Isaac Asimov. L'Orlo della fondazione



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--Le cose non stanno esattamente così, Trev. Voglio di-

re, Trevize

--Oh, dite pure Trev, se volete. Non me ne importa un

` fico cosmico.

--Dunque le cose non stanno esattamente come crede-

te voi, Trev. Compor ha abbandonato quella nave ed è

stato rimpiazzato da due persone, una delle quali è Stor-

~endibal, un membro della Seconda Fondazione che rico-

1 pre una carica importante. Ha il titolo di Oratore.

--Una carica importante, dite? Avrà poteri mentalici,

t;~ immaginO.

--Oh, sì, poteri mo~ito forti.

~ --Riuscite a tenergli testa?

,1 --Certamente. L'altra persona che si trova con lui sul-

Ia nave è Gaia.

--Cioè una di voi?

--Sì. Si chiama Suranoviremblastiran. Il nome do-

vrebbe essere assai più lungo, ma è da tanto che è lontana

da me-noi-tutti.

! _ E questa persona è capace di affrontare un membro

così importante della Seconda Fondazione?

--Non è lei, ma Gaia ad affrontarlo. Lei-io-noi-tutti po-

t tremmo annientarlo se volessimo.

--Ed è questo che farete? Avete intenzione di elimina-

re quel tizio e la Branno? Gaia si accinge forse a distrug-

gere le Fondazioni per creare un suo Impero Galattico?

Che cos'è, il ritorno del Mulo in grande stile?

--No, no, Trev. Non innervositevi, vi prego. Harla-

branno, Storgendibal e Suranoviremblastiran sono in si-

tuazione di stallo. Stanno aspettando.

--Che cosa?

--La vostra decisione.

--Ecco che ci risiamo. Quale decisione? Che cosa c'en-

tro io?


--Vi prego, Trev--disse Bliss.--Avrete presto le do-

vute spiegazioni. Io-noi-lei abbiamo detto tutto quanto si

poteva dire per il momento.
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~r La Branno disse, stancamente:--E chiaro che ho com-

messo un errore, Liono. Forse un errore fatale.


--E prudente ammettere una cosa del genere?--mor-

morò Kodell, tra i denti.


--Tanto sanno quello che penso. Non può danneggiar-

mi di più esprimere a voce alta quello che c'è nella mia

mente. E non è che non intuiscano i vostri pensieri se sus-

surrate fra i denti. Avrei dovuto aspettare che lo schermo

fj fosse ulteriormente rinforzato.
--Come potevate prevedere i fatti, sindaco?--disse

Kodell. Se avessimo aspettato di essere sicuri al cento

per cento dello schermo, avremmo forse aspettato in eter-

3 no. Certo, avrei preferito che non fossimo venuti qui di

persona. Sarebbe stato meglio fare la prova con qualcun

!~ altro, magari con Trevize, il vostro parafulmine. -


La Branno sospirò.--Volevo prenderli di sorpresa

Liono. Ma avete messo il dito sulla piaga. Il mio errore é

stato di non aspettare che lo schermo fosse impenetrabi-

le. Non impenetrabile al cento per cento, ma sufflciente-

mente sicuro da non darci problemi. Sapevo che non era

così, ma non ho voluto aspettare. Se avessi atteso che le

imperfezioni fossero corrette, avrei rischiato di veder sca-

li dere nel frattempo la mia carica, e invece volevo che que-

j sta impresa fosse effettuata durante il tempo in cui ero io

il sindaco di Terminus. E volevo trovarmi io sul luogo

dell'impresa. Così, come una stupida, ho fatto di tutto per

convincermi che lo schermo non aveva difetti. Non ho vo-

luto ascoltare chi mi consigliava la prudenza. Non ho vo-

luto, per esempio, dare ascolto a voi e ai vostri dubbi.


--Possiamo ancora vincere, con un po' di pazienza.
--Potete ordinare agli uomini di &r fuoco contro l'al-

tra nave? ~ '


--No, sindaco, non posso. E un pensiero che per qual-

che motivo non riesco a sopportare.


--Nemmeno io lo sopporto. E se voi o io dessimo un or-

dine del genere, sono certa che gli uomini non lo esegui-

rebbero, non riuscirebbero a eseguirlo.
--Non nelle circostanze attuali. Ma le circostanze po-

trebbero cambiare. In effetti, sulla scena sta comparendo

un nuovo attore.
Kod. ll indicò lo schermo. Il computer della nave l'ave-

va diviso automaticamente in due metà simmetriche, ap-

pena era apparsa una nave nuova. Quest ultima era visi-

bile sulla metà di destra.


--Potete ingrandire l'immagine, Liono?
--Certo. Il membro della Seconda Fondazione è furbo.

Siamo liberi di fare tutto quello che non può disturbarlo.


--Bene--disse la Branno, studiando lo schermo.--E

la Far Star, ne sono sicura. E immagino che a bordo ci

siano Trevize e Pelorat.--Dopo un attimo soggiunse, con

una punta di amarezza:--A meno che ànche loro non

siano stati rimpiazzati da membri della Seconda Fonda-

zione. Il mio parafulmine è stato davvero efficace. Se solo

lo schermo mentalico fosse stato più forte...
--Abbiate pazienza--disse Kodell.

Si udì una voce dalla parte della sala di controllo, e la


Branno si accorse che non era costituita da onde sonore. !

La sentì direttamente nella propria mente, e un'occhiata

a Kodell bastò a farle capire che anche lui l'aveva udita.
--Mi sentite, sindaco Branno?--disse la voce.--Se s~,

non disturbatevi a dirlo: è sufficiente che lo pensiate.


Harla Branno disse, calma:--Chi siete?
--Sono Gaia--fu la risposta.
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Le tre navi erano ciascuna in posizione stazionaria rispet-

to alle altre due. Tutte quante giravano assai lentamente

intorno al pianeta Gaia, simili a un lontano satellite com- '

posto di tre parti distinte. Tutte quante accompagnavano

Gaia nel suo viaggio interminabile intorno al sole.
Trevize sedeva davanti allo schermo, stanco ormai di

chiedersi che cosa ci si aspettasse da lui, per quale moti-

vo fosse stato indotto a percorrere un migliaio di parsec

per arrivare fin lì.


Il suono che d'un tratto penetrò la sua mente non lo

colse di sorpresa.


--Mi sentite, Golan Trevize?--disse la voce ignota.--

Se sì, non disturbatevi a dirlo: è sufficiente che lo pensia-


Trevize si guardò intorno. Pelorat, chiaramente mera-

vigliato lanciò occhiate in tutte le direzioni, come cer-

cando chi avesse proferito quelle parole. Bliss se ne stava

seduta tranquilla con le mani in grembo. Trevize era si- I

curissimo che avesse udito anche lei la voce. Ignorando l'

ordine di limitarsi a pensare, disse, scandendo bene le pa-

role:--Se non mi spiegate che cosa sta succedendo, non
~q~ .
farò niente di ciò che si pretende ch'io faccia.
--Ora avrete le spiegazioni che cercate--disse la voce.
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Novi disse:--Voi tutti mi stàte sentendo nella vostra

mente. Siete liberi di rispondere col pensiero anziché a

voce. Farò sì che vi possiate sentire anche a vicenda. Co-

me sapete, siamo così vicini che la velocità della luce del

campo mentalico spaziale impedisce spiacevoli ritardi

nella nostra comunicazione. Innanzitutto, devo puntua-

lizzare che questo nostro incontro è stato predisposto.
--In che modo?--disse la voce della Branno.
--Non con un intervento sulla mente--disse Novi.--

Gaia non è dedita a questo tipo di interferenze. Abbiamo

soltanto sfruttato l'ambiziQne altrui. Il sindaco Branno

voleva dar vita subito al Secondo Impero, I'Oratore Gen-

dibal voleva diventare Primo Oratore. Ci è bastato inco-

raggiare questi desideri e assecondare, con criterio e ac-

cortezza, le tendenze già esistenti.
--sO come sono stato condotto qui--disse Gendibal

secco. E in effetti era vero. Sapeva perché era stato COSì

ansioso di intraprendere quel viaggio nello spazio, così

ansioso di inseguire Trevize, così sicuro di poter affronta-

re qualsiasi circostanza che gli si fosse presentata. Tutto

era avvenuto per via di Novi. Di Novi!


--Voi costituivate un caso particolare, Oratore Gendi-

bal. La vostra ambizione era forte, ma c'erano alcuni lati

del vostro carattere che si potevano considerare punti de-

boli. Ho capito che eravate una persona che avrebbe trat-

tato con molta dolcezza qualcuno che avesse ritenuto in-

~eriore a sé sotto tutti gli aspetti. Ho sfruttato questa vo-

stra peculiarità volgendola a vostro svantaggio. Io-noi-so-

no-siamo profondamente rammaricati di essere ricorsi a

un tale espediente. Ci giustifica soltanto il fatto che è in

gioco il futuro stesso della Galassia.


Novi fece una pausa e la sua voce (benché non si espri-

messe attraverso le onde sonore) assunse un tono più gra-

ve Anche l'espressione del viso diventò maggiormente se-
--Gaia non poteva aspettare più a lungo: ha capito che

era tempo di intervenire in qualche modo. Da più di un

secolo quelli di Terminus stavano perfezionando lo scher-

mo mentalico. Se si fosse concesso loro il tempo di un'al-

tra generazione, nemmeno Gaia sarebbe più stata in gra-

do di penetrare oltre lo schermo e i membri della Prima

Fondazione sarebbero stati liberi di usare a loro piaci-

mento le potenti armi in loro possesso. La Galassia non

avrebbe potuto opporre alcuna resistenza e Terminus

avrebbe creato subito un Secondo Impero Galattico di

suo gradimento, nonostante il Piano Seldon, nonostante

Trantor e nonostante Gaia. Bisognava quindi indurre in

qualche modo il sindaco Branno ad agire intanto che lo

schermo era ancora imperfetto.


« Poi c'era il problema rappresentato da Trantor. Il Pia-

no Seldon funzionava magnificamente perché Gaia si

adoperava a mantenerlo sul giusto tracciato. E da più di

un secolo si avvicendavano Primi Oratori dal tempera-

mento passivo, per cui Trantor vegetava. La comparsa

sulla scena di Stor Gendibal però era preoccupante. Un

giorno sarebbe diventato sicuramente Primo Oratore, e

sotto di lui la Seconda Fondazione sarebbe diventata

molto più attiva: avrebbe rivolto la sua attenzione verso

le armi materiali e, riconoscendo il pericolo rappresenta-

to da Terminus, sarebbe passata all'azione. Se fosse riu-

scita ad agire contro Terminus prima che questo dispo-

nesse di uno schermo impenet'rabile, avrebbe fondato un

Secondo Imperò Galattico di suo gradimento nonostante

la Prima Fondazione e nonostante Gaia. Di conseguenza

bisognava indurre in qualche modo Gendibal ad agire

prima di diventare Primo oratore.
«Per fortuna poiché sbno vari decenni che manovria-

mo con cura, siamo riusciti a far incontrare le due Fonda-

zioni nel luogo giusto al momento giusto. Ripeto tutto

questo soprattutto perché il consigliere Golan Trevize di

Terminus possa capire.«
Trevize intervenne a quel punto, e ignorando di nuovo

l'invito a parlare solo col pensiero disse a voce alta:--In-

vece non capisco. Che cosa ci sarebbe stato di male se l'

una o I'altra delle due ipotesi si fosse avverata?


--Se Terminus creasse ora il Secondo Impero Galatti-

co--disse Novi--creerebbe un impero militare fondato

sulla lotta, mantenuto in piedi con la lotta e destinato al-

la fine a essere distrutto dalla lotta. Non sarebbe che una

ripetizione del Primo Impero Galattico, a giudizio di Ga-
«Un Secondo Impero Galattico creato da Trantor sa-

rebbe invece un impero paternalistico, fondato sul calco-

lo, mantenuto in piedi con il calcolo, destinato a una sor-

ta di morte quotidiana provocata dal calcolo. Un impero

del genere sarebbe, a giudizio di Gaia, un vicolo cieco.«
--E che alternativa offre Gaia?--disse Trevize.
--Galaxia, ovvero una Gaia più grande, una Galassia

dl pianeti abitati tutti vivi come Gaia e uniti in una vita

iperspaziale ancora più stimolante. Tutti i mondi, tutte le

stelle parteciperebbero di questa vita. E ne partecipereb-

bero forse anche tutti i frammenti di gas interstellare e il

grande buco nero centrale. La nostra proposta è una Ga-

lassia vivente che si potrebbe rendere adatta a ospitare

tutte le forme di vita in modi che ancora non siamo in

grado di immaginare. L'umanità troverebbe canoni di

esistenza completamente diversi da quelli conosciuti fi-

nora e si libererebbe del tutto dagli antichi errori.
--Per commetterne di nuovi--mormorò Gendibal

ironico.
--Gaia ha avuto migliaia di anni a disposizione per ri-

solvere ogni problema, anche nuovo.
--Ma non su scala galattica.
Ignorando il breve scambio di battute mentali, Trevize

arrivò dritto al punto che gli interessava e disse:--E

qual è il mio ruolo in tutto ciò?
La voce di Gaia tuonò, attraverso la mente di Novi:--

Voi dovete scegliere. Qual è l'alternativa giusta?


Seguì un lungo silenzio, che alla fine fu rotto dalla voce

mentale di Trevize (troppo sbalordito, questa volta, per


parlare).
--Perché proprio io dovrei scegliere?--disse, ancora

con tono di sfida.


--Benché ci fossimo resi conto che Terminus o Trantor

potevano diventare troppo potenti per essere fermati o

peggio ancora, potevano diventare entrambi così forti dá

dar luogo a uno stallo terribile capace di danneggiare ir-

rimediabilmente la Galassia, non eravamo in grado di

agire. Per i nostri scopi avevamo bisogno di una persona

particolare, che fosse naturalmente portata a distinguere

~I giusto dall'ingiusto. Abbiamo trovato voi, consigliere

Trevize. Anzi no, non possiamo prenderci questo merito.

E stata la gente di Trantor a trovarvi, tramite l'uomo di

nome Compor; anche se nemmeno i membri della Secon-

da Fondazione hanno capito che cosa avevano per le ma-

ni. Il fatto che siate stato, per così dire, individuato ha at-

tratto la nostra attenzione verso di voi. Golan Trevize, voi

avete il dono di capire che cosa sia giusto fare. "
--Non è vero--disse Trevize.
--Voi avete la facoltà rara di essere sicuro. E questa

volta vi richiediamo di essere sicuro nell'interesse di tut-

ta la Galassia. Forse non vi piace l'idea di assumervi una

tale responsabilità. Forse preferireste non essere costret-

to a scegliere. Tuttavia vi accorgerete che quanto vi do-

mandiamo è giusto. Appena sentirete dentro di voi quella

sicurezza particolare che caratterizza le vostre azioni più

ponderate, sceglierete. Quando vi abbiamo trovato ab-

biamo capito che la nostra ricerca era terminata e per an-

ni ci siamo adoperati allo scopo di incoraggiare, senza in-

terferenze mentaliche, un decorso degli avvenimenti che

consentisse a voi tre, Harla Branno, Stor Gendibal e Go-

Ian Trevize, di trovarvi nellu stesso momento nei dintorni

di Gaia. Ci siamo riusciti.


--A questo punto e nelle attuali circostanze--disse

Trevize--non è forse vero, Gaia, se è così che devo chia-

marvi, che siete in grado di sconfiggere sia il sindaco, sia

I'Oratore? Non è forse vero che potreste già adesso getta-

re le basi di quella Galassia vivente di cui avete parlato,

senza alcun bisogno del mio intervento? Perché allora

non lo fate?
--Non so se la spiegazione che vi darò vi sembrerà del

tutto soddisfacente--disse Novi.--Il fatto è che Gaia fu

fondata migliaia di anni fa con l'aiuto dei robot, i quali

per un breve periodo di tempo servirono la specie umana,

che ora nun servono più. Ci fecero capire chiaramente che

saremmo potuti sopravvivere solo osservando stretta-

mente le Tre Leggi della Robotica applicate alla vita nel

suo complesso. La Prima Legge, sotto questo riguardo, re-

cita: Gaia non può recare danrli alla vita o, attraverso la

propria colpwole inerzia, permettere che alla vita sia recato

d~nno. Abbiamo seguito questa regola per tutta la nostra

storia, e non possiamo discustarcene.


«Di conseguenza, ora ci troviamo inermi. Non possia-

mo imporre la nostra idea della Galassia vivente a un

quintilione di esseri umani e di innumerevoli altre forme

di vita, perché correremmo il rischio di danneggiare un

gran numero di creature. Ma non possiamo nemmeno

stare con le mani in mano a guardare la Galassia semidi-

struggersi in una lotta che avremmo la facoltà di impedi-

re. Non sappiamo se sia meglio per la Galassia la nostra

azione o la nostra inazione; e nel caso che scegliessimo di ~I
agire, sarebbe più giusto sóstenere Terminus o Trantor?

In conclusione, desideriamo che sia il consigliere Trevize


~` a decidere. Qualsiasi scelta farà, quella sarà anche la

scelta di Gaia.~>


~ --Come pensate che possa arrivare a questa decisione?
E' --disse Trevize.--Che cosa devo fare?
--Avete il computer--disse Novi.--Quelli che l'han-
L no costruito, su Terminus, non si sono resi conto che era
E ancora più perfetto di quanto pensassero. Esso contiene

in sé parte di Gaia. Basta che posiate le mani sui termina-

li e che pensiate. Potete pensare a esempio che lo schermo

mentalico del sindaco Branno diventi impenetrabile. Se

farete così, la Branno probabilmente userà subito le sue

armi per conquistare Gaia e, in secondo tempo, Trantor.


L --E voi non glielo impedireste?--disse Trevize, sba-

lordito.
--No. Se concluderete che la migliore alternativa per

la Galassia è la dominazione da parte di Terminus, noi

incoraggeremo volentieri tale dominazione, anche a co-


L sto di venire distrutti. C'è però anche un'altra possibilit~.

Potreste individuare il campo mentalico dell'Oratore

Gendibal e unire le vostre facoltà potenziate dal compu-

ter alle sue. In quel caso lui riuscirebbe sicuramente a li-

berarsi di me e a respingermi. Dopo di ciò potrebbe inter-

venire sulla mente del sindaco e usare le sue navi per con-

quistare Gaia e assicurare la continuità del Piano Seldon.

Nemmeno a questa soluzione ci ribelleremo.


«Infine, potreste individuare il mio campo mentalico e

unirvi a esso. Se si verificasse questo si darebbe il via all'

idea della Galassia vivente, un'idea che non si realizze-

rebbe nel giro di una o due generazioni, ma nel giro di se-

coli, durante i quali il Piano Seldon continuerebbe a fun-

zionare. La scelta, ripeto, è vostra.«


L Il sindaco Branno disse:--Aspettate un attimo! Non

prendete subito la vostra decisione, Trevize! Posso parla-

re al consigliere?
--Potete parlargli liberamente--disse Novi.--E al-

trettanto può fare- I'Oratore Gendibal.


--Consigliere Trevize--disse Branno--I'ultima volta

che ci siamo visti su Terminus, mi diceste che sarebbe ve-

nuto il momento in cui vi avrei chiesto un piacere, e in

cui voi, memore del trattamento subìto, avreste agito di

testa vostra. Non so se mi abbiate detto questo a suo tem-

po perché prevedevate la situazione presente magari an-

che solo per vaga intuizione, o se abbiate parlato COSì per-

ché dotato, cvmc sostiene questa donna che parla di una

Galassia vivente,~li un innato senso del giusto e dell'in-

giusto. In ogni caso, avevate ragione. Ora vi chiedo un

piacere nell'interesse di tutta la Federazione.
«Capisco che desideriate vendicarvi per il modo in cui

vi ho fatto arrestare ed esiliare. Vi prego però di ricordare

che l'ho latto per quello che consideravo il bene comune.

E anche se ho sbagliato, anche se ho agito con cinico egoi-

smo ricordatevi che sono stata io la responsabile di tut-

to: lá Fondazione non c'entra per niente. Non distruggete

l'intera Federazione per pareggiare un conto che avete in

sospeso unicamente con me. Non dimenticate che slete

un membro di essa e un essere umano, non dimenticate

quanto sia assurdo per un uomo libero diventare un sem-

plice numero nei piani progettati dai freddi matematici

di Trantor, o meno ancora di un numero nel guazzabu-

glio galattico di vita e non-vita che ci è stato prospettato

poco fa. Voi, i vostri discendenti, il vostro prossimo dove-

te essere organismi indipendenti d{)tati di una libera vo-

lontà, questa è l'unica cosa che conta e sono certa che ne

sieie perfettamente consapevole.
~Lasciate pure che qucsta gente vi dica che il nostro

Impero produrrà sofferenze e spargimenti di sangue; noi

sappiamo che i fatti si possono svolgere ben diversamen-

te. Dipende solo da noi: siamo in grado di evitare gli epi-

loghi tragici. E, in ogni caso, è meglio correre incontro al-

la sconfitta con un atto libero della volontà che vivere

senza rischi come ingranaggi passivi di una macchina.

Avrete notato che vi si chiede adesso di prendere una de-

cisione con la vostra libera volontà di persona umana.

Questi esseri del pianeta Gaia non sono capaci di declde-

re perché sono congegnati in modo da non poterlo fare; di

conseguenza dipendono da voi e sono pronti a sacrificare

la loro vita, se voi glielo ordinate. E a questo che deside-

rate condurre la popolazione della Galassia? Alla perdita

del libero arbitrio?«
--Non so se sono ancora dotato di libero arbitrio, sin-

daco--disse Trevize.--I gaiani potrebbero avere già

condizionato la mia mente così da farmi prendere la deci-

sione che desiderano.


--La vostra mente non è stata minimamente toccata

--disse Novi. Se, influenzandovi, potessimo tranquil-

lamente indurvi ad agire come ci piace, che bisogno ci sa-
rebbe stato di questo incontro? Se fossimo così privi di

scrupoli avremmo adottato il comportamcntv più conve-

niente per noi, senza preoccuparci delle necessit~i e del

bene della razza umana nel suo complesso


--Credo che ora tocchi a me parlare--disse Gendibal.
· --Consigliere Trevize, non cedete al campanilismo. Il fat-
r to che siete nato su Terminus non dovrebbe spingervi ad

anteporre il vostro pianeta alla Galassia. Sono ormai cin-

que secoli che la Galassia segue il tracciato stabilito dal

Piano Seldon, e questo sia all'interno, sia all'esterno della

Federazione della Fondazione. Prima che membro della

Fondazione siete e siete stato parte integrante del Piano.

Non disgregatelo adesso per perseguire le visioni ristrette

del patriottismo o per soddisfare il desiderio romantico

dl sperimentare ciò che è nuovo e totalmente sconosciuto.

I membri della Seconda Fondazione non ostacoleranno in

alcun modo la libertà di scelta che è propria della natura

umana. Siamo guide, non despoti.


«Il Secondo Impero Galattico cui miriamo è assai di-

verso dal Primo. Nel corso della storia umana, nel corso

dl decine di migliaia di anni di volo iperspaziale, nemme-

no per il breve spazio di un decennio l'umanità è stata li-

bera da violenze e spargimenti di sangue. Anche nei pe-

riodi in cui la Fondazione non era in guerra di episodi

cruenti ce ne sono sempre stati. Scegliete il sindaco Bran-

no ed essi continueranno all'infinito, in futuro. Si ripete-

ranno sempre le stesse vicende tristi e terribili. Il Piano

Seldon ci offre la possibilità di sfuggire un giorno a que-

sta logica di morte, e non al prezzo di farci diventare

semplici atomi in una Galassia di atomi, ridotti alla stre-


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