A elena bernardi



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Figlia della Carità


VERONA

27 GIU(gno)

MIL(ano)

28
Alla Signora

La Signora Elena Bernardi

Figlia della Carità

S. Michele alla Chiusa

Nel locale della Certosa

MILANO

A DOMENICA FACCIOLI

2153(Verona#1830.06.30)


La lettera è piuttosto evasiva perchè non può far scrivere a Cristina. La Canossa si occupa però, con notevole ampiezza dei bagni che la Luca dovrebbe fare per ricuperare la salute e la esatta profilassi da seguire. Prende poi, con una certa comicità, la richiesta di un nuovo corso di educazione per le maestre, poichè, non solo, essendo appena terminato dovrà passare del tempo, ma, per di più, le consorelle sono quasi tutte ammalate per la stanchezza. Invece si preghi molto per lei.
V.G. e M. Carissima Figlia
Vi sembrerò trascurata nel riscontrarvi mia cara Figlia mentre voi mi scrivete molte lettere ed io basta bene che possa arrivarvi a scrivere una volta la settimana. Ciò proviene dai tanti miei affari, i quali si accrescono ogni giorno, ed in conseguenza mi tolgono il tempo di scrivere, ed anche mi mettono in situazione di non poter fare stabilimenti eseguibili sopra di me.

Sentite dunque mia cara Figlia, quella compagna che vi disse non esser io persuasa dei bagni, avrà inteso male quanto avrò detto. Se fossero bagni senza una ragione certamente che quella umidità allora dico ch’è superflua, ed a me non pare abbia da giovar tanto; ma quando i medici li ordinano io anzi li faccio sempre fare.

Avvertite solo che se i bagni non sono fatti con tutte le riserve, e cautele, in vece di far bene fano male, perché fanno sudar molto, ed i pori restano sempre aperti, in conseguenza non ci vuole aria fresca non solo dopo il bagno, ma ne meno la mattina, e la sera.

Dite dunque alla Cara Checchina16 ch'io non voglio che la mattina si alzi di buon'ora, e che la sera si fermi né chiostri dopo le ventitre ore, e che anche piovendo si riguardi, altrimenti si riempirà di dolori, che del rimanente non si metta apprensione che sono mali guaribili.

Per lasciarla andare qualche ora in scuola tenendo la finestra vicina chiusa nelle ore buone, e lontane dai bagni non ho difficoltà. Per me se il medico, è persuaso sarei d'opinione che facesse il bagno la sera, e poi andasse a letto continuando a cambiarsi di camicia sino che ha terminato di sudare, poi restasse a dirittura a letto sino la mattina, ad un'ora discretta.

Vorrei che prendesse dalle sei alle sette a letto sempre la sua collazione e dopo una mezzoretta si alzasse e restasse in camera un'altra mezz'ora. Assicuratevi che facendo i bagni in questo modo se il medico li giudica per i suoi incomodi opportuni guarisce sicuramente altrimenti se non osserverà queste cautelle si renderà incapace, ed inabile per l'Istituto.

Se anche non fa i bagni ditele a mio nome che quando ci sono io essa sta sempre bene ed è perché sta a letto la mattina e non si affatica tanto.

Che faccia lo stesso adesso e vedrà che si rimetterà...

Ricevo un'altra vostra lettera mia cara Figlia e questa rapporto a Cecchina mi confermo di quanto sin qui scrissi e vedrete che facendo come vi dico si rimetterà.

Rapporto al frumento qui la pensano affatto diferentemente ed anzi nessuno si provvede perché tengono per certo che abbia da calare ancora. Nondimeno giacche avete il danaro delle maestre comperatene due somme17 e ritenete il resto perché provedendo il Signore qualche altra cosa possiate pagare i Camozzi18.

Sappiate che della Moterlini19 niente affatto mi hanno dato onde se poteste rascuotere tra una cosa e l'altra potreste pagare i Camozzi.

Mia cara Figlia mi è venuto da ridere essendo appena sortite le maestre voi altre state quasi tutte ammalate e non ancora rimesse e che mi parliate di altre maestre ancora. Se avessi da rispondere adesso direi assolutamente nò ma essendovi del tempo dite che per adesso non possiamo risolvere atteso il piccolo vostro numero di risolvere e che non sapete quest'anno se l'educazione in Bergamo sarà possibile tenerla.

La buona Moterlini vedrò che scriva più presto che sarà possibile a sua sorella.

Mi viene fatto credere che il nominato Vescovo di Bergamo Mons. Morlacchi20 sia partito per Roma se ciò è vero ditemi chi fa in questo tempo il paroco in Sant'Alessandro. Dite pure al signor Conte Luca quando lo vedete che anche a Venezia l'opera di Santa Dorotea si istrada bene.

Addio mia cara figlia vi ringrazio tutte delle orazioni che fate per me. Vi assicuro ch’è molto tempo che non mi sono trovata in tanto bisogno d'orazione avendo tanti affari. La mia salute però va bene. Tanti rispetti al Signor Don Giovanni21

Vi abbraccio tutte di vero cuore, e vi lascio nel Cuor Santissimo di Maria.


Di Voi Carissima Figlia
Non posso scrivervi liberamente avendo Cristina22 incomodata.
Verona li 30 giugno 1830

Vostra Aff.ma Madre Maddalena23


Figlia della Carità

VERONA


1 LUG(1io)

BERGAMO


3
Alla Signora

La signora Domenica Faccioli

Figlia della Carità

Santa Croce in Rocchetta

BERGAMO

A 101(Verona#1821.**.**)



[1821]

PIANO DELLA CONGREGAZIONE DEI FIGLI DELLA CARITA’

SOTTO LA PROTEZIONE DI MARIA SS.MA ADDOLORATA

Maddalena di Canossa, nel 1821, è fondatrice di quattro Case: Verona, Venezia, Milano e Bergamo, tutte occupate nel ramo femminile. Ora vorrebbe una Congregazione di sacerdoti, che si occupino del ramo maschile. Li chiama Figli della Carità e ne ha già steso il Piano. Il suo incontro con Antonio Rosmini e l'amicizia spirituale, che ne é derivata, le sembra la risposta provvidenziale alla sua ricerca di un organizzatore. Per mezzo della sorella di lui, Margherita, gli fa avere il suo progetto, perché lo legga, ne dia un parere e, qualora lo approvi, cerchi di attuarlo.

Cf. App. A 103, 22 settembre 1821

La Divina Misericordia, che sempre a tenore dei particolari bisogni della Chiesa sua Sposa volle far sorgere quando Sante Istituzioni, e quando particolari idonei soggetti, che a norma delle circostanze la difendessero, e sostenessero, ha voluto pure negli ultimi calamitosissimi tempi sostenere la Fede, e presidiare il costume dei suoi Fedeli suscitando molte persone sì Religiose, che secolari, le quali in un modo forse non più si universalmente praticato nella Chiesa, tutti si dedicassero, chi all’istituzione, coltura, ed educazione della gioventù, singolarmente povera. Chi a ravvivare lo spirito, e la frequenza delle Cristiane Dottrine. Altri a soccorrere, e consolare gli Infermi loro Fratelli visitandoli negli Ospitali, e confortandoli nelle angustie della malattia, e della morte. Chi pure a prestare la loro opera in ciascheduno di questi ministeri di Carità, siccome non mancarono altresì zelantissimi Sacerdoti, i quali Evangelizzando i Popoli colle straordinarie Predicazioni, e colle sante Missioni, non si addoperassero per ritenerli nella purità della Fede, nella santità de’ costumi, e nella dovuta sommessione alla Chiesa, ed ai propri Sovrani.

A niuno però fu dato fin qui, benchè molti di essi lo desideraro, di unire, e raccogliere questo Spirito di Carità si generalmente diffuso per formarne una durevole, e perenne sorgente, non solo ad assicurare i vantaggi, ma a prevenirne il raffreddamento, e l’estinzione, che colla morte di chi fin ora tali opere promosse, ed esercitò o coll’incostanza solita compagna dell’umana debolezza, potrebbe seguirne.

Presentemente adunque, alcune di queste persone, dalla Divina Pietà sin qui in tali opere impiegate, bramose di fondamentarne stabilmente un tanto bene, non troverebbero un migliore mezzo per riuscirne, che quelle di formare una Congregazione nella quale perpetuando per Istituto proprio le Opere tutte sopra accennate, venissero a compendiare in un sol Corpo, ed a ordinare regolarmente quanto in vario modo, e talvolta con replicate interruzioni venne fin qui praticato.

Ad ispiegare in una sola parola, lo scopo, e lo spirito di questa Istituzione, pensano essi di chiamarla, la Congregazione dei Figli della Carità, dedicandola al Divin Nostro Redentore Gesù Crocefisso, che per eccesso di carità pel uomo diede sulla Croce la vita, ed alla Regina de’ Martiri Maria SS.ma: la quale unendo gli acerbissimi dolori dell’amatissimo Suo Cuore, a quelli del Divino suo Figliuolo ai Piedi della Croce, divenne la Corredentrice del Mondo.

Ciò premesso per adequatamente, e degnamente dare esecuzione a quant’Essi aspirano, un doppio scopo trovano necessario proporsi, che già una cosa sola, e compiuta, viene a formare, anzi che mai si potrebbe soddisfare alla seconda parte, da chi volesse trascurare la prima.

La santificazione propria cioè, interna di ciaschedun membro, come quella generale di tutta la Congregazione, ed unitamente poi nell’esercizio dello spirito di Carità, di Pazienza, di Dolcezza, e di Mansuetudine, tutti dedicarsi ai vari Rami di Carità di cui qui sotto tratteremo.

__________________

NB. Il testo è riportato fedelmente dal manoscritto della Fondatrice. che è conservato nell’Archivio generalizio della Congregazione dei Figli della Carità a Verona.

Parlando dunque di ciò, che alla santificazione dei rispettivi membri del Corpo unitamente appartiene, desiderano essi formando questa Congregazione, di consacrarsi al Signore, mediante i consueti tre voti comuni a tutte le sante Religioni, ma questi in forma semplice soltanto, restandone ad ogni momento parlando già s’intende dei voti della Congregazione, sciolti quelli, che dalla medesima fossero per sortire.

Trovano pure necessario, vivere in una vita perfettamente comune, mantenendosi bensì del proprio, ma rimettendone la totale amministrazione finchè nella Congregazione perseverano al loro superiore che chiameranno col nome di Preposto.

Non giudicano ad esempio dei zelantissimi PP. dell’Oratorio di abbracciare Ufficiatura di Coro, non trovandola combinabile coi molteplici Ministeri di carità che bramano esercitare, soddisfacendo ogni uno da sè quest’obbligo i Sacerdoti.

Bensì trovano necessario che regni in Essi grande spirito d’orazione, di spogliamento universale d’ogni cosa, di integrità di coscienza, d’infaticabile zelo per la salute de’ prossimi, e di continuo esercizio delle sante virtù.

Per conseguire le quali cose credono di dover stabilire due ore al giorno di orazione mentale, due Esami, particolare l’uno e generale l’altro, Lezione Spirituale, e conferenze si particolari che comuni onde con tali mezzi santificare l’anima propria, ed il Corpo tutto della Congregazione, impegnando oltre ciò la Divina Misericordia per l’universale salute di tutti i loro Fratelli, coll’offerire ciascheduno in sette varie volte al giorno il Sangue Preziosissimo del Divin Nostro Redentore, e gli acerbissimi dolori del Cuor trafitto di Maria SS.ma: per la conversione di tutto il mondo.

Siccome però nella varietà dei bisogni del prossimo differente sarà il modo con cui renderassi necessario il prestarsi per assisterlo efficacemente, credono essi potervi più facilmente riuscire quando composto sia il Corpo della Congregazione di Sacerdoti, e di Laici, gli ultimi de’ quali pure in due classi si distinguano, d’Oblati l’una, e di Fratelli l’altra, i quali formati collo stesso spirito, ed uniti al Signore coi medesimi sacri legami, servano a norma dei doni che piacesse al Signore di donar loro, la Congregazione, a disposizione dell’ubbidienza, cioè del loro Superiore si negli Uffici interni della Casa, che negli Esercizi di Carità che la stessa si propone abbracciare.

Non giudicarebbero Essi di dare a questa Congregazione nessun vestiario particolare, ma quello vorrebbero prendere che usano i Sacerdoti i più esemplari. Solo se venisse loro permesso, bramerebbero distinguere i Sacerdoti dai Fratelli della Congregazione portando i primi pendente al collo da piccola collanetta d’ottone l’Immagine del Santo Crocefisso.

Compendiato fin qui ciò che riguarda l’interno della Congregazione dei Figli della Carità, accennerassi qui sotto adesso il modo, e quali siano i Rami di Carità che secondo lo spirito loro bramano di singolarmente esercitare.

E primo per ciò che riguarda all’istituzione e coltura dei poveri giovanetti troverebbero secondo lo spirito loro di non doverla estendere al di là di ciò ch’ora si pratica nelle Scuole Elementari minori, dalla Sovrana Munificenza con tanta generosità nel Regno Lombardo Veneto istituite. Ben intesi che si per questa come per qualunque altra opera di Carità, intendono essi prestarsi gratuitamente e senza volere altra mercede che quella promessa dal Signore ai misericordiosi, cercando di supplire a quella cura maggiore che ben educarli si richiederebbe col coltivarli nella pietà cristiana quel tempo nei giorni feriali che potessero sopravanzare loro dai propri lavori, e dalle loro botteghe, e nelle feste vigilando ed assistendoli non solo, ma accompagnandoli anche alle Chiese perchè ricevano con preparazione e con frutto i SS.mi Sacramenti, assistano alla santa Messa, frequentino nel debito modo le Cristiane Parrocchiali Dottrine, avendone cura particolare pure dopo le sante funzioni, procurando che in qualche luogo appartato possibilmente fuori dei pericoli innocentemente possano sollevarsi. Già tutto ciò s’intende sempre col consenso de’ loro genitori.

Secondo. Per poter poi non essere di più giovamento e di maggior custodia a questi giovanetti, ma anche per aver mezzo di esercitare più diffusamente la Carità, oltre l’eccitarli ed accompagnarli alle Dottrine Parrocchiali desiderano prestarsi pure in queste a norma del loro numero, e studio a tenore del desiderio dei Parrochi rispettivi, in quegli impieghi ed uffizi che venissero loro assegnati, istruendo poi venendone richiesti anche nel le loro case oltre i giovanetti anche gli uomini, che avendone un bisogno particolare lo avessero altresì di una istruzione più frequente.

Terzo. Bramerebbero egualmente a norma pure del loro numero, di visitare gli Spedali prestandosi i Sacerdoti col beneplacito dei Rettori, o Parrochi degli Ospitali medesimi all’Esercizio dei Santi loro Ministeri, e gli Oblati o Fratelli nell’istruire confortare e soccorrere gli Infermi nelle sole Infermerie questi degli uomini e sempre col consenso anche degli Amministratori temporali degli Spedali stessi.

Quarto. Finalmente desidererebbero pur essi di estendere anche nelle campagne la loro carità, portandosi i Sacerdoti a spargere la Divina parola nelle sante Missioni massime nei Paesi più abbandonati colla licenza, e piena adesione dei rispettivi Ordinari, cooperando in tali occasioni gli Oblati, e Fratelli ai Santi Esercizi dei loro Fratelli Sacerdoti coll’adoperarsi ivi temporariamente in quegli impieghi caritatevoli che nel corso tutto dell’anno in vantaggio dei prossimi hanno divisato di praticare nella loro casa, coll’assiduità, e differenza che necessariamente si richiede in simili circostanze.
____________________
NB. PIANO UFFICIALE DEI FIGLI DELLA CARITA’ CANOSSIANI, scritto da Maddalena di

Canossa nel 1821




1  Giarola Metilde, nella Casa di Verona (Ep. I, lett. 41, n 3, pag. 86).

2  Demassari Floriana, nella Casa di Venezia (Ep. III/2, lett. 1615, n. 4, pag. 1274).

3  Guarnieri Angela, nella Casa di Venezia (Ep. I, lett. 276, n. 3, pag. 408).

4  Parotite (Ep. III/2, pag. 1549).

5  Il padre della Pilotti, nell’ospedale di S. Servolo a Venezia (Ep. III/2, pag. 834).

6  Mezzaroli Elisabetta, nella Casa di Venezia (Ep. III/1, lett. 1001, n. 1, pag. 62).

7  Alessandri Giuseppe, procuratore di Maddalena a Venezia (Ep. I, lett. 257, n. 1, pag. 380)

8  Mons. Pyrcher Giovanni L. Patriarca di Venezia (Ep. II/1, lett. 482, n. 1, pag. 156).

9  Mons. Monico Giacomo, Vescovo di Ceneda (Ep. II/1, lett. 489, n. 1, pag. 164).

10 NB. Firma autografa della Canossa.


1  Spasciani Teresa, nella Casa di Venezia (Ep. I, lett. 279, n. 10, pag. 414).

2  Colomba Vignardi, Teresa Vaccà, Francesca Mannucci (Ep.II/2, lett.. 843, n. 1, pag. 1092).

3  Mons. Zoppi Francesco, Vescovo di Massa Carrara (Ep. II/1, lett. 625, n. 6, pag. 552).

4  POMI RUZZENI, mele ruggini, così dette per il colore simile alla ruggine

5  Giarola Metilde, nella Casa di Verona (Ep. I, lett. 41, n 3, pag. 86).

6  Francesca Luca, nella Casa di Bergamo (Ep. III/2, lett. 1426, n. 2, pag. 882).

7  Maestre di Campagna.

8  Commissoli Caterina, nella Casa di Bergamo (Ep. III/2, lett. 1654, n. 7, pag. 1352).

9  Contessa Eleonora Muselli, sposa del Marchese Carlo Canossa, cugini di Maddalena (Ep. I, lett. 8, n. 6, pag. 24).

10  Conte GIOVANNI BURI, nonno materno del March. Carlo Canossa.

11 NB. Firma autografa della Canossa.

12  P. Marino Da Cadore, superiore della Casa di Venezia (Ep. I, lett. 533, n 3, pag. 557)

13  Burano, frazione di Venezia (Ep. I, lett, 348, n. 4, pag. 546).

14  Giarola Metilde, nella Casa di Verona (Ep. I, lett. 41, n 3, pag. 86).

15  Bunioli Metilde, nella Casa di Verona ( Ep. III, lett. 1612, n. 1, pag. 1267).

16  Mons. Albrizzi Giuseppe, parroco di S. Marco (Ep. II/1, lett. A 37, n 1, pag. 226).

17  Francesconi Marianna, ancora nella Casa di Venezia (Ep. III/1, lett. 1095, n. 6, pag. 223).

18  Ospedale delle Convalescenti (Ep. II/2, lett. 1590, n. 5, pag. 1224).

19  Demassari Floriana, nella Casa di Venezia (Ep. III/2, lett. 1615, n. 4., pag. 1274).

20  Guarnieri Angioletta, nella Casa di Venezia (Ep. I, lett. 276, n. 3, pag. 408).

21 Alessandri Giuseppe, procuratore di Maddalena a Venezia (Ep. I, lett. 257, n. 1, pag. 380)

22 Mons. Pyrcher Giovanni L., Patriarca di Venezia (Ep. II/1, lett. 482, n. 1, pag. 156).

23 Dama Michiel Pisani, benefattrice (Ep. III/2, lett. 1491, n. 4, pag. 1023).

24 Mons. Monico Giacomo, Vescovo di Ceneda (Ep. II/1, lett. 489, n. 1, pag. 164).

1 Il padre della Pilotti, nell’Ospedale di S. Servolo Venezia (Ep. III/2, pag. 834).

2 Don LORENZO CANAL, forse uno dei Cappellani dell'ospedale. In altre lett.ere però la Canossa nomina Don

Daniele Canal. Potrebbe trattarsi di errore di nome.



3 NB. Firma autografa della Canossa.


4 Giarola Metilde, nella Casa di Verona (Ep. I, lett. 41, n. 3, pag. 86)

5  Maestre di campagna.

6  Canal Daniele, abate canonico (Ep. III/2, lett. 1676, n. 5, pag. 1393).

7  Mons. Pyrcher Giovanni L., Patriarca di Venezia (Ep. II/1, lett. 482, n. 1, pag. 156).

8  Ospedale delle Convalescenti (Ep. II/2, lett. 1590, n. 5, pag. 1224).

9  Dama Michiel Bernarda, benefattrice (Ep. III/2, lett. 1491, n. 4, pag. 1023).

10  Francesconi Marianna, ancora nella Casa di Venezia (Ep. III/1, lett. 1095, n. 6, pag. 223).

11  Roggia Teodora, nella Casa di Verona (Ep. II/2, lett. 571, n. 6, pag. 410)

12  Don Roggia Carlo, fratello di Teodora (Ep. II/2, lett. 571, n. 6, pag. 410)

13 Arciprete Alberizzi, parroco di S. Marco (Cf. Ep. II/1, lett. A 37, n. 1, pag. 226).

14 Demassari Floriana, nella Casa di Venezia (Ep. III/2, lett. 1615, n. 4., pag. 1274).

15 Checchina Belletto, aspirante alla vita religiosa (Ep. III/1, pag. 125).

16 Due aspiranti alla vita religiosa.

17 Idem

18 Mons. Monico Giacomo, Vescovo di Ceneda (Ep. II/1, lett. 489, n. 1, pag. 164).

19 Padenghe Francesco, procuratore di Maddalena a Venezia (Ep. I, lett. 352, n. 1, pag. 555).

20 Padenghe Teresina, moglie di Francesco (Ep. I, lett. 352, n. 1, pag. 555).

21 Alessandri Giuseppe, procuratore di Maddalena a Venezia (Ep. I, lett. 257, n. 1, pag. 380)

22 NB. Firma autografa della Canossa.


23 Salterini Domenica, nella Casa di Verona (Ep. III/1, lett. 1345, n. 1, pag. 689).

24  Per legalizzata.

25  Il padre della Pilotti Cristina, nell’Ospedale di S. Servolo (Ep. III/2, pag. 834).

26  Mons. Albrizzi Giuseppe, parroco di S. Marco Venezia (Cf. Ep. II/1, lett. A 37, n. 1, pag. 226).

27  Demassari Floriana, nella Casa di Venezia (Ep. III/2, lett.. 1615, n. 4, pag. 1274).

28  A gombio, al gomito.

29  Giarola Metilde, nella Casa di Verona (Ep. I, lett. 41, n 3, pag. 86).

30  Abate Canal Daniele, canonico di S. Marco (Ep. III/2, lett. 1676, n. 5, pag. 1393).

31  REGINA BONOLA, aspirante alla vita religiosa.

32 NB. Firma autografa della Canossa.


33 Francesconi Marianna, nella Casa di Venezia (Ep. III/1, lett.. 1095, n. 6, pag. 223).

34 Aspirante alla vita religiosa (Cf. Ep. lett. 1773).

35 Abate Canal Daniele, canonico di S. Marco(Ep. III/2, lett. 1676, n. 5, pag. 1393).

36 Mons. Albrizzi Giuseppe, parroco di S. Marco (Ep. II/1, lett. A 37, n. 1, pag. 226).

37 Defunto Domenico Guizzetti, benefattore (Ep. I, pag. 675).

38 Alessandri Giuseppe, procuratore di Maddalena a Venezia (Ep. I, lett.. 257, n. 1, pag. 380)

39 Demassari Floriana, nella Casa di Venezia (Ep. III/2, lett. 1615, n. 4., pag. 1274).

40 Giarola Metilde, nella Casa di Verona (Ep. I, lett. 41, n 3, pag. 86).

41 Saltarini Domenica, nella Casa di Verona (Ep. III/1, lett. 1345, n. 1, pag. 689).


42 NB. Lettera scritta da Olivieri Beatrice, firmata dalla Canossa. In calce alla lettera segue un

poscritto della stessa Olivieri, qui non riportato.




1 Giarola Metilde, nella Casa di Verona (Ep. I, lett. 41, n 3, pag. 86).

2 BIGATTI GIOVANNA di Brembio, comune di Milano. Brembi, grafia errata. Entrata nel 1823, morì nel 1855. Nel 1828 viene elencata come cuciniera.

3 Pilotti Cristina (Ep. I, lett. 297, n. 7, pag. 454).

4 Isabella Ferrari, nella Casa di Verona (Ep. I, lett. 347, n. 5, pag. 542).

5 Morte di Domenico Guizzetti, benefattore (Ep. I, pag. 675).

6 NB. Firma autografa della Canossa.


7  Botola Regina, aspirante alla vita religiosa (Ep. lett. 1773).

8  Bunioli Metilde, a Verona ex superiora ( Ep. III, lett. 1612, n. 1, pag. 1267).

9  Giarola Metilde, nella Casa di Verona (Ep. I, lett. 41, n 3, pag. 86).

10  Mons. Pyrcher Giovanni L. , partito da Venezia (Ep. II/1, lett. 482, n. 1, pag. 156).

11  Mons. Monico Giacomo, in arrivo a Venezia come Patriarca (Ep. II/1, lett. 489, n. 1, pag. 164).

12  Padenghe Francesco, procuratore di Maddalena a Venezia (Ep. I, lett. 352, n. 1, pag. 555

13  Don Bollini per Bonlini Federico, sacerdote che fece da segretario a Maddalena (Ep. III/1, lett. 980, n. 5, pag. 15).

14  P. Marino da Cadore, superiore della Casa di Venezia (Ep. I, lett. 533, n 3, pag. 557)

15  Padre Stefani, parroco ai Carmini a Venezia (Ep. II/1 lett. 495, pag. 175).

16 Mons. Albrizzi Giuseppe, parroco di S. Marco (Ep. II/1, lett. A 37, 1, pag. 226).

17 CHIESA DI S.MOISÈ. Era succursale della parrocchia di S. Marco Evangelista, la Basilica patriarcale metropolitana. Poiché degli Stati del Clero, a Venezia, si possono rintracciare solo quello del 1823, seguito da quello del 1840 e i consecutivi, nel primo risulta come unico sacerdote, il Vicario, Don DOMENICO SCOTTA', nel secondo Don TROZOLINI FRANCESCO.

18 Alessandri Giuseppe, procuratore di Maddalena nella Casa di Venezia (Ep. I, lett. 257, n. 1, pag. 380)

19 Francesconi Marianna, nella Casa di Venezia (Ep. III/1, lett. 1095, n. 6, pag. 223).

20 Per cardata: forma dialettale.

1 NB. Firma autografa della Canossa. I puntini sostituiscono una interruzione della lettera.


2  Salvioli, consigliera, moglie di un funzionario del governo (Ep. III/2, pag. 1516).

3  Bonomi Orsola, nella Casa di Venezia (Ep. III/1, lett. 981, n. 1, pag. 16).

4  Dama Daniela, nobile veneziana (Ep. II/1, lett. 669, n. 4, pag. 650).

5  Dama Michiel Bernardo, veneziana (Ep. III/2, lett. 1379, n. 6, pag. 785).

6  Dama Loredana Priuli, benefattrice (Ep. I, lett. 397, pag. 646).

7  Alessandri Giuseppe, procuratore di Maddalena a Venezia (Ep. I, lett. 257, n. 1, pag. 380)

8  Consigliere Salvioli (Ep. III/2, pag. 1516).

9  SIRRO, forma dialettale probabilmente per ciste.

10  ASIAGO, comune in provincia di Vicenza.

11 Dottor Giacomo Gaspari, Chirurgo (Ep. III/2, lett. 1434, n. 3, pag. 899).

12 Giarola Metilde, nella Casa di Verona (Ep. I, lett. 41, n 3, pag. 86).

13 Bunioli Metilde, nella Casa di Verona ( Ep. III, lett. 1612, n. 1, pag. 1267).

14 BACANALE per carnevale.

15 NB. Firma autografa della Canossa.


16  Bunioli Metilde, ex superiora a Verona ( Ep. III, lett. 1612, n. 1, pag. 1267).

17  Giarola Metilde, nella Casa di Verona (Ep. I, lett. 41, n 3, pag. 86).

18  Bonomi Orsola, nella Casa di Venezia (Ep. III/1, lett. 981, n. 1, pag. 16).

19  Alessandri Giuseppe, procuratore di Maddalena a Venezia (Ep. I, lett. 257, n. 1, pag. 380)

20  Il convento di Venezia.

21  Marchese Francesco Casati, benefattore (Ep. I, lett. 78, n. 1, pag. 138).

22  Olivieri Beatrice, superiora nella Casa di Verona (Ep. I, lett. 339, n. 5, pag. 529).

23  Anna Olivieri Fanzago, benefattrice e amica di Maddalena (Ep. I, lett. 400, pag. 654).

1  NB. Firma autografa della Canossa.

2 Mons. Pyrcher Giovanni L., ex Patriarca di Venezia (Ep. II/1, lett. 482, n. 1, pag. 156).

3 Ospedale delle Convalescenti (Ep. II/2, pag. 1203).

4 Padenghe Francesco, procuratore di Maddalena a Venezia (Ep. I, lett. 352, n. 1, pag. 555).

5 Mons. Giuseppe Maria Peruzzi, Vescovo di Chioggia (Ep. II/2, lett. 917, n. 2, pag, 1267).

6 Mons. Monico, nominato Patriarca di Venezia (Ep. II/1, lett. 489, n. 1, pag. 164).

7 P. Marino da Cadore, superiore della Casa di Venezia (Ep. I, lett. 533, n 3, pag. 557)

8 Giudecca, la più grande Isola di Venezia (Ep. III/2, lett. 1402, n. 5, pag. 832).

9 Mons. Albrizzi Giuseppe, parroco di S. Marco (Ep. II/1, lett. A 37, n. 1, pag. 226).

10 Bonomi Orsola, nella Casa di Venezia (Ep. III/1, lett. 981, n. 1, pag. 16).


11 Mazzi Deodata, a Verona ammalata (Ep. II/1, lett. 585, n. 5, pag. 442).

1 NB. Firma autografa della Canossa.


2  Spasciani Teresa, superiora di Milano

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