A elena bernardi


Figlia della Carità BERGAMO 25 Alla Signora



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Figlia della Carità

BERGAMO


25

Alla Signora


La signora Domenica Faccioli

Figlia della Carità

Santa Croce in Rocchetta

BERGAMO

A GIUSEPPA TERRAGNOLI

2107(Milano#1830.03.23)


La Canossa ha ricevuto quanto le necessitava urgentemente. Ora vorrebbe sapere se Mons. Traversi concede ancora a Padre Stefani di continuare la sua assistenza spirituale. Al termine della lettera, aggiunge che egli é stato confermato. Chiede poi che la Terragnoli faccia legalizzare da un notaio la formula di quietanza della dote di Rosa Della Croce, la quale tuttavia sa risolvere bene i suoi affari.
Carissima Figlia
Due sole righette vi scrivo mia Cara Figlia tanto per dirvi che ricevetti la vostra lettera colla copia della patente, e lettera del Santo nostro Patriarca53 e ve ne ringrazio distintamente.

Ho piacere di sentire, che la buona Signora Angela Trevisani54 sia stata contenta di tutto, e che il buon Signor Francesco Padenghe55 si l'abbia potuta ajutare ne suoi affari. Quando avete occasione di vederlo ringraziatelo distintamente per me, e presentategli i miei complimenti.

Non avendo ricevuto sin quì alcuna lettera dal degnissimo nostro Patriarca vivo nella speranza che il Padre Stefani56 resterà da noi. Tutte queste nostre Compagne sono infervorate perche hanno fatto i Santi Esercizj, venerdì comincieranno quelli delle Dame compiti i quali a Dio piacendo ripartirò per Bergamo, e Verona. Dopo ho gli Esercizj delle signore di Trento indi convien pensare anche a Venezia. Vedete mia cara Figlia quanto poco tempo ci vuole a rivederci.

Intanto ringraziate senza fine Monsignor Traversi57 che ci ha fatto propriamente da padre, e ringraziate anche il nostro Padre Stefani. Conviene poi che mi facciate un altro mestiaretto non essendo a me possibile per la somma angustia del tempo di scrivere io stessa alla cara Rosa della Croce58. Vi occludo dunque una lettera, che ricevetti colla posta di jer sera della sua mamma contenente una formula di quietanza che la Rosa dovra fare, e dopo fatta la farete legalizzare con tutte le formalità. Ci vorrà un nodaro. Per questo potete domandare, o al nostro Santo Padre Stefani o al buon Signor Padenghe.

Quest'ultimo col Signor Albrizzi mi condussero quel buon nodaro che venne poi a farmi visita e mi raccontò la storia di suo nonno che non si ammala mai perche non vuol medici in casa sua. Insomma prendete chi credete e dirigete la lettera a questa Superiora59 colla possibile sollecitudine. Per altro io dubito che per quanto presto faciate le carte non giungeranno in tempo da trovarmi quì avendo io avvertito l'ottima signora Cecilia della Croce60 giunta che fui a Bergamo ma si vede che i suoi affari non gli permisero ne di venire ne di scrivere altro che adesso, e dall'altra parte incerta sempre io per cagione della tosse del quando avrei potuto partir da Verona come poteva avvertirla prima. Vuol dire che mi converrà fare una procura a qualche persona quì che rascuota, e mi faccia tenere poi il danaro.

Per sollecitare ad ispedirla alla Cara Rosa non mi riesce possibile farla esaminare. Già ho ben compreso che la Cara Rosa ha cognizioni sufficienti intorno agli affari della sua famiglia.

Ditele a mio nome, che ho già capito questo trattando con essa, che per ciò esamini la scritura, e siccome in qualità di Madre mi conviene pensare al suo vantaggio troverei bene che faceste dare un occhiata col mezzo, o del signor Padenghe, o del signor Giacometto all'avocato Gasperi61, per vedere se la scrittura fa l'effetto della rinunzia che a me non pare sull'eredità materna, che il Signore conservi cento anni sua madre, ma nel caso facesse quest'effetto veda la Rosa se sia più sicuro per qualunque evento di fare la quietanza simile ma in modo da non rinunziare all'eredità materna perche siamo uomini, e viviamo in un mondo di guai.

Potrebbe dunque accadere o che la Rosa volesse sortire, o che soprimessero l'Istituto ladove che a rinunziare vi è sempre tempo se lo crederà. Osservai che nella quietanza vi è pure accennata la mobilia. Anche per questa osservino che non trattandosi se non di piccola cosa, e sembrando a me impossibile fare un calcolo perfettamente esato essendo morta la Beatrice62 ed avendo perduta la memoria la Metilde63 per cio meglio è concludere sulla carta chiaramente anche su di questo.

Ricevetti il vostro vigliettino e sono consolatissima che il Padre Stefani ci resti. Ringraziamo dopo Dio il nostro Padre spirituale. Addio mia cara figlia. Vi lascio tutte nel Cuor santissimo di Maria.
Di voi carissima figlia
Milano li 23 marzo 1830

Vostra affezionatissima Madre


Maddalena Figlia della Carità64

A MARGHERITA ROSMINI

2108(Milano#1830.03.23)


Il Conte Don Luca Passi non sta molto bene, anche perchè troppo affaticato. Non ha potuto quindi accettare gli Esercizi di Trento, per cui Mons. Sardagna ha deciso or­mai per i due sacerdoti, Don Venturi e Don Leonardi. La Canossa è convinta che tutto andrà bene e autorizza a far fare dal muratore «le fornelle», per i pasti delle esercitan­de.
Carissima Figlia
Riscontro sul punto la Carissima sua del giorno 19 che mi riuscì cara trovandomi da qualche tempo priva delle di lei nuove dirette mia Carissima Figlia.

Ricevetti lo scorso ordinario una lettera del Signor Amministratore Desini65 il quale mi diceva scrivere per commissione di Mons. Decano66 il quale era incomodato da forte raffreddore per indicar­mi il soggetto da lui destinato per compagno del Signor Don Ventu­ri67. Questo si è il Signor Don Leonardo68 di casa mia, non essen­doci stato possibile di combinare per le prediche, ne col Signor Don Bresciani69, ne col Signor Conte Don Luca Passi70, i quali non po­tevano assumersi che una sola predica nel dopo pranzo. Vedrà mia Cara Figlia, che il Signore tutto benedirà.

Ho piacere che Monsignore dopo il salasso si trovi meglio, anch'io lo giudico uno strapazzo, essendo persona di tanta attività. Me ne continui le nuove per mia quiete quantunque speri che non sarà altro.

Molto mi dispiace di sentire che la buona Gioppi71 continui nel suo mall'essere. Siccome sono sempre nella speranza se la salute me lo permette subito dopo le feste di Pasqua di venire costì, così allora anche per questa vedremo cosa sarà da farsi. Intanto me la saluti cordialmente, e le dica di farsi coraggio.

Rapporto alle fornelle non si prenda pena, e le faccia fare. Mi creda, che senza queste noi non sappiamo certamente fare da man­giare alle Signore. La spesa non deve essere tanto grande per poche fornelle.

Faccia che la Giustina72 la quale deve avere cognizione l'ajuti a dare un idea al muratore, e vedrà che le faranno pulito.

La posta parte, e volendola riscontrare subito sono costretta ad abbracciare. La mia tosse continua a farsi onore, ma già non sara altro.
Di Lei Carissima Figlia
Milano li 23 marzo 1830

Aff.ma Madre


Maddalena Figlia della Carità73


La tua Cristina ti abbraccia
AD ANGELA BRAGATO

2109(Milano#1830.03.27)


La Canossa deve rispondere all'Arciprete di Sogliano; la può sostituire la Isabella Fer­rari, che è al corrente di tutto, ma necessita trovarle la lettera di richiesta. Le indica come fare. La prega poi di organizzare come mandarla a prendere e come sistemare l'accordo con i due vetturali.

Carissima figlia

Eccoti un abozzo del principio della lettera per l'Arciprete di Sogliano 74 che consegnerai alla cara Isabella 75 aggiungendole a mio nome ch'ella prosseguirà il trattato degli affari non av(e)ndo qui la lettera, e non ricordandomi il contenuto della medesima. Puoi guardare nel tavolino di Cristina 76 per vedere se ivi vi fosse. Guarda pure nelle lettere dell'anno 1830 che si trovano nella cassa di legno grande in camera d'archivio.

Puoi guardare anche in camera mia, e l'Isabella torni a guarda­re tra le sue lettere perche o in uno o nell'altro di questi luoghi la lettera vi debbe essere e la cara Isabella trovata che l'avrete potrà rispondere adecquatamente.

Mi trovo da qualche ordinario priva di vostre lettere. Seppi da Venezia la morte della cara Orsolina 77, che la Cristina non mancò di far suffragare ma tu niente mi hai sin qui scritto, ed a dirti il vero mi trovo in qualche pena. Desidero aver nuove, delle nostre amma­late, che tanto mi stanno a cuore. Ia mia salute continua ad essere sullo stesso piede di quando era costì perche la tosse stenta a la­sciarmi.

Oggi pero mi trovo più meglio. Sono sempre nella lusinga di partire venerdì da quì per Bergamo, ed il lunedì vorrei partire per costì. Mandami dunque a prendere da Michele 78 e questo sarebbe necessario partisse, o venerdì, all'ora di suo comodo e fosse a Ber­gamo sabbato per riposare la domenica, e partire con me il lunedi, o veramente partisse il sabbato a buonissima ora per butarsi avvan­ti quanto i cavalli fossero persuasi, o anche sino a Brescia.

Poi la domenica mattina dopo avere ascoltata la Messa potreb­be partire per Bergamo.

Questa volta si a Michele non fa difficoltà, prenderei Nanne vet­turino79, ma prima di parlare con nessuno parla con Michele, e nel caso egli non abbia difficoltà puoi mandare a chiamare Nanne e dir­gli tu il modo come accomoda a Michele non già come cosa, che vo­glia lui, ma come cosa che voglio io. Se Michele avesse difficoltà che prenda pure Cattinari80, e sia l'uno sia l'altro darai il mio baule vecchio cioè quel solito giallo con dentro la bambagina a fiori gran­di il quale la Rosa 81 mi diceva ch'era rotto. Appena ricevuta questa mia fallo accomodare, e mandamelo perche credo che condurro meco una figliuola.

Rifletto, che siccome dubito d'avere due novizie invece d'una sospendi di mandarmi a prendere se non ti scrivo di nuovo perche troppo mi dispiacerebbe che Michele dovesse stare in serpa, e se viene da te glielo conterai. Se il medesimo poi mostrasse desiderio di venire per lui, e dicesse che non gli fa niente a stare fuori allora mandimi pure a prendere come ti ho detto.

Se mai venisse Nanne con Michele dirai al vetturino ma a for­ma di discorso ch'essendo io stata sempre contenta si di lui come di Cattinari alle volte prenderò l'uno ed alle volte prendero l'altro per­che voglio essere in libertà.

In somma fretta ti abbraccio avendo og(gi) ch'è il primo giorno venti cinque signore che si fermano tutta la giornata, ed a pranzo. Vi lascio tutte nel Cuor santissimo di Maria.

La Cristina voleva scrivere alla Teresina Ferrari 82 ma non può farlo trovandosi occupata, e venendo già presto le dirà tutto in voce intanto te la raccomanda, e salutala da sua parte...

In questo punto ricevo la cara tua lettera del giorno 24. Io non faccio che fulminarti di lettere ed a te pare che non ti scriva. Io già dubito che gia le nostre lettere talvolta vadino tardi in posta e per ciò tardi ti giungono. Comincio adesso a risponderti. La Chiaretta che stava dalla Alessi a scuola mettila pure dalla Buranella ma ricordati di pagare l'Allessi dei mesi che le dobbiamo.

Mi consolo di questa, della Rissor e della Beatrice.

Per l'Orsolina non mancheremo di pregare. Mi consolo di senti­re che tutte le aminalate stanno bene.

Per le ragazze di cui mi hai mandato il nome va benissimo per quell'opera del Conte Luca83.

Spero di ricevere le carte tutte di cui ti pregai.

Scrivo sinche le Dame sono alla meditazione. Sono di cuore ab­bracciandovi tutte lasciandovi nel Cuor santissimo di Maria

Di te carissima figlia


Tua affezionatissima Madre Maddalena84

Figlia della Carità


Milano li 27 marzo 1830

All'Ornatissima Signora

La signora Angela Bragato

Figlia della Carità

Ricapito dal signor Verdari

VERONA


A DOMENICA FACCIOLI

2110(Milano#1830.03.27)


Poiché si tratta di ordinare la stoffa per i grembiuli delle consorelle, la Canossa espone un suo piano.
V.G. e M. Carissima Figlia
Vi scrivo oggi pure mia Cara Figlia, e sulla lusinga di poter venerdì o al più tardi sabbato essere a Bergamo credo che sarà l'ultima volta, che lo farò prima del mio ritorno.

Ricevetti oggi una lettera della Cara Maddalena85 la quale mi scrive intorno alla robba dei grembiali, e sento come la buona Signora Nina Roncali è disposta a farci il piacere di ordinare la robba86.

Ringraziatela per me, e ditele, che se può compromettersi abbia da riuscire veramente bene dell'altezza che colla Maddalena abbiamo detto ben battuta spinata, e di colore tutto fino. Io ne ordinerei intanto cento e cinquanta braccia.

Se poi ella non potesse assicurarsi di tutto questo, e credesse bene fare una prova allora che ne ordini una pezza sola di 24 o 36 braccia, che quasi vorrei dire sarebbe più sicura. Per altro faccia la signora Nina. Riuscendo bene ne dovrò far fare dell'altra. Vi prego anche di provvedere 6 crocefissi dei soliti piccoli, sei aritmetichine piccole, e sei giornali.

Fate che la Checchina87 mi scriva anche qual è il mese ch'ha da trovare per costì dell'ora dell'Addolorata non ricordandoselo la Cristina88.

La mia tosse oggi va meglio, ma mi trovo assai indebolita. Raccomandatemi al Signore perche mi doni fortezza da fare quello, ch' Egli vuole da me.

Mi conviene terminare per ciò vi abbraccio tutte e lascio nel Cuor Santissimo di Maria
Di voi Carissima Figlia
Vostra Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità89

Milano li 27 marzo 1830

BERGAMO


30

Alla Signora

La signora Domenica Faccioli


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