potuto diminuirne la sensibilità, che gli permetteva di
captare il debole campo mentalico che li circondava.
La nave da guerra della Fondazione si avvicinava pia-
no, ma decisa. Era grande, e a giudicale da quelle che
aveva visto in passato, Gendibal calcolava che avesse un
equipaggio di circa sei persone. Le sue armi sarebbero si-
curamente bastate a respingere e, se necessario, a di-
struggere una flotta di tutte le navi di cui la Seconda Fon-
dazione disponeva, se queste avessero potuto contare solo
sulla loro potenza materiale.
Dato che invece Gendibal poteva contare sulle sue armi
mentaliche, il fatto che la nave da guerra stesse avanzan-
do permetteva di trarre certe conclusioni e non altre. An-
che se fosse stata dotata di congegni mentalici, era im-
probabile che si azzardasse a sfidare così apertamente la
Seconda Fondazione. Era più probabile che si stesse diri-
gendo verso Gendibal senza sapere chi aveva davanti in
realtà. Forse il suo comandante ignorava che Compor era
stato sostituito, oppure, se anche non lo ignorava, non sa-
peva che era stato rimpiazzato da un membro della Se-
conda Fondazione. Magari non sapeva nemmeno che cosa
fosse un membro della Seconda Fondazione.
Pero (Gendibal non voleva escludere nessuna ipotesi)
poteva anche essere che la nave, disponendo di congegni
mentalici, li sopravvalutasse tanto da decidere di sfidare
la Seconda Fondazione. In qùesto caso il comandante sa-
rebbe stato un megalomane. Tuttavia c'era anche un'ulti-
ma eventualità: che le armi mentaliche della Prima Fon-
dazione fossero assai più potenti di quanto Gendibal po-
tesse prevedere. In fondo, non era detto che fosse infalli-
.bile nelle sue previsioni...
L'Oratore saggiò la mente di Novi. Novi, diversamente
da lui, non era in grado di percepire coscientemente i
campi mentalici, eppure captava campi debolissimi che
lui non riusciva a individuare. Era un fenomeno strano,
che avrebbe dovuto essere studiato in futuro e che forse
avrebbe prodotto a lungo andare frutti così importanti,
che al loro confronto il problema che stava per essere
fronteggiato adesso sarebbe apparso insignificante.
Gendibal aveva riflettuto sulla cosa la prima volta che
aveva notato l'insolita linearità e simmetria della mente
di Novi, e si era sentito orgoglioso delle proprie capacità
intuitive. Gli Oratori erano sempre andati fieri di queste
loro facoltà, ma era un orgoglio veramente giustificato?
Non poteva essere che l'intuizione servisse solo a coprire
I'incapacità di misurare i carnpi con metodi fisici e di ca-
pire quindi quali forze fossero coinvolte nei fenomeni
mentalici? «Intuizione« era una parola mistica con cui si
poteva mascherare facilmente l'ignoranza. Quanta di
questa ignoranza poteva nascere dall'abitudine a sotto-
valutare la fisica, a ritenerla assai meno rilevante della
mentalica?
E non era, questa, un'abitudine assurda? Quando fosse
diventato Primo Oratore, pensò, la situazione sarebbe
cambiata. Avrebbe cercato di colmare l'abisso tecnologi-
co fra le due Fondazioni. Non si poteva permettere che la
Seconda Fondazione rischiasse di soccombere ogni qual-
volta il monopolio mentalico mostrava anche solo un mi-
nimo cedimento. Forse anzi quel cedimento era già una
realtà. Forse la Prima Fondazione possedeva armi segre-
te, oppure aveva stretto un'alleanza con gli Anti-Mulo.
(Quest'idea, che gli era venuta in mente ora per la prima
volla~ lo fece rabbrividire.)
Mentre pensava a tutte queste cose con la velocità cui
gli Oratori erano abituati, continuò a sorvegliare il brillio
della mente di Novi, che denunciava la presenza attorno
a loro di un lieve campo mentalico. Il brillio non aumen-
tò con l'avvicinarsi della nave da guerra.
Questo non dimostrava che la nave della Fondazione
fosse priva di congegni mentalici. Era ben nòto che il
campo mentalico non obbediva alla legge dell'universo
del quadrato della distanza, ovvero non aumentava d'in-
tensità proporzionalmente al quadrato della diminuzione
di distanza fra emittente e ricevente. In questo dlfferlva
dal campo elettromagnetico e dal campo gravitazionale.
Però, anche se variavano meno, con la distanza, dei vari
campi fisici, i campi mentalici non erano del tutto insen-
sibili a essa. La mente di Novi avrebbe dovuto rivelare un
certo aumento di brillio all'avvicinarsi della nave.
(Come mai in ben cinque secoli, dall'epoca di Hari Sel-
don in poi, nessun membro della Seconda Fondazione
aveva mai pensato di calcolare il rapporto matematico
fra intensità mentalica e distanza? Non si poteva assolu-
tamente continuare a ignorare così la fisica, si disse Gen-
dibal .)
Se la nave da guerra fosse stata provvista di congegm
mentalici e fosse stata consapevole di trovarsi di fronte
un membro della Seconda Fondazione non avrebbe forse
aumentato al massimo l'intensità del suo campo, prima
di avanzare? E in quel caso non avrebbe forse la mente di
Novi registrato sicuramente un aumento di brillio?
Eppure non era successo.
Rincuorato, Gendibal escluse la possibilità che la nave
fosse fornita di congegni mentalici. Stava avanzando ver-
so di lui perché non sapeva di avere a che fare con un
membro della Seconda Fondazione, e quindi la sua peri-
colosità andava ridimensionata.
Il campo mentalico, ovviamente, era una realtà indi-
scutibile, ma doveva per forza essere generato dal piane-
ta Gaia. Un tal fatto non era certo rassicurante, ma il pro-
blema immediato da risolvere era costituito dalla nave.
Eliminato quello, Gendibal avrebbe potuto rivolgere la
sua attenzione al mondo degli Anti-Muli.
Rimase in attesa. Quelli della Prima Fondazione alla fi-
ne si sarebbero decisi ad agire, oppure gli si sarebbero av-
vicinati a tal punto che lui non avrebbe più dubitato di
L dover passare alle vie di fatto.
La nave continuò a procedere (ora velocemente). Gen-
dibal calcolò che la forza del suo intervento sarebbe stata
sufficiente. Nessuno avrebbe provato dolore, e neanche
' particolare disagio: le persone a bordo avrebbero sempli-
cemente constatato di avere i muscoli della schiena e de-
t dlilarti che rispondevano con grande lentezza ai comandi
~` Restrinse il campo mentalico controllato dalla sua
mente, intensificandolo. Esso coprì la distanza che sepa-
rava le due navi alla velocità della luce. (Le navi erano
abbastanza vicine da rendere inutile il contatto iperspa-
ziale, che comportava inevitabilmente una mancanza di
precislone.)
Ma Gendibal, attonito, trovò inaspettata resistenza La
nave della Fondazione era dotata di un efficace schermo
mentalico il cui spessore aumentava proporzionalmente
all aumento di intensità del campo mentalico prodotto
da lui. Dopotutto, quindi, non è che ignorasse chi aveva
davanti. E aveva un'arma imprevista, anche se difensiva.
--Ha tentato di attaccarci, Liono. Guardate!--disse la
L'ago dello psicometro si mosse tremolando e salì con
un guizzo irregolare.
3 C'erano voluti centoventi anni di ricerca per mettere a
~unto lo schermo mentalico. Era stato il progetto scienti-
-iCO più segreto della storia, fatta eccezione forse per
quello di Hari Seldon, che aveva condotto la sua analisi
psicostorica per conto suo, senza che nessuno sapesse
nulla. Cinque generazioni di esseri umani si erano arra
attate a perfezionare un congegno la cui plausibilità tec-
nica non era suffragata da alcuna teoria.
; Eppure, nessun progresso sarebbe stato possibile senza
I invenzione dello psicometro, che fungeva da guida, indi-
cando la direzione e il grado di avvicinamento a ogni sta-
dio: Nessuno sapeva spiegare come funzionasse, però i ri-
sultatl pratici dimostravano che misurava l'incommen-
surabile e descriveva in cifre l'indescrivibile. La Branno
era con~inta (una convinzione che alcuni scienziati con-
dividevano) che se mai la Prima Fondazione fosse riuscita
yl
a spiegare il funzionamento dello psicometro, avrebbe
raggiunto le capacità di controllo mentale della Seconda.
Ma quello era un discorso che riguardava il futuro. Per
il momento lo schermo doveva bastare, tanto più che la
superiorità delle armi fisiche era schiacciante.
La Branno spedì il suo messaggio che arrivò al destina-
tario espresso con una voce maschiie alla quale era stata
tolta qualsiasi sfumatura emotiva e che suonava quindi
freddae minacciosa.
--Alla Bnght Stare ai suoi occupanti. Mediante un atto
1~ di pirateria vi siete impadroniti con la forza di una nave
della Marina della Federazione della Fondazione. Vi ordi-
niamo di arrendervi e di consegnare la nave immediata-
mente, se non volete fronteggiare un attacco.
La voce che rispose era pacata.--Sindaco Branno di
Terminus, so che siete su quella nave. La Bright Star non
è stata presa con un atto di pirateria. Sono stato invitato
espressamente a bordo dal suo legittimo comandante,
Munn Li Compor di Terminus. Chiedo un periodo di tre-
gua perché si possa parlare fra noi di questioni di grande
importanza.
Kodell sussurrò alla Branno:--Fate parlare me, sinda-
co.
k Lei alzò una mano e con sprezzo disse:--La responsa-
bilità è mia, Liono.
Regolando il trasmettitore disse, con un tono poco me-
no freddo e mecca,nico di quello della voce artificiale che
aveva parlato in precedenza:--Uomo della Seconda Fon-
dazione, cercate di capire in che posizione vi trovate. Se
non vi arrendete possiamo disintegrare la vostra nave
nel breve lasso di tempo che impiega la luce a viaggiare
dalla nostra nave alla vostra. E siamo pronti a farlo, an-
che perché voi non siete in possesso di informazioni pre-
ziose per le quali si riveli necessario tenervi in vita. Sap-
i: piamo che siete di Trantor e una volta che ci saremo oc-
cupati di voi, ci occuperemo anche del vostro pianeta.
Siamo disposti a concedervi di parlare, ma poiché non
potete avere cose importanti da dirci, non vi ascolteremo
a lungo.
--In tal caso--disse Gendibal--parlerò in fretta, ar-
rivando subito al punto. Il vostro schermo non è perfetto,
né potrebbe esserlo. L'avete sopravvalutato e avete sotto-
valutato me. Sono in grado di manipolare e controllare la
vostra mente, magari non con la stessa facilità con cui lo
F &rei se non ci fosse lo schermo, ma sempre efflcacemen-
E te. Nel momento stesso in cui tenterete di usare una qual-
L siasi arma, io vi colpirò, e voglio che comprendiate bene
una cosa: senza lo schermo posso manipolarvi la mente
senza danneggiarla in alcun modo, ma in presenza dello
schermo sono costretto ad aprirmi la strada con la forza
e la manipolazione non potrà più avvenire come nell'al-
tro caso. La vostra mente può venire frantumata proprio
come lo schermo, e l'effetto, se ciò avviene, è irreversibi-
le. In altre parole, voi non potete fermarmi mentre io pos-
so fermarvi riducendovi a una condizione peggiore della
morte. Diverreste delle carcasse prive di cervello. Siete
disposti a correre un simile rischio?
_ Sapete benissimo che state bluffando--disse la
--Allora volete correre il rischio di subire le conse-
guenze che vi ho appena descritto?--disse Gendibal con
tono freddo e indifferente.
F Kodell si chinò sopra la spalla della Branno e sussurrò:
--Per amor di Seldon, sindaco...
Gendibal disse (non proprio in quello stesso esatto mo-
mento, dato che la luce e tutto ciò che viaggiava alla sua
E velocità impiegavano un secondo per passare da una na-
ve all'altra):--Ho seguito i vostri pensieri, Kodell, non
l` ha senso che sussurriate. Ho seguito anche i pensierì del
sindaco. E indecisa, quindi non è ancora il caso che vi fac-
ciate prendere dal panico. E il fatto stesso che conosca i
vostri pensieri dimostra ampiamente che lo schermo è di-
I fettoso.
E --Lo si può rinforzare--disse il sindaco, con tono di
I sfida.
--Lo stesso vale per la mia energia mentalica--disse
Gendibal.
--Ma io me ne sto seduta qui tranquilla e consumo so-
lo energ!a fisica per mantenere in funzione lo schermo; e
di energla ne ho abbastanza da tenerlo attivo per periodi
di tempo lunghissimi. Voi invece per penetrare oltre esso
siete costretto a spremervi la mente, e vi stancherete
--Non sono stanco--disse Gendibal.--Al momento
né VOi, né Kodell siete in grado di dare ordini ai membri
del vostro equipaggio o ad altri equipaggi di altre navi.
Questo riesco a impedirvelo senza farvi alcun male, ma
non tentate trucchi particolari per sfuggire a tale control-
Io, perché se ci proverete, sarò costretto a intensificare la
mia azione mentalica, con le conseguenze che vi ho illu-
strato poco fa.
--Aspetterò--disse la Branno, posando le mani in
grembo con l'aria di una decisa a pazientare.--Prima o
~oi vi stancherete e quando questo succederà, non darò
_'ordine di eliminarvi, perché ormai sarete innocuo: darò
invece al grosso della Flotta della Fondazione l'ordine di
attaccare Trantor. Se volete salvare il vostro pianeta, ar-
rendetevi. Contrariamente a quanto accadde all'epoca
del Grande Saccheggio, questa volta la vostra organizza-
zione non sopravviverà alla nostra azione distruttiva.
--Non capite, sindaco, che se mi dovessi stancare, il
che non succederà, potrei tranquillamente salvare il mio
pianeta eliminandovi prima che le mie energie se ne fos-
sero completamente andate?
--Non lo farete. Il vostro compito fondamentale è pre-
servare il Piano Seldon. Eliminare il sindaco di Terminus
significherebbe inferire un duro colpo al prestigio e all'
autorità della Prima Fondazione, provocarne il regresso e
incoraggiare i suoi numerosi nemici; sarebbe un tale di-
sastro per il Piano, questo, da essere ai vostri occhi quasi
pari alla prospettiva di vedere Trantor distrutto. Tanto
vale che vi arrendiate.
--Sareste pronta a scommettere che non vi eliminerò?
La Branno gonfiò il petto in un respiro profondo ed
espirò lentamente. Poi disse, decisa:--Sì.
Kodell, che era seduto al suo fianco, impallidì.
80
Gendibal fissò l'immagine tridimensionale della Branno,
nello spazio davanti alla parete. Era un po' tremolante e
nebbiosa per via dell'interferenza provocata dal campo.
L'uomo vicino al sindaco non si distingueva quasi, tanto
era sfocato, ma Gendibal non poteva sprecare le sue ener-
gie per lui. Doveva concentrarsi sulla Branno.
Lei non vedeva Gendibal su nessuno schermo. Non ave-
va a esempio modo di sapere che anche lui aveva un com-
pagno, o meglio una compagna di viaggio. Non poteva
studiare la sua espressione, i suoi gesti. Sotto quell'aspet-
to si trovava in svantaggio.
Tutto ciò che l'Oratore aveva detto era vero. Con un di-
spendio enorme di energia mentalica era effettivamente
in grado di penetrare oltre il campo e di neutralizzare la
Branno, col rischio pero di distruggerle irreparabilmente
la mente. Ma anche quello che aveva detto lei era vero.
Eliminando il sindaco di Terminus, Gendibal avrebbe
danneggiato il Piano almeno quanto l'aveva danneggiato
r il Mulo. Anzi, le conseguenze sarebbero potute essere an-
cora più gravi di quelle provocate dal Mulo, perché ormai
L Si era avanti nel gioco e c'era meno tempo per riparare ai
passi falsi.
A peggiorare la situazione c'era Gaia, che, con quel suo
campo mentalico così debole da essere a stento indivi-
r duabile, rappresentava ancora un'incognita. Per un atti-
mo Gendibal toccò la mente di Novi sincerandosi che il
g flusso ~osse sempre presente. Era li, immutato, con la
~' stessa debole intensità di prima.
Novi non poteva aver sentito in alcun modo il lieve toc-
co di Gendibal, però si voltò verso di lui e sussurrò, piena
i di soggezion~e:--Maestro, c'è una nebbiolina, lì davanti
alla parete. E con essa che parlate?
Doveva avere avvertito la presenza delle immagini
nebbiose attraverso il sottile collegamento che esisteva
fra le loro due menti. Gendibal si portò l'indice alle lab-
bra.--Non abbiate paura, Novi. Chiudete gli occhi e sta-
te tranquilla.
--Sindaco Branno--disse poi, alzando la voce--è
giusto che scommettiate che non vi eliminerò, perché in
~ ogni caso non intendo farlo subito. Penso infatti che se vi
E` spiegherò una certa cosa, verrete a miti consigli e non ci
sarà bisogno di azioni distruttive né dall'una né dall'altra
E parte. Poniamo che mi arrenda e vi lasci vincere. Che co-
sa succederebbe in questo caso? Voi e i vostri successori
vi fareste prendere dall'ottimismo e, sentendovi sicuri
dello schermo mentalico, estendereste il vostro potere su
tutta la Galassia troppo in fretta. Agendo così ritardere-
ste in pratica l'avvento del Secondo Impero, perché di-
[ struggereste il Piano Seldon.
--Non mi meraviglia che non vogliate eliminarmi su-
~ bito--disse la Branno--e penso che già ora vi stiate ren-
L dendo conto di non potermi eliminare neanche in seguito.
--Non illudetevi con queste assurde idee da megalo-
E mane. La maggior parte della Galassia è tuttora al di fuo-
l; ri della sfera d'influenza della Fondazione, e molti piane-
E ti sono anche dichiaratamente anti-Fondazione. Ci sono
E addirittura settori della Federazione che rimpiangono i
l tempi in cui erano indipendenti. Se, ringalluzziti dalla
mia resa, vi butterete troppo precipitosamente in impre-
se di conquista, toglierete al resto della Galassia quello
che è sempre stato il suo tallone d'Achille- I'indecisione
nata dalla discordia. Finalmente la paura costringerà i
vostri nemici a unirsi, e anche all'interno della Fondazio-
ne il vostro atteggiamento incoraggerà chi prima vi era
amico a ribellarsi.
--Mi state minacciando con una clava di paglia--dis-
se la Branno.--Saremo in grado di sconfiggere facilmen-
te i nostri nemici anche se tutti i mondi della Galassia
non appartenenti alla Fondazione si coalizzassero contro
di noi e anche se ad aiutarli intervenisse una ribellione in
metà dei mondi che appartengono alla Federazione. Vi
assicuro che non avremmo problemi.
` ~ Non subito forse, sindaco. Non commettete però l'er-
rore di guardare solo ai risultati immediati. Potete anche
fondare il Secondo Impero proclamandone semplicemen- f
te l'esistenza, ma non riuscirete mai a mantenere indi-
sturbati il potere. Dovrete riconquistarlo ogni dieci anni.
--Allora lo faremo, finché i mondi non si stancheran-
no, proprio come voi.
--Non si stancheranno, così come non mi stancherò io.
D'altra parte questo processo di continua riconquista
non durerebbé nemmeno molto, perché un altro pericolo
minaccerebbe lo Pseudo-Impero da voi proclamato. Dato
che questo si potrebbe mantenere in piedi solo attraverso
una sorveglianza militare costante, i generali della Fon-
dazione diventerebbero per la prima volta nella storia
più importanti e più potenti delle autorità civili. Lo Pseu-
do-Impero si frazionerebbe in tante zone militari all'in-
terno delle quali i singoli comandanti deterrebbero il po-
tere assoluto. Si avrebbe così una reazione a raffica e si
verificherebbe con molta probabilità un ritorno alla bar-
barie che potrebbe durare più dei trentamila anni di cui
parlava Seldon prima di perfezionare il suo Piano.
--Che minacce puerili! Anche se la matematica del
Piano Seldon prevedesse reazioni di questo tipo, si tratte-
rebbe sempre di previsioni basate sul probabile, non sull'
inevitabile .
--Sindaco Branno--disse Gendibal, serio--lasciate
stare il Piano Seldon. Non comprendete la sua matemati-
ca e non siete in grado di afferrarne concretamente la
struttura. Ma forse non avete bisogno di capirlo, perché
siete un politico esperto e anche di successo, a giudicare
dalla carica che rivestite. Per di più, almeno consideran-
do i rischi che state correndo, siete coraggiosa. Vi basta
Quindi usare il vostro acume. Riflettete sulla storia politi-
ca e militare dell'umanità e consideratela alla luce di ciò
che conoscete della natura umana, di ciò che sapete degli
uomini, dei politici, dei militari e del loro modo di agire e
L reagire. Non potrete che concludere che ho ragione.
--Anche se aveste ragione, uomo della Seconda Fonda-
E zione--disse la Branno--non cambierebbe niente. Noi
intendiamo correre questo rischio. Con le persone giuste
al comando e col progredire continuo della tecnologia sia
nel campo della fisica sia in quello della mentalica, ab-
biamo ottime probabilità di vittoria. Hari Seldon non in-
tuì che sàrebbero stati fatti enormi passi avanti nell'am-
bito della tecnologia. Come avrebbe potuto, del resto?
Nel suo Piano non previde a esempio che la Prima Fonda-
E` zione avrebbe messo a punto uno schermo mentalico. In
ogni caso, che cosa ce ne facciamo del Piano Seldon~ Cor-
~ reremo i nostri rischi e fonderemo l'Impero infischiando-
E cene di esso. Dopotutto, è meglio incontrare un insucces-
so agendo al di fuori del Piano che avere successo seguen-
do le sue direttive. Non vogliamo un Impero in cui svol-
gere il ruolo di burattini manovrati in segreto dai mem-
bri della Seconda Fondazione.
E --Dite così solo perché non capite quanto sarebbe gra-
ve un vostro insuccesso per la popolazione della Galassia.
--Può darsi--disse la Branno, impassibile.--State
cominciando a stancarvi, uomo della Seconda Fondazio-
i ne?
--No, per niente. Permettetemi di proporvi un'alterna-
g tiva che non avete ancora preso in considerazione, un'al-
ternativa che non costringerebbe né voi ad arrendervi a
me, ne me ad arrendermi a voi. Ci troviamo nelle vicinan-
ze di un pianeta chiamato Gaia.
--Lo so.
--Sapete anche che si tratta del probabile luogo di na-
L s~ita del Mulo?
--Vorrei che questa affermazione fosse suffragata da
prove. O pretendete che vi creda sulla parola~
i --Il pianeta è circondato da un campo mentalieo. E un
mondo abitato da tante persone simili al Mulo. Se proce-
derete nel vostro intento e distruggerete la Seconda Fon-
·i~ dazione, Vi renderete schiavi di Gaia. Che male vi ha mai
fatto la Seconda Fondazione? Male vero, intendo, non im-
yl
maginario o ipotetico? Chiedetevi invece che male vi ha
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