni mentalici. Stava avanzando ver-

so di lui perché non sapeva di avere a che fare con un

membro della Seconda Fondazione, e quindi la sua peri-

colosità andava ridimensionata.
Il campo mentalico, ovviamente, era una realtà indi-

scutibile, ma doveva per forza essere generato dal piane-


ta Gaia. Un tal fatto non era certo rassicurante, ma il pro-
blema immediato da risolvere era costituito dalla nave.
Eliminato quello, Gendibal avrebbe potuto rivolgere la
sua attenzione al mondo degli Anti-Muli.
Rimase in attesa. Quelli della Prima Fondazione alla fi-
ne si sarebbero decisi ad agire, oppure gli si sarebbero av-
vicinati a tal punto che lui non avrebbe più dubitato di
L dover passare alle vie di fatto.
La nave continuò a procedere (ora velocemente). Gen-

dibal calcolò che la forza del suo intervento sarebbe stata

sufficiente. Nessuno avrebbe provato dolore, e neanche
' particolare disagio: le persone a bordo avrebbero sempli-

cemente constatato di avere i muscoli della schiena e de-


t dlilarti che rispondevano con grande lentezza ai comandi
~` Restrinse il campo mentalico controllato dalla sua

mente, intensificandolo. Esso coprì la distanza che sepa-

rava le due navi alla velocità della luce. (Le navi erano

abbastanza vicine da rendere inutile il contatto iperspa-

ziale, che comportava inevitabilmente una mancanza di
precislone.)
Ma Gendibal, attonito, trovò inaspettata resistenza La

nave della Fondazione era dotata di un efficace schermo

mentalico il cui spessore aumentava proporzionalmente

all aumento di intensità del campo mentalico prodotto

da lui. Dopotutto, quindi, non è che ignorasse chi aveva

davanti. E aveva un'arma imprevista, anche se difensiva.


--Ha tentato di attaccarci, Liono. Guardate!--disse la
L'ago dello psicometro si mosse tremolando e salì con
un guizzo irregolare.
3 C'erano voluti centoventi anni di ricerca per mettere a

~unto lo schermo mentalico. Era stato il progetto scienti-

-iCO più segreto della storia, fatta eccezione forse per

quello di Hari Seldon, che aveva condotto la sua analisi

psicostorica per conto suo, senza che nessuno sapesse

nulla. Cinque generazioni di esseri umani si erano arra

attate a perfezionare un congegno la cui plausibilità tec-

nica non era suffragata da alcuna teoria.


; Eppure, nessun progresso sarebbe stato possibile senza

I invenzione dello psicometro, che fungeva da guida, indi-

cando la direzione e il grado di avvicinamento a ogni sta-

dio: Nessuno sapeva spiegare come funzionasse, però i ri-

sultatl pratici dimostravano che misurava l'incommen-

surabile e descriveva in cifre l'indescrivibile. La Branno

era con~inta (una convinzione che alcuni scienziati con-

dividevano) che se mai la Prima Fondazione fosse riuscita

yl

a spiegare il funzionamento dello psicometro, avrebbe



raggiunto le capacità di controllo mentale della Seconda.
Ma quello era un discorso che riguardava il futuro. Per

il momento lo schermo doveva bastare, tanto più che la

superiorità delle armi fisiche era schiacciante.
La Branno spedì il suo messaggio che arrivò al destina-

tario espresso con una voce maschiie alla quale era stata

tolta qualsiasi sfumatura emotiva e che suonava quindi

freddae minacciosa.


--Alla Bnght Stare ai suoi occupanti. Mediante un atto

1~ di pirateria vi siete impadroniti con la forza di una nave

della Marina della Federazione della Fondazione. Vi ordi-

niamo di arrendervi e di consegnare la nave immediata-

mente, se non volete fronteggiare un attacco.

La voce che rispose era pacata.--Sindaco Branno di

Terminus, so che siete su quella nave. La Bright Star non

è stata presa con un atto di pirateria. Sono stato invitato

espressamente a bordo dal suo legittimo comandante,

Munn Li Compor di Terminus. Chiedo un periodo di tre-

gua perché si possa parlare fra noi di questioni di grande

importanza.

Kodell sussurrò alla Branno:--Fate parlare me, sinda-

co.


k Lei alzò una mano e con sprezzo disse:--La responsa-

bilità è mia, Liono.

Regolando il trasmettitore disse, con un tono poco me-

no freddo e mecca,nico di quello della voce artificiale che

aveva parlato in precedenza:--Uomo della Seconda Fon-

dazione, cercate di capire in che posizione vi trovate. Se

non vi arrendete possiamo disintegrare la vostra nave

nel breve lasso di tempo che impiega la luce a viaggiare

dalla nostra nave alla vostra. E siamo pronti a farlo, an-

che perché voi non siete in possesso di informazioni pre-

ziose per le quali si riveli necessario tenervi in vita. Sap-

i: piamo che siete di Trantor e una volta che ci saremo oc-

cupati di voi, ci occuperemo anche del vostro pianeta.

Siamo disposti a concedervi di parlare, ma poiché non

potete avere cose importanti da dirci, non vi ascolteremo

a lungo.
--In tal caso--disse Gendibal--parlerò in fretta, ar-

rivando subito al punto. Il vostro schermo non è perfetto,

né potrebbe esserlo. L'avete sopravvalutato e avete sotto-

valutato me. Sono in grado di manipolare e controllare la

vostra mente, magari non con la stessa facilità con cui lo


F &rei se non ci fosse lo schermo, ma sempre efflcacemen-
E te. Nel momento stesso in cui tenterete di usare una qual-

L siasi arma, io vi colpirò, e voglio che comprendiate bene

una cosa: senza lo schermo posso manipolarvi la mente

senza danneggiarla in alcun modo, ma in presenza dello

schermo sono costretto ad aprirmi la strada con la forza

e la manipolazione non potrà più avvenire come nell'al-

tro caso. La vostra mente può venire frantumata proprio

come lo schermo, e l'effetto, se ciò avviene, è irreversibi-

le. In altre parole, voi non potete fermarmi mentre io pos-

so fermarvi riducendovi a una condizione peggiore della

morte. Diverreste delle carcasse prive di cervello. Siete

disposti a correre un simile rischio?


_ Sapete benissimo che state bluffando--disse la
--Allora volete correre il rischio di subire le conse-

guenze che vi ho appena descritto?--disse Gendibal con

tono freddo e indifferente.
F Kodell si chinò sopra la spalla della Branno e sussurrò:

--Per amor di Seldon, sindaco...


Gendibal disse (non proprio in quello stesso esatto mo-

mento, dato che la luce e tutto ciò che viaggiava alla sua


E velocità impiegavano un secondo per passare da una na-

ve all'altra):--Ho seguito i vostri pensieri, Kodell, non


l` ha senso che sussurriate. Ho seguito anche i pensierì del

sindaco. E indecisa, quindi non è ancora il caso che vi fac-

ciate prendere dal panico. E il fatto stesso che conosca i

vostri pensieri dimostra ampiamente che lo schermo è di-


I fettoso.

E --Lo si può rinforzare--disse il sindaco, con tono di

I sfida.
--Lo stesso vale per la mia energia mentalica--disse

Gendibal.


--Ma io me ne sto seduta qui tranquilla e consumo so-

lo energ!a fisica per mantenere in funzione lo schermo; e

di energla ne ho abbastanza da tenerlo attivo per periodi

di tempo lunghissimi. Voi invece per penetrare oltre esso

siete costretto a spremervi la mente, e vi stancherete
--Non sono stanco--disse Gendibal.--Al momento

né VOi, né Kodell siete in grado di dare ordini ai membri

del vostro equipaggio o ad altri equipaggi di altre navi.

Questo riesco a impedirvelo senza farvi alcun male, ma

non tentate trucchi particolari per sfuggire a tale control-

Io, perché se ci proverete, sarò costretto a intensificare la

mia azione mentalica, con le conseguenze che vi ho illu-

strato poco fa.


--Aspetterò--disse la Branno, posando le mani in

grembo con l'aria di una decisa a pazientare.--Prima o

~oi vi stancherete e quando questo succederà, non darò

_'ordine di eliminarvi, perché ormai sarete innocuo: darò

invece al grosso della Flotta della Fondazione l'ordine di

attaccare Trantor. Se volete salvare il vostro pianeta, ar-

rendetevi. Contrariamente a quanto accadde all'epoca

del Grande Saccheggio, questa volta la vostra organizza-

zione non sopravviverà alla nostra azione distruttiva.
--Non capite, sindaco, che se mi dovessi stancare, il

che non succederà, potrei tranquillamente salvare il mio

pianeta eliminandovi prima che le mie energie se ne fos-

sero completamente andate?


--Non lo farete. Il vostro compito fondamentale è pre-

servare il Piano Seldon. Eliminare il sindaco di Terminus

significherebbe inferire un duro colpo al prestigio e all'

autorità della Prima Fondazione, provocarne il regresso e

incoraggiare i suoi numerosi nemici; sarebbe un tale di-

sastro per il Piano, questo, da essere ai vostri occhi quasi

pari alla prospettiva di vedere Trantor distrutto. Tanto

vale che vi arrendiate.


--Sareste pronta a scommettere che non vi eliminerò?
La Branno gonfiò il petto in un respiro profondo ed

espirò lentamente. Poi disse, decisa:--Sì.


Kodell, che era seduto al suo fianco, impallidì.
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Gendibal fissò l'immagine tridimensionale della Branno,

nello spazio davanti alla parete. Era un po' tremolante e

nebbiosa per via dell'interferenza provocata dal campo.

L'uomo vicino al sindaco non si distingueva quasi, tanto

era sfocato, ma Gendibal non poteva sprecare le sue ener-

gie per lui. Doveva concentrarsi sulla Branno.


Lei non vedeva Gendibal su nessuno schermo. Non ave-

va a esempio modo di sapere che anche lui aveva un com-

pagno, o meglio una compagna di viaggio. Non poteva

studiare la sua espressione, i suoi gesti. Sotto quell'aspet-

to si trovava in svantaggio.
Tutto ciò che l'Oratore aveva detto era vero. Con un di-

spendio enorme di energia mentalica era effettivamente

in grado di penetrare oltre il campo e di neutralizzare la
Branno, col rischio pero di distruggerle irreparabilmente

la mente. Ma anche quello che aveva detto lei era vero.

Eliminando il sindaco di Terminus, Gendibal avrebbe

danneggiato il Piano almeno quanto l'aveva danneggiato

r il Mulo. Anzi, le conseguenze sarebbero potute essere an-

cora più gravi di quelle provocate dal Mulo, perché ormai

L Si era avanti nel gioco e c'era meno tempo per riparare ai

passi falsi.


A peggiorare la situazione c'era Gaia, che, con quel suo

campo mentalico così debole da essere a stento indivi-

r duabile, rappresentava ancora un'incognita. Per un atti-

mo Gendibal toccò la mente di Novi sincerandosi che il

g flusso ~osse sempre presente. Era li, immutato, con la

~' stessa debole intensità di prima.


Novi non poteva aver sentito in alcun modo il lieve toc-

co di Gendibal, però si voltò verso di lui e sussurrò, piena

i di soggezion~e:--Maestro, c'è una nebbiolina, lì davanti

alla parete. E con essa che parlate?


Doveva avere avvertito la presenza delle immagini

nebbiose attraverso il sottile collegamento che esisteva

fra le loro due menti. Gendibal si portò l'indice alle lab-

bra.--Non abbiate paura, Novi. Chiudete gli occhi e sta-

te tranquilla.
--Sindaco Branno--disse poi, alzando la voce--è

giusto che scommettiate che non vi eliminerò, perché in

~ ogni caso non intendo farlo subito. Penso infatti che se vi

E` spiegherò una certa cosa, verrete a miti consigli e non ci

sarà bisogno di azioni distruttive né dall'una né dall'altra

E parte. Poniamo che mi arrenda e vi lasci vincere. Che co-

sa succederebbe in questo caso? Voi e i vostri successori

vi fareste prendere dall'ottimismo e, sentendovi sicuri

dello schermo mentalico, estendereste il vostro potere su

tutta la Galassia troppo in fretta. Agendo così ritardere-

ste in pratica l'avvento del Secondo Impero, perché di-

[ struggereste il Piano Seldon.


--Non mi meraviglia che non vogliate eliminarmi su-

~ bito--disse la Branno--e penso che già ora vi stiate ren-

L dendo conto di non potermi eliminare neanche in seguito.
--Non illudetevi con queste assurde idee da megalo-

E mane. La maggior parte della Galassia è tuttora al di fuo-

l; ri della sfera d'influenza della Fondazione, e molti piane-

E ti sono anche dichiaratamente anti-Fondazione. Ci sono

E addirittura settori della Federazione che rimpiangono i

l tempi in cui erano indipendenti. Se, ringalluzziti dalla

mia resa, vi butterete troppo precipitosamente in impre-

se di conquista, toglierete al resto della Galassia quello

che è sempre stato il suo tallone d'Achille- I'indecisione

nata dalla discordia. Finalmente la paura costringerà i

vostri nemici a unirsi, e anche all'interno della Fondazio-

ne il vostro atteggiamento incoraggerà chi prima vi era

amico a ribellarsi.
--Mi state minacciando con una clava di paglia--dis-

se la Branno.--Saremo in grado di sconfiggere facilmen-

te i nostri nemici anche se tutti i mondi della Galassia

non appartenenti alla Fondazione si coalizzassero contro

di noi e anche se ad aiutarli intervenisse una ribellione in

metà dei mondi che appartengono alla Federazione. Vi

assicuro che non avremmo problemi.
` ~ Non subito forse, sindaco. Non commettete però l'er-

rore di guardare solo ai risultati immediati. Potete anche

fondare il Secondo Impero proclamandone semplicemen- f

te l'esistenza, ma non riuscirete mai a mantenere indi-

sturbati il potere. Dovrete riconquistarlo ogni dieci anni.
--Allora lo faremo, finché i mondi non si stancheran-

no, proprio come voi.


--Non si stancheranno, così come non mi stancherò io.

D'altra parte questo processo di continua riconquista

non durerebbé nemmeno molto, perché un altro pericolo

minaccerebbe lo Pseudo-Impero da voi proclamato. Dato

che questo si potrebbe mantenere in piedi solo attraverso

una sorveglianza militare costante, i generali della Fon-

dazione diventerebbero per la prima volta nella storia

più importanti e più potenti delle autorità civili. Lo Pseu-

do-Impero si frazionerebbe in tante zone militari all'in-

terno delle quali i singoli comandanti deterrebbero il po-

tere assoluto. Si avrebbe così una reazione a raffica e si

verificherebbe con molta probabilità un ritorno alla bar-

barie che potrebbe durare più dei trentamila anni di cui

parlava Seldon prima di perfezionare il suo Piano.


--Che minacce puerili! Anche se la matematica del

Piano Seldon prevedesse reazioni di questo tipo, si tratte-

rebbe sempre di previsioni basate sul probabile, non sull'

inevitabile .


--Sindaco Branno--disse Gendibal, serio--lasciate

stare il Piano Seldon. Non comprendete la sua matemati-

ca e non siete in grado di afferrarne concretamente la

struttura. Ma forse non avete bisogno di capirlo, perché

siete un politico esperto e anche di successo, a giudicare
dalla carica che rivestite. Per di più, almeno consideran-

do i rischi che state correndo, siete coraggiosa. Vi basta

Quindi usare il vostro acume. Riflettete sulla storia politi-

ca e militare dell'umanità e consideratela alla luce di ciò

che conoscete della natura umana, di ciò che sapete degli

uomini, dei politici, dei militari e del loro modo di agire e


L reagire. Non potrete che concludere che ho ragione.
--Anche se aveste ragione, uomo della Seconda Fonda-
E zione--disse la Branno--non cambierebbe niente. Noi

intendiamo correre questo rischio. Con le persone giuste

al comando e col progredire continuo della tecnologia sia

nel campo della fisica sia in quello della mentalica, ab-

biamo ottime probabilità di vittoria. Hari Seldon non in-

tuì che sàrebbero stati fatti enormi passi avanti nell'am-

bito della tecnologia. Come avrebbe potuto, del resto?

Nel suo Piano non previde a esempio che la Prima Fonda-


E` zione avrebbe messo a punto uno schermo mentalico. In

ogni caso, che cosa ce ne facciamo del Piano Seldon~ Cor-


~ reremo i nostri rischi e fonderemo l'Impero infischiando-
E cene di esso. Dopotutto, è meglio incontrare un insucces-

so agendo al di fuori del Piano che avere successo seguen-

do le sue direttive. Non vogliamo un Impero in cui svol-

gere il ruolo di burattini manovrati in segreto dai mem-

bri della Seconda Fondazione.
E --Dite così solo perché non capite quanto sarebbe gra-

ve un vostro insuccesso per la popolazione della Galassia.


--Può darsi--disse la Branno, impassibile.--State

cominciando a stancarvi, uomo della Seconda Fondazio-


i ne?
--No, per niente. Permettetemi di proporvi un'alterna-
g tiva che non avete ancora preso in considerazione, un'al-

ternativa che non costringerebbe né voi ad arrendervi a

me, ne me ad arrendermi a voi. Ci troviamo nelle vicinan-

ze di un pianeta chiamato Gaia.


--Lo so.
--Sapete anche che si tratta del probabile luogo di na-
L s~ita del Mulo?
--Vorrei che questa affermazione fosse suffragata da

prove. O pretendete che vi creda sulla parola~


i --Il pianeta è circondato da un campo mentalieo. E un

mondo abitato da tante persone simili al Mulo. Se proce-

derete nel vostro intento e distruggerete la Seconda Fon-
·i~ dazione, Vi renderete schiavi di Gaia. Che male vi ha mai

fatto la Seconda Fondazione? Male vero, intendo, non im-

yl

maginario o ipotetico? Chiedetevi invece che male vi ha


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