A elena bernardi



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Figlia della Carità


Convento S. Croce

BERGAMO


AD ANGELA BRAGATO

2111(Milano#1830.03.30)



Si tratta solo di mandarla a prendere per il suo ritorno a Verona e di risolvere se ci an­dranno i vetturali soliti o sia ineglio che ella parta con quelli di Bergamo.
Carissima figlia
Riscontro la carissima tua, ed in primo luogo ti dirò mia cara figlia avere io ricevuto il plico di carte che hai spedito col mezzo della diligenza, come anche le due lettere autentiche col mezzo del­la posta, e di tutto ti ringrazio distintamente.

Venerdì mattina ho stabilito di passare a Bergamo, onde man­dami pure a prendere, come ti scrissi nell'altra mia. Spero che tu potrai combinare in modo che Michele90 si troverà al più tardi do­menica mattina gia arrivato a Bergamo.

Ma se mai la mattina di domenica non lo vedessi arrivare, sarà segno che tu non avrai potuto combinare, e prenderò il signor Val­secchi 91, ed un legno di Bergamo premendomi sommamente illunedì partire per Verona.

La mia tosse stenta a lasciarmi, ma passera poi. La Cristina92 se la passa discretamente.

Mi riservo a dirti il di più in voce. Ti abbraccio in somma fretta di tutto cuore, e ti lascio nel Cuor santissimo di Maria
Di te carissima figlia
Milano li 30 marzo 1830
Tua affezionatissima Madre Maddalena93

Figlia della Carità


Alla Signora

La signora Angela Bragato

Figlia della Carità

Ricapito dal signor Verdari

Alla Porta dei Borsari

VERONA


A GIUSEPPA TERRAGNOLI

2112(Milano#1830.03.31)


Nuovi accordi e chiarimenti per la forma legale di accettazione dei beni spettanti a Rosa Della Croce.
Carissima Figlia
Riscontro subito la tua lettera mia Cara Figlia, e per vostra quiete ti dico come parlai questa mattina col fratello della nostra Rosa della Croce94 il quale quantunque gli avessi scritto, che non era possibile ch'io avessi da Venezia le carte di ritorno prima della mia partenza giunse però felicemente a Milano jeri se non isbaglio. Lo stesso dunque mi disse che ad ogni modo voleva farmi lo sborso della dote bastandogli una mia ricevuta, e questo me lo disse jeri mattina. Jer sera avendo ricevuto la Cara vostra del giorno 27 andai pensando che in certo modo la mia delicatezza poteva restare compromessa se ricevevo la dote, e poi dopo averla consegnata avesse egli sentito degli obbietti sulla rinunzia.

Dall'altra parte non vedeva opportuno fare obbietti io sull'incerto molto più ch'io per andar cauta vi aveva scritto d'assicurarvi se nella rinunzia era compresa l'eredità materna per dovere di madre verso la cara Rosa, ma non mi pareva che tal rinunzia vi entrasse per non essere nella carta nominata. Mi regolai dunque così. Dissi al Signor Antonio aver io ricevuto lettera da voi che avevate ricevuto le carte, e che le avreste voi altre fatte vedere a quel Signore che assiste la Casa di Venezia come faccio che sempre per tali argomenti mi consiglio. Che forse quel Signore troverà tutto a dovere, ma che tal volta da un paese all'altro passa la sua differenza ed alle volte potrebbe questo signore trovare qualche espressione da cambiare.

Che dunque non mi pareva vi stasse la mia delicatezza di ricevere la somma e che poi vi fosse stata qualche cosa per cui l'intelligenza non fosse stata perfettamente simile. Egli mi rispose che quand'anche fosse cambiata qualche espressione niente gli importava purche restasse la sostanza, che la Rosa rinunciaze alla eredità paterna alla sua mamma ricevendo invece le 6000 lire con quello ch'ha avuto.

Che in ogni modo mi consegnava il danaro, e che quando avrò ricevuto la carta da Venezia gliela farò tenere in Valtellina95. Voi altre già avrete sentito l'ottimo Signor avvocato Gasperi96. S'egli ha trovato la cosa come pare cioè che la rinuncia sia della so­la eredita paterna allora la Rosa può fare la carta, e spedirmela a Verona dirigendola all'Angelina97 e dicendola di tenerla sino al mio arrivo.

Se poi il sullodato Signor avvocato trovasse necessario cambia­re, e surogare qualche espressione la quale meglio dichiarasse la cosa ritenendo la stessa forma andrà meglio di quello che sia scrivere alla Signora Cecilia sembrandomi chiaramente ch'essi non ab­biano pensiero alcuno su di ciò. Per esempio qui mi avevano inse­gnato che potevasi nella rinu(n)cia dichiarare che accetta la somma dalla sua Signora madre qual tutrice in tacitazione di tutto quanto le puo competere per la di Lei parte sull'eredità paterna rinuncian­do a favore della medesima ad'ogni altra ragione nella detta pater­na eredità ma già il Signor avvocato Gasperi non ha bisogno de’ miei suggerimenti, e cambierà lui se farà bisogno quelle espressioni che si renderanno necessarie. Solo se vi giunge questa lettera in tempo mi pare che facendo in questo modo si salvano i diritti della Rosa, e resteranno tutti contenti.

Termino subito troppo premendomi mi98 giunga presto questa mia. Venerdì a Dio piacendo passerò a Bergamo e lunedi conto pas­sare a Verona.

Vi abbraccio tutte di vero cuore e tutte vi lascio nel Cuor San­tissimo di Maria

Di Voi Carissima Figlia


Milano li 31 marzo 1830

Vostra Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità99
Alla Signora

La Signora Giuseppa Terragnoli

Figlia della Carità

Santa Lucia

V E N E Z I A
AD ANGELA BRAGATO

2113(Bergamo#1830.04.03)


Il ritardo postale ha impedito alla Canossa di ricevere la risposta da Verona sulla de­cisione dei vetturali. Le è intervenuto frattanto un rialzo febbrile per cui ella non può sostenere la fatica del viaggio. Se dovrà ritardare per giorni, rimanderà la vettura.

V.G. e M. Carissima figlia

Riscontro sul punto la cara tua lettera da me ricevuta in questo punto mia cara figlia essendo passata l'ora solita in cui Michele 100, è arrivato mi figuro che Nanne 101 non vi sarà stato e Michele arrive­rà domani. Ti scrivo per altro che jeri quì giunsi da Milano, ma che la mia tosse si fa onore più di quello che porterebbe questo momen­to di modo, che il medico venuto questa mattina per due maestre non vuole assolutamente ch'io parta senza prima farmi aprire la ve­na con un salasso per altro piccolo di modo che in ogni modo prima di martedì certamente non potrò da quì partire.

Se mai poi come io non vorrei accadesse cavando il sangue non potessi più muovermi per un po di giorni allora rimanderò Michele, e non ti prender pena perche già tu sai cosa sono le mie tossi. Mi di­spiace il momento parlando umanamente giacche in tutto dobbia­mo esser contenti della volontà di Dio.

Il mio dubbio maggiore si è di non poter andare a Trento. Basta converrà nel caso che mi assistiate voi altre per supplire per me che gia sai dover vivere ancora molti anni, e poi già non è altro che una delle mie tossi.

Nella lusinga di abbracciarvi quanto prima non ti dico di più solo ti raccomando la ragazzina Marietta. Non aver pena che gia ne sono certa riguardo a spesa. Te la raccomando per l'anima ancora, e che sua madre sia avvertita, e la veda.

Vi abbraccio tutte di vero cuore e vi ripetto non abbiate pena perche già adesso non siamo in inverno e tutte vi lascio nel Cuor santissimo di Maria



Di te carissima figlia


Tua Aff.ma Madre Maddalena102

Figlia della Carità

Bergamo li 3 aprile 1830
Circa alle ore 3 Michele oggi è arrivato in buona salute, e ti rin­grazio della tua premura.

BERGAMO

VERONA


4 APR(ile)
Alla Signora

La signora Angela Bragato

Ricapito dal signor Verdari

alla Porta dei Borsari

VERONA

AD ANGELA BRAGATO

2114(Bergamo#1830.04.06)


La Canossa giustifica il suo mancato ritorno a Verona dimostrando come il ricupero anche parziale della salute, valga la spesa. Nessuno però si preoccupi, perchè si tratta solo di una malessere temporaneo.

V.G. e M. Carissima figlia

Non ti sgomentare mia cara figlia e non ti prendere la più pic­cola pena se non mi vedi arrivare. Sto meglio e la mia tosse non è come quella ch'ebbi quest'inverno ma più piccola.

Ma chi mi comanda teme che facendo il viaggio massimamente per essere il tempo piovoso la tosse si rinforza e dicono come è vero ch'avendo io bisogno un qualche giorno unicamente di quiete è lo­stesso, che mi riposi quì o a Verona, e che facendolo quì eccettuato la spesa di più del viaggio riposo e non azzardo di nuovamente raffreddarmi e faccio più presto a rimettermi. Jeri aveva come anche gli altri giorni quel poco di febbrile che porta il raffreddore, e dico­no che se mi raffreddo di nuovo la tosse può andare troppo lunga onde che vuoi fare portiamo pazienza, e non ti prender pena perche non ve ne è sinceramente motivo come ti dirà anche Michele, ma a dirlo a te sola resto più per fare quello che mi dicono di quello che sia per altra ragione.

Assicura tutte le care compagne che propriamente non ho se non che un raffreddore men forte di quello ch’ebbi a Verona ma combinandosi anche il tempo piovoso, e vedendo che essendomi toccato un tempo piovoso nel venire da Milano la tosse mi si alterò quantunque adesso dopo il salasso di sabbato stia proprio notabil­mente meglio e già sono alzata giro anche per casa nondimeno ti ri­petto per tua quiete non mi vogliono lasciar partire.

Hanno tanto tutti premura di conservare questo buon capo fino al giorno del giudizio che vogliono preservarlo anche dell'umido.

Sabbato ti scriverò tutto riguardo a Trento. Già sono certa che tutte siete disposte ad assistermi premendo a voi altre pure che il capo d'opera non prenda incomodi.

Scrivimi subito se sei quieta e se mi credi. Come stanno tutte le ammalate ed anche la Mariettina di Cristina.

Domani mi viene in mente essere posta onde ti scriverò.

Vi abbraccio tutte di vero cuore e tutte vi lascio nel Cuor san­tissimo di Maria.

Dì alla cara Isabella 103 che non si prenda pena per me che alla mia venuta voglio trovarla un uccelletto e che bugie non ne dico.



Bergamo li 6 aprile 1830

La tua affezionatissima Madre Maddalena104

Figlia della Carità
Ho dato a Nanne 105 un po di danaro come ti dirà Michele 106 ma avendo fatto spesa di tela come vedrai, veli che ti porterò io, siali 107 che riceverai ma che non li taglino sino ch'io non vengo e di altre co­se ancora così per non restare affatto priva di danaro ti prego di pa­gare Nanne di quanto gli devo.

AD ANGELA BRAGATO

2115(Bergamo#1830.04.07)


La Canossa sta meglio, ma poichè avverte che, probabilmente, non riuscirà ad arrivare a Trento, le espone tutto un piano per dare il massimo aiuto alla Rosmini, così che non senta la sua assenza, e il rodaggio dei primi Esercizi per le Dame non le pesi oltre misura. Elenca quindi le sorelle che potrebbero andare ad aiutare, con tutti i pro e i contro, i libri da mandarle di ascetica o di catechetica e una lunga lista di commestibili, che potranno essere necessari per i pasti delle signore. La Dabalà, che ne sarà a capo, stia attenta che la Rosmini tende all'economia, invece in questo caso è meglio abbondare, piuttosto che avere un esito negativo.

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